La posizione peggiore

Se si vota sì a una riforma che non si condivide o che addirittura è definita brutta, scritta male, manchevole di equilibrio e di misura, si fa un grave errore. Non si risolvono "gli altri motivi" e si creano soltanto altri problemi.

Votia­mo con­vin­ta­men­te No.

Rispet­tia­mo però chi vota sì, sul­la base di una con­di­vi­sio­ne del­la ‘rifor­ma’. Non con­di­vi­dia­mo, ma è una posi­zio­ne legit­ti­ma, come la nostra, che vor­rem­mo fos­se rispet­ta­ta, in un gio­co demo­cra­ti­co pulito.

Quel­li che pro­prio non capia­mo sono i cri­ti­ci del­la rifor­ma che vota­no sì “per altri motivi”.

La Costi­tu­zio­ne non vale per il 5 dicem­bre. Vale sem­pre. Vale per que­sto gover­no e per i pros­si­mi. Che poi — pri­ma o poi — si vota. E il gover­no cam­bie­rà allo­ra. L’at­tua­le no, non cam­bie­rà. Al mas­si­mo cam­bie­rà il pre­mier, ma dubi­to che ci sia­no rove­scia­men­ti par­ti­co­la­ri, e tut­ti quel­li del­la mag­gio­ran­za stan­no chie­den­do a Ren­zi di rima­ne­re in ogni caso. Per un pre­mier che è anda­to al gover­no così, non mi pare un trau­ma rima­ne­re, che ne dite?

Il voto di dome­ni­ca è un voto par­ti­co­la­re. Non è un son­dag­gio sul gra­di­men­to o un voto sul Par­la­men­to, è un voto sul­la Costi­tu­zio­ne, che per sua natu­ra è più impor­tan­te. Per­ché è alla base di qual­sia­si gover­no e di qual­sia­si Par­la­men­to e del loro rap­por­to con le cit­ta­di­ne e i cittadini.

È il pat­to, la car­ta fon­da­men­ta­le che solo un fol­le potreb­be bran­di­re con­tro gli altri, quel­li che non sono d’ac­cor­do con lui.

Se si vota sì a una rifor­ma che non si con­di­vi­de o che addi­rit­tu­ra è defi­ni­ta brut­ta, scrit­ta male, man­che­vo­le di equi­li­brio e di misu­ra, si fa un gra­ve erro­re. Non si risol­vo­no “gli altri moti­vi” e si crea­no sol­tan­to altri problemi.

Si cade oltre­tut­to nel­la trap­po­la che una cer­ta pro­pa­gan­da ali­men­ta, incu­ran­te del valo­re del­la Car­ta, solo per man­te­ne­re gli equi­li­bri all’in­ter­no di un par­ti­to o di una mag­gio­ran­za, che già con­tie­ne destra e sini­stra e che appa­re ogni gior­no di più ambidestra.

Dite­lo a chi è anco­ra inde­ci­so. Si vota sul­la Costi­tu­zio­ne. E a un pre­mier che fa capi­re nel­le sue mil­le­mi­la appa­ri­zio­ni che si vota tra il ‘nuo­vo’ e il nul­la, ricor­da­te­gli che la Costi­tu­zio­ne non è nul­la. E che è sta­ta fat­ta per uni­re, non per divi­de­re. Quel­la che c’è. Quel­la ‘nuo­va’ pur­trop­po no.

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