[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ha sancito, giustamente, la sospensione di tutte le attività produttive e professionali non ritenute necessarie, a tutela della salute pubblica, nonostante ciò sia avvenuto con notevole ritardo ed in maniera insufficiente.
Nel campo dell’istruzione, i ministeri di Scuola e Università hanno attivato la modalità telematica della didattica a distanza, e di ciò tutti noi studenti siamo grati, nonostante i disagi che la frequenza dei corsi da casa possono causare. Siamo ben felici di farci carico, come tutti, di questo impegno per tutelare la salute nostra e dell’intera comunità.
Quanto disposto, però, deve garantire alcuni strumenti essenziali per non pregiudicare il diritto allo studio, quelli di cui non si può fare a meno per poter proseguire il proprio percorso di studi, per approfondire e capire quanto appreso durante le lezioni, per effettuare un’analisi individuale dei temi trattati: i libri di testo.
Bisogna evitare che le restrizioni imposte a studenti e studentesse, come a tutti gli altri cittadini, li penalizzino eccessivamente rispetto ai loro colleghi, passati e futuri, che non hanno vissuto e non vivranno questa situazione straordinaria, e per far ciò occorre dar loro modo di reperire i testi che trattano le discipline studiate.
Questi, ovviamente, non sono più acquistabili nelle librerie, nelle cartolibrerie e negli altri negozi tradizionali e sono stati, fino a due giorni fa, disponibili solamente attraverso tutte le piattaforme online di e‑commerce. Ora, queste hanno iniziato a porre forti limitazioni nelle consegne, in particolare su alcuni beni non ritenuti indispensabili per i consumatori.
La homepage di Amazon Italia recita: “Stiamo dando priorità ai prodotti di cui i clienti hanno più bisogno. Alcuni articoli potrebbero non essere disponibili.”
Quella di libreriauniversitaria.it: “In ottemperanza alle disposizioni del Dpcm, le spedizioni sono sospese almeno fino al 6 aprile 2020”.
Lo stesso avviene in moltissimi altri casi, pregiudicando la disponibilità dei libri di testo. In un momento in cui si continua a lasciare aperte fabbriche e aziende non essenziali, e si discute di “essenzialità” e “funzionalità”, la reperibilità dei libri di testo andrebbe garantita (allestendo sistemi di spedizione sicuri per lavoratori e lavoratrici coinvolti in ogni passaggio) in quanto beni non meramente funzionali, ma indispensabili per l’istruzione, per consentire a tutti e a tutte la fruizione di un diritto costituzionale riconosciuto anche degli ultimi DPCM, il diritto allo studio.
Andrea Benedetti[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]