Troppo preso il premier-Zelig, troppo nervosa la ministra per le ‘riforme’, scende in campo Beatrice Lorenzin.
Reduce dai successi del Fertility Day, soprattutto sul versante comunicativo, non è sembrato vero ai bastosi del sì mandarla allo sbaraglio sul tema che padroneggia meglio, la Sanità.
Spiega che se vince il Sì, dopo l’elegante riferimento ai malati di tumore della ministra Boschi, sarà soprattutto chi è malato di diabete a ottenere i maggiori benefici.
Sì, perché essendo la tutela della Salute in capo allo Stato — come competenza esclusiva — tutti avranno la stessa qualità di cure, gli stessi strumenti, le stesse possibilità di accesso.
Una prospettiva straordinaria che ha solo un difetto: non è vera.
Primo, perché la tutela della salute è prevista — ovviamente — nella prima parte della Costituzione, all’articolo 32 (al quale possiamo aggiungere la tutela dei diritti inviolabili di cui all’articolo 2 e il principio di uguaglianza sostanziale di cui all’articolo 3, comma 2).
Secondo, perché ora la competenza è concorrente, il che significa che le norme generali sono definite dallo Stato, proprio come prevede anche la riforma costituzionale, che — tolta la competenza concorrente — attribuisce comunque allo Stato la competenza sulle disposizioni generali (e comuni) e lascia il resto alle Regioni.
E infatti — terzo -, posti quei principi generali, sarebbero le Regioni, con competenza esclusiva a loro volta, a definire come organizzare i servizi. Così dice la riforma.
Peraltro, proprio in relazione alla ripartizione di competenze tra lo Stato e le Regioni, avremo nuovi, diversi e ulteriori conflitti rispetto a quelli conosciuti, proprio perché la riforma introduce nuovi e più lunghi elenchi di competenze esclusive.
Da ultimo vorremmo dire che la Corte costituzionale è già intervenuta per dire che la sanità deve rispettare su tutto il territorio i livelli essenziali di prestazione. Livelli che saranno tanto migliori quante più risorse il Governo destinerà alla tutela della salute, magari evitando di distrarre fondi, ad esempio, a vantaggio di tutti i diciottenni, anche se calciatori di serie A, figli di parlamentari o di grandi manager, eredi di grandi fortune. Eppure non ci pare che su questo la ministra Lorenzin abbia opposto resistenza per cercare di recuperare risorse per la tutela della salute.
Ecco, prima di strumentalizzare tutto, anche la salute e le sofferenze di chi ne ha poca, chi è al Governo, anziché lagnarsi delle regole, pensi ad applicarle bene, ricordando il principio di uguaglianza sostanziale, che sempre più viene lasciato sulla carta.