Qualche mese fa conversavo a margine di un banchetto referendario con la mia amica Beatrice Brignone, parlamentare di Possibile. Ad un certo punto mi disse: «Pippo (Civati) mi ha parlato di un certo Bernie Sanders candidato democratico alle primarie per la presidenza degli Stati Uniti. Dice che darà del filo da torcere alla Clinton». «Il solito outsider», replicai con l’aria di chi la sa lunga.
A distanza di mesi ho invece approfondito la conoscenza di questo giovane anziano che esalta le folle senza essere populista e che porta come biglietto da visita una vita politica da Sindaco e da Senatore del Vermont incentrata sulla coerenza, sulla passione per i diritti civili e su uno stato sociale che tuteli tutte le fasce di popolazione. Soprattutto quelle più deboli. Ho studiato il “fenomeno Sanders” e ne sono stato travolto.
Il mio interesse per le campagne elettorali unito alla mia passione per le dinamiche social e per il mondo della rete mi hanno fatto trovare nello staff che cura la campagna di Bernie un meccanismo che sfiora la perfezione.
Una macchina ben oliata e curata, un candidato che arriva e parla al cuore e alla testa con concretezza e, soprattutto, una campagna di fundraising da prendere da esempio hanno fatto sì che questo fenomeno politico esplodesse nella scena americana travolgendo anni di regole consolidate e di meccanismi che hanno sempre favorito i candidati dell’establishment e delle lobbies.
Sanders partiva con uno svantaggio abissale. Ha pareggiato in Iowa e stravinto in New Hampshire. In Nevada sta superando la Clinton guadagnando ogni giorno qualche decimo. E’ popolarissimo tra i “millennials”, i ragazzi nati negli anni Ottanta e Novanta, in barba alle presunte regole per cui per piacere ai giovani bisogna essere giovani. Bernie ha fatto capire al mondo che quel che conta non è l’età: sono le idee, è la squadra, e soprattutto è operare una rivoluzione vera.
«Non vogliamo i soldi dei miliardari». Perché non si possono garantire tutele ai lavoratori, ai poveri, agli immigrati, alle famiglie indigenti se si chiedono soldi per essere eletti ai signori di Wall Street e ai Super Pac organizzati dalle grandi lobbies. Per questo Bernie Sanders chiede pochi dollari a tanti cittadini americani della middle class che lavorano 40 ore settimanali e non riescono, nonostante questo, a superare la soglia di povertà. Tre milioni di contributi con un contributo medio di 27$. Questo significa dar vita ad una vera campagna elettorale finanziata “dal basso”.
Seguendo queste dinamiche ho notato però che in Italia, tranne Pippo Civati che ne ha parlato più volte nel suo blog, nessuno ha considerato molto Bernie Sanders. Ho deciso quindi di avvalermi degli strumenti che la rete mi mette a disposizione per poter dare una mano, da qualche migliaio di chilometri di distanza, a questa storia qua.
Ho creato gli account social di riferimento su Twitter, Instagram e Facebook e un microblog su Tumblr e da qualche tempo, ogni giorno posto alcuni meme, video, Gif, testi e contenuti di vario tipo sia in italiano che in inglese per poter far conoscere in Italia la campagna per Bernie e per comunicare ai nostri amici negli States specie a quelli di lingua italiana che anche da qui seguiamo Sanders con interesse.
Mi sono iscritto come volontario (credo con loro grande sorpresa) e ho dato anche un contributo di 10$ alla campagna. Ieri mi ha scritto Jennifer per conto di Aidan King, Social Media manager della campagna Bernie Sanders 2016, congratulandosi con noi per tutto quello che facciamo e chiedendomi se potevo tradurre alcuni testi dall’inglese all’italiano.
Sono molto grato allo staff di Bernie per questo messaggio, perché i programmi di Possibile e di Bernie sono molto simili e in entrambi la parola Equality/Uguaglianza appare spesso sia quando l’argomento riguarda i diritti civili che quando si parlà di welfare e di economia.
Come iscritto e militante di Possibile vorrei continuare a contribuire a questa campagna elettorale esaltante e coinvolgente e vorrei che tutte le nostre campagne e iniziative future fossero così. Esaltanti, coinvolgenti e propositive.
Ho gettato il seme per un gemellaggio tra sostenitori italiani di Bernie e elettori americani che spero faccia affluire nelle nostre pagine tanti supporter e simpatizzanti.
Tra i sostenitori italiani più conosciuti volevo citare oltre al supporter della prima ora Pippo Civati anche il gruppo di Gazebo che dalla trasmissione per voce di Diego “Zoro” Bianchi ha fatto più di un endorsement per Bernie.
Grazie a tutti coloro che vorranno far parte di questa avventura che permetterà a due mondi apparentemente molto distanti di incontrarsi sul terreno della politica
Metterò gli indirizzi dei nostri account in calce all’articolo e spero che siate in tanti a seguirci e a contribuire comunque possiate.
Grazie!
P.S. Il mio sogno è essere in America nelle settimane che porteranno all’8 novembre data delle presidenziali americane.
A future to believe in.
Fb: Italians for Bernie Sanders
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