Ius Soli, Civati-Maestri: Cittadinanza a Rami non sia una serie tv

“Il rico­no­sci­men­to del­la cit­ta­di­nan­za a Rami non può diven­ta­re una serie tv con gli espo­nen­ti del Movi­men­to 5 Stel­le che dico­no una cosa e il mini­stro del­l’In­ter­no Sal­vi­ni che li deri­de. È un tema trop­po serio per esse­re deru­bri­ca­to a uno show media­ti­co: pri­ma di tut­to biso­gna dare la cit­ta­di­nan­za a Rami e a tut­ta la sua fami­glia. Ma è neces­sa­rio anche sta­bi­li­re un prin­ci­pio di civil­tà: la cit­ta­di­nan­za non è un pre­mio a pun­ti, ma un tema su cui inter­ve­ni­re intro­du­cen­do lo Ius Soli. Con serie­tà e sen­za pro­pa­gan­da”. Lo dichia­ra­no Giu­sep­pe Civa­ti, fon­da­to­re di Pos­si­bi­le, e Andrea Mae­stri del­la segre­te­ria nazio­na­le di Pos­si­bi­le, com­men­tan­do il dibat­ti­to in cor­so nel governo.

“Pur­trop­po inve­ce — aggiun­go­no Civa­ti e Mae­stri —  il discor­so sta pro­se­guen­do a col­pi di bat­tu­te madia­ti­che, pri­ma con Di Maio e oggi con Bona­fe­de che repli­ca­no a Sal­vi­ni. Sem­bra pro­prio che la cit­ta­di­nan­za di Rami sia solo l’en­ne­si­ma pun­ta­ta di que­sto peren­ne scon­tro tra 5 Stel­le e Lega. Solo che il fina­le è scon­ta­to: il mini­stro del­l’In­ter­no pie­ga gli allea­ti ai suoi voleri”.

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