Correva l’anno 2016 quando Possibile presentò una proposta di legge sulla Tampon Tax. Da allora tante cose sono cambiate (il dibattito ora c’è, ad esempio) ma l’IVA sui prodotti igienico-sanitari per il ciclo è rimasta invariata, pari a quella dei beni di lusso. Allora è il caso di non demordere e insistere chiedendo in ogni comune italiano di approvare una mozione per l’abbassamento dell’aliquota IVA sui prodotti igienico-sanitari. I comuni da soli non possono farsi carico economicamente di questa palese discriminazione frutto di un decreto del Presidente della Repubblica del 1972 (che ha fissato le agevolazioni delle aliquote IVA e i beni essenziali che hanno diritto a usufruirne) ma possono e devono fare la loro parte sensibilizzando l’opinione pubblica, incalzando il Governo, con campagne, progetti educativi e gesti simbolici (riportati nella mozione).
Questa è una battaglia di civiltà, una questione economica e sanitaria concreta che riguarda la parità di genere che è proprio uno dei compiti fondamentali che lo Stato deve garantire: la rimozione degli ostacoli ”di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana’’ (Art.3 della Costituzione). Bisogna abbattere questo tabù, andare oltre gli stereotipi e costruire (finalmente) una società che non sia a misura solo maschile. Parlare di riduzione della Tampon Tax significa parlare di uguaglianza, evitando di banalizzare la questione, ed è fondamentale che a farlo siano anche gli uomini, perché ci riguarda tutti.
Una direttiva europea (2006/112/CE) che permette di ridurre l’IVA su bene essenziali c’è da tempo e via via sono stati tanti i Paesi che si sono conformati abbassandola o fornendo gratuitamente prodotti igienici alle persone più bisognose: i tempi sono maturi anche qui in Italia, però ci vuole un incoraggiamento ulteriore per vincere la reticenza della politica sugli assorbenti.
La povertà mestruale non sparisce facendo finta che non esista o più semplicemente non parlandone, non siamo a Zugarramurdi, la politica serve ad affrontare i problemi e provare a risolverli, a partire anche da mozioni come questa.