La retromarcia della sinistra che insegue le destre

Passo dopo passo, ordinanza dopo ordinanza, il campo della sinistra - con alcune eccezioni - ha ceduto alla peggiore retorica leghista, naturalmente adottando toni gentili, cortesi e civili, ma senza il coraggio di imporre un proprio pensiero autonomo. Erano gli anni delle ordinanze antikebab e antiphone-center, delle insegne etniche che non vanno bene, e di un sacco di amenità varie.

Per chi è cre­sciu­to a nord del Po, la retro­mar­cia cul­tu­ra­le del­la sini­stra non è una novi­tà. Sono anni che l’in­se­gui­men­to del­la Lega Nord da par­te dei cosid­det­ti pro­gres­si­sti ha gene­ra­to, a quel­le lati­tu­di­ni, veri e pro­pri mostri:

La Lega è pron­ta a orga­niz­za­re asso­cia­zio­ni «con cen­ti­na­ia di volon­ta­ri», chie­den­do l’autorizzazione al pre­fet­to per fare le ron­de pre­vi­ste dal decre­to del gover­no. Anzi: non ron­de ma «pre­si­di dei cit­ta­di­ni», come le chia­ma il sin­da­co Leti­zia Morat­ti. Il pre­si­den­te del­la Pro­vin­cia, Filip­po Pena­ti, susci­tan­do mol­ti imba­raz­zi a sini­stra, rilan­cia con un ban­do di 250mila euro per i Comu­ni che voglio­no organizzarle.

Un imba­raz­zo desti­na­to a sva­ni­re in fret­ta, dato che lo stes­so Filip­po Pena­ti fu can­di­da­to pre­si­den­te del­la Regio­ne Lom­bar­dia nel 2010.

Pas­so dopo pas­so, ordi­nan­za dopo ordi­nan­za, il cam­po del­la sini­stra — con alcu­ne ecce­zio­niha cedu­to alla peg­gio­re reto­ri­ca leghi­sta, natu­ral­men­te adot­tan­do toni gen­ti­li, cor­te­si e civi­li, ma sen­za il corag­gio di impor­re un pro­prio pen­sie­ro auto­no­mo. Era­no gli anni del­le ordi­nan­ze anti­ke­babanti­pho­ne-cen­ter, del­le inse­gne etni­che che non van­no bene, e di un sac­co di ame­ni­tà varie. Era­no gli anni del­la sicu­rez­za, impo­sta con la for­za e non costrui­ta nei quar­tie­ri, dei mili­ta­ri per le stra­de e non del­la con­di­vi­sio­ne del­le piazze.

Nul­la è cam­bia­to, anzi. E se pri­ma era neces­sa­rio spo­star­si a nord del Po, oggi il man­tra del­la sicu­rez­za è arri­va­to nel­la ros­sa Bolo­gna. Dopo mesi in cui Vir­gi­nio Mero­la ha fat­to pra­ti­ca, il bal­lot­tag­gio con Lucia Bor­gon­zo­ni (Lega Nord) ha pro­dot­to que­sta cosa qui:

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«Dob­bia­mo fare nostra la paro­la sicu­rez­za, dob­bia­mo dimo­stra­re coi fat­ti che è una paro­la di sini­stra, dob­bia­mo sot­trar­la al ran­co­re del­la Lega Nord», si leg­ge nel­l’ar­ti­co­lo pub­bli­ca­to sul Cor­rie­re di Bolo­gna: biso­gna dar­ci un po’ di cera e ren­der­la pota­bi­le, insom­ma. Ma la sostan­za non cam­bia.

Noi stia­mo dal­l’al­tra par­te. La par­te che costrui­sce con­vi­ven­za e che abi­ta i quar­tie­ri. La par­te dei dirit­ti e non del­le ordi­nan­ze. Sia­mo di fron­te all’en­ne­si­ma dimo­stra­zio­ne del­lo smar­ri­men­to cul­tu­ra­le di quel­la che una vol­ta chia­ma­va­mo sini­stra, inca­pa­ce di far­si cari­co del­le clas­si debo­li del­la socie­tà, da pro­teg­ge­re e da orga­niz­za­re col­let­ti­va­men­te con­tro le éli­tes di ogni sor­ta, con­tro il fami­ge­ra­to 1%. Una sini­stra che si fa essa stes­sa espres­sio­ne del­le for­zi dominanti.

Così lo stra­nie­ro diven­ta, per tut­ti, nemi­co da com­bat­te­re, per­ché para­dig­ma del­le pau­re e del­le insi­cu­rez­ze del­la popo­la­zio­ne. Che distin­zio­ne rea­le può esi­ste­re tra una sini­stra (qua­le sini­stra?) così pen­sa­ta e le destre? Che fun­zio­ne svol­ge que­sta sini­stra? Che pro­gres­so potrà mai por­ta­re se è lo stes­so pro­gres­so che han­no in men­te le destre, solo più educato?

Eri­ka Capasso

Ste­fa­no Catone

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Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.