Ho indossato una #magliettarossa anch’io. Perché la paura e la speranza di quelle mamme, che vestono di quel colore i propri bambini prima di attraversare il Mediterraneo in modo da renderli facilmente visibili nel caso di naufragi, è la mia paura e la mia speranza. Perché io sono quelle mamme e non potrei non esserlo.
So cosa significa vivere sulla pelle il terrore di perdere il proprio figlio per sempre, per motivi diversi certo, ma quel tipo di terrore è terrore e non può mai essere più o meno importante.
E a chi mi giudica ipocrita e radical chic senza interrogarsi, senza riflettere, senza un pensiero critico rispondo solo che per i miei valori, per le cose in cui credo, per l’impegno che metto pur di dare il mio piccolo contributo, mentre loro stanno al mare in una calda domenica di luglio, io sto aspettando un autobus (sì, esatto, un autobus non il jet privato) e le sue 13 ore di viaggio per tornare a casa.
Altro che rolex, attico a New York e cazzate varie.
E non sarà certo la vostra stupida guerra a chi manifesta umanità a cambiare le cose di questo paese che ha diseguaglianze disseminate ovunque.
Ecco, avete bisogno di un nemico? Cercatelo in chi si approfitta e sfrutta queste diseguaglianze, non in chi sta peggio. E soprattutto non nei bambini.