Nei giorni immediatamente precedenti alla crisi umanitaria di queste ore, il Presidente della camera Roberto Fico riceveva una delegazione di Medici senza frontiere, in seguito alla quale scriveva:
Abbiamo affrontato diversi temi come la gestione dei flussi migratori e l’impegno di Msf nelle zone di conflitto e nel soccorso in mare. Proprio nelle scorse settimane a bordo di una nave dove è presente il loro staff è nato il piccolo Miracle. Organizzazioni come Medici senza frontiere svolgono un lavoro prezioso in contesti difficili prestando assistenza e supporto umano a popolazioni vittime di guerre, catastrofi naturali, epidemie. Un lavoro nelle situazioni più critiche e di rischio per la vita che deve essere oggetto di attenzione, ma anche di sostegno ideale e umano da parte delle istituzioni italiane ed europee. Perché i principi di cooperazione e di solidarietà sono capisaldi di una società democratica.
Questo accadeva venerdì 8 giugno, poche ore prima che — compattamente — il governo gialloverde decidesse di chiudere i porti italiani e di negare l’attracco alla nave Aquarius. Che valore concreto possiamo dare alla sua azione e alle sue parole? Nessuno, purtroppo. Matteo Salvini, in qualità di ministro dell’Interno, ha fortemente voluto intestarsi la decisione, ma è comunque stata appoggiata anche dal M5S, a partire da Danilo Toninelli che in qualità di ministro con delega alle Infrastrutture, sotto cui ricade anche la gestione dei porti, avrebbe potuto fare diversamente.
Sfortunatamente, è una dinamica che abbiamo già visto: per la precisione, nei due ultimi governi a guida Pd, quello Renzi e quello Gentiloni. Che Roberto Fico rappresenti una componente più di sinistra del M5s rileva poco o nulla, infatti, come poco o nulla rilevava in questi anni che nel Pd ci fosse ancora un elettorato e qualche esponente di pregio altrettanto o anche più a sinistra. Ma quali sono state, nel concreto, le politiche portate avanti da quei governi? Esattamente un anno fa il governo Gentiloni annunciava di esser pronto a chiudere i porti italiani, proprio come l’attuale.
Se sono politiche disumane, razziste e della peggior destra quelle di oggi, allora lo erano anche quelle di allora. I distinguo di testimonianza “da dentro”, come non bastavano prima, non bastano adesso, e non possiamo ricominciare di nuovo a dare importanza a un dibattito interno al M5s come se non avessimo già perso abbastanza tempo con quello, identico, che si è svolto dentro al Pd.
Contano i fatti: come allora la legge Minniti-Orlando portava la firma di un esponente della sinistra Pd, oggi il respingimento della Aquarius porta la firma del M5s, ed è una complicità da cui il Presidente Fico non si può esentare ricevendo una Ong a Montecitorio.
Nei fatti, oggi il Pd fa professione di solidarietà mandando una delegazione in visita a San Ferdinando, in Calabria, dopo l’omicidio di Sacko Soumalia, ma continua a difendere le politiche discriminatorie promosse dal suo ex ministro Minniti, aumentando la schizofrenia della propria posizione, così come Fico scrive parole di solidarietà mentre i suoi compagni ministri violano il diritto internazionale. Sarebbe bello e certamente utile se il Pd tornasse nell’alveo dei valori innanzitutto umani della sinistra, e ugualmente sarebbe prezioso se chi in questi anni da sinistra ha creduto nel M5s fino a rappresentarne una delle posizioni apicali facesse lo stesso, ma ciò che sicuramente non è né utile né decente è smarcarsi solo a parole senza rinnegare queste politiche, e restare comodamente dentro senza concretamente cambiare nulla. A giovarsene, come ormai è dimostrato, è solo la destra peggiore, e anche questo è un esito innegabile poiché lo abbiamo visto già.
Parlare di foglia di Fico viene fin troppo facile ma è comunque accurato: non copre nulla, e non fa altro che rendere ancora più evidente la vergogna.