«Sono tutti uguali», si diceva una volta, per descrivere la politica – e i politici, soprattutto. E si dice anche oggi, perché nel momento in cui nessuno scrive più un programma nero su bianco, sul quale costruire il consenso, e ci si riduce al posizionamento dettato dai sondaggi e dal sentiment della rete, allora sì che si diventa tutti uguali.
Della depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina non si può parlare, «perché l’opinione pubblica non capirebbe». Lo stesso vale per i diritti civili. Nonostante ci si appresti a votare una legge sicuramente non all’avanguardia, dopo la «libertà di coscienza» concessa da Renzi ai parlamentari del Partito Democratico, oggi arriva la «libertà di coscienza» concessa da Grillo ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, in occasione delle prossime votazioni, alla Camera e al Senato, del disegno di legge Cirinnà.
Una vera e propria epidemia di libertà, guardacaso in occasione di un provvedimento che qualche libertà vorrebbe espanderla. E un improvviso moto di coscienza, come se la coscienza fosse solo quella dei “rappresentanti”, e non dei “rappresentati”.
Siamo qui, con Possibile, con i Comitati, con gli attivisti, per capovolgere questa dinamica orientata al potere e al consenso. Per rappresentare in tutte le sedi istituzionali la volontà del popolo, costituzionalmente. Per ampliare le sfere di libertà, di tutti, senza preconcetti e senza tabù, con l’obiettivo dell’uguaglianza. Senza che nessuno debba concedere alcunché, ma nel rispetto della libertà e della coscienza. Quelle degli elettori.
Per questo motivo ci batteremo sin da subito, in Parlamento e in tutti i territori, per andare oltre il disegno di legge Cirinnà, per il matrimonio ugualitario, per le adozioni, e per affrontare con laicità il tema della gestazione d’appoggio, strumentalizzato e massacrato dal dibattito degli ultimi mesi.