Le condotte che l’onorevole Giorgia Meloni vorrebbe sanzionare col roboante, dinamitardo e stupido reato di integralismo islamico sono già ampiamente vietate dalla legge.
Basti citare, ex plurimis, il reato di istigazione a delinquere, l’apologia di reato, l’associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico (Art. 270-bis), l’assistenza agli associati (Art. 270-ter), l’arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale (Art. 270-quater), l’addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale (Art. 270-quinquies), le Condotte con finalità di terrorismo (Art. 270-sexies). E la legge n.654 del 1975 punisce chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, e chiunque commette o istiga a commettere atti di violenza o di provocazione alla violenza per gli stessi motivi.
E allora perché l’iniziativa della Meloni? La risposta è scritta a chiare lettere nelle sue irresponsabili dichiarazioni: “Il fenomeno del fondamentalismo islamico è inserito nella cultura islamica. Alla base del problema c’è una specifica ideologia, mescolata a una base religiosa”. Nulla di più falso. E pericoloso.
Sarebbe come dire che siccome nel libro del Levitico (Bibbia cristiana) c’è la legge del taglione i cristiani sono portatori di una cultura violenta, che dà lavoro a oculisti (occhio per occhio) e dentisti (dente per dente). Idiozie di chi non conosce testi e storia delle religioni, di chi macchiettizza i libri sacri senza storicizzarli o confonde versetti evangelici o coranici con l’applicazione distorta e strumentale che alcune minoranze fondamentaliste ne fanno.
A dispetto di una maggioranza di fedeli, di tutte le religioni, assolutamente pacifici. L’ordigno che campeggia nel manifesto fratellitaliota, autentico messaggio di pace al contrario, è la metafora dei danni — appunto esplosivi — che simili iniziative possono provocare, additando all’opinione pubblica un nemico da odiare e neutralizzare. È un messaggio incendiario, pericolosissimo, che tutte le forze politiche democratiche e leali alla Costituzione devono contrastare.