La polizia israeliana ha fatto irruzione in due librerie palestinesi a Gerusalemme Est

Il sistema di apartheid israeliano si muove sempre più velocemente nella direzione di una cancellazione culturale che a Gerusalemme è particolarmente visibile.
Ieri a Geru­sa­lem­me est la poli­zia israe­lia­na ha fat­to irru­zio­ne in due libre­rie pale­sti­ne­si, le due sedi del­l’E­du­ca­tio­nal Book­shop, nel­la Geru­sa­lem­me est occu­pa­ta, con­fi­scan­do i libri e arre­stan­do uno dei pro­prie­ta­ri e suo nipote.
Le accu­se rivol­te alla libre­ria, che dal 1984 costi­tui­sce un pun­to di rife­ri­men­to cul­tu­ra­le e socia­le in una Geru­sa­lem­me sem­pre più giu­daiz­za­ta e mili­ta­riz­za­ta, sono quel­le di ven­de­re libri che inneg­gia­no al ter­ro­ri­smo e al sen­ti­men­to nazio­na­le palestinese.
Il siste­ma di apar­theid israe­lia­no si muo­ve sem­pre più velo­ce­men­te nel­la dire­zio­ne di una can­cel­la­zio­ne cul­tu­ra­le che a Geru­sa­lem­me è par­ti­co­lar­men­te visi­bi­le. Gli spa­zi di con­di­vi­sio­ne e di vita dei e del­le pale­sti­ne­si sono ridot­ti all’os­so: con­fi­sche, demo­li­zio­ni, dinie­go di per­mes­si, anche per atti­vi­tà com­mer­cia­li come risto­ran­ti e bar, di rima­ne­re aper­ti fino a tar­di restrin­go­no la pos­si­bi­li­tà di aggre­ga­zio­ne, con­fron­to e orga­niz­za­zio­ne del popo­lo pale­sti­ne­se gero­so­li­mi­ta­no, pri­va­ti dei loro dirit­ti civi­li e poli­ti­ci, dal­l’a­bi­ta­re, come nei quar­tie­ri di Sil­wan o a Shei­kh Jar­rah, all’ac­qui­sta­re libri sul­la sto­ria, cul­tu­ra e resi­sten­za palestinese.
Oggi si è tenu­ta la pri­ma udien­za per l’ar­re­sto di Mah­moud e Ahmad Muna a cui era­no pre­sen­ti i rap­pre­sen­tan­ti del­le mis­sio­ni diplo­ma­ti­che del­l’U­nio­ne Euro­pea, di diver­si sta­ti mem­bri del­l’UE, del Regno Uni­to e del Bra­si­le e non è chia­ro qua­le sarà la deci­sio­ne del tri­bu­na­le sul­le libre­rie e la fami­glia Muna.
Del­l’I­ta­lia e dei suoi rap­pre­sen­tan­ti, a Geru­sa­lem­me, nes­su­na traccia.

Pos­si­bi­le Palestina

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