“Siamo molto contenti che sia data la cittadinanza a Rami, il bimbo che nei giorni scorsi ha salvato i suoi amici dalla possibile strage a San Donato Milanse. Ma il vicepresidente del Consiglio Di Maio, tanto per cambiare, sbaglia: lo Ius Soli deve essere una priorità per un Paese civile. Per noi è in cima all’agenda. Ci sono centinaia di migliaia di persone che sono italiane nei fatti: lavorano e versano i contributi in Italia, i loro figli vanno a scuola e si sentono italiani. E basta. Il caso di Rami rischia perciò di fornire una versione fuorviante: lascia intendere che la cittadinanza sia un premio ai meritevoli di particolari azioni e non un diritto da concedere a chi vive in un Paese da comune cittadino”. Lo dichiarano Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, e Andrea Maestri della segreteria nazionale di Possibile.
“Peraltro — aggiungono Civati e Maestri — nella scorsa legislatura è stato proprio il Movimento 5 Stelle a fare tattica sullo Ius Soli, già peraltro molto soft, affossando definitivamente la riforma. Ecco Di Maio sul tema non è propriamente il miglior modello da seguire”.