Mentre dalla finanziaria è sparito il cosiddetto “bonus psicologo” (che avrebbe facilitato l’avvio di un percorso di terapia con un contributo a partire dai 150 euro e fino a 1.600 euro a seconda del reddito), i numeri diffusi dall’Ordine degli Psicologi sono allarmanti. L’aumento di richieste di aiuto è stato del 40% in più in un anno, e proprio mentre un terzo dei pazienti hanno dovuto rinunciare al supporto psicologico per ragioni economiche. E sono tantissimi gli adolescenti e under 35 che chiedono aiuto.
In una società che fa ancora troppa fatica a riconoscere che la salute mentale è a tutti gli effetti salute, e in cui è ancora pesante il pregiudizio nei confronti delle fragilità e di chi chiede aiuto per superarle, il supporto economico del governo sarebbe stato fondamentale per molte persone. È sconfortante che invece si sia scelto di andare in direzione opposta, e proprio mentre in Europa avremmo delle esperienze virtuose a cui guardare.
In Francia il governo ha istituito un servizio che intende fornire un primo intervento per far fronte alle sofferenze psicologiche di adolescenti e bambini. PsyEnfantAdo è illustrato da un sito governativo che consente un semplice accesso alle informazioni, rivolto ai genitori e agli psicologi. Il servizio è aperto a ogni individuo dai 3 ai 17 anni che risieda in Francia e che abbia bisogno di supporto psicologico, previo consulto medico preliminare. Una volta ottenuta la prescrizione medica, è possibile scegliere un medico tra le centinaia disponibili sul territorio (al momento i medici associati al progetto sono 653) e il percorso terapeutico prevede fino a dieci sedute gratuite.
Il progetto, annunciato la scorsa primavera, verrà ulteriormente ampliato nei prossimi mesi. Nella primavera del 2022 infatti prenderà progressivamente il via un progetto allargato a tutta la popolazione, dai tre anni in su, compresi gli adulti, MonPsySanté, che prevede fino a otto sedute gratuite all’anno per paziente.
In Austria il ministero della Salute e Sostegno Sociale ha istituito da tempo varie iniziative. Sono state predisposte delle pagine informative con consigli per superare il lockdown e le altre misure per il contenimento del contagio un punto di vista psicologico. Alcune di queste pagine sono disponibili in traduzione, fino a un totale di diciannove lingue. Parallelamente esistono varie linee (l’equivalente dei nostri “numeri verdi”) per una consultazione psicologica d’urgenza, con la possibiltà di accedere a mail e chat, gratuitamente. Tramite il “Fondo integrazione” i consulti sono disponibili anche in altre lingue.
Ci sono risorse dedicate in particolare alla coesione sociale che indicano come supportare, ad esempio, il proprio vicinato o le persone in fascia d’età vulnerabile. Esistono poi numeri di telefono e pagine dedicate per il supporto ai bambini e per la prevenzione della violenza sulle donne (anche in Austria si è registrato un aumento di casi di violenza domestica durante i lockdown). In particolare c’è un’iniziativa dell’associazione Psicologia scolastica, per affrontare i problemi legati alla DAD e alle attività scolastiche, con anche consigli per i genitori, disponibile in ventun lingue diverse. Anche per chi va all’Università esiste una pagina dedicata per poter accedere alla consulenza psicologica in ogni città in cui sia presente un’università, in presenza o telefonicamente.
Inoltre, mentre l’associazione psicologia ha attivato anche un aiuto telefonico per i caregivers, il Ministero ha una pagina rivolta ai “congiunti” o a chi soffre per un lutto o una situazione di stress (cure in casa, isolamento etc.) legate alla pandemia. Sono state create, sempre dal Ministero, iniziative per il contrasto alle dipendenze, che si sono accresciute con i vari lockdown, e per la prevenzione dei suicidi, che in Austria sono sempre tantissimi, anche prima della pandemia.
Con poche eccezioni, queste iniziative sono gratuite o coperte dal servizio sanitario di base. Per la consultazione psicologica in alcuni casi c’è un limite al numero di incontri. I numeri telefonici sono tutti gratuiti, come i recapiti email.
In Italia, invece, il parlamento ha scelto di cancellare, tra tutti i contributi, proprio quello destinato alla salute mentale.
In collaborazione con i Comitati di Possibile all’estero.