La ricerca diventa ancora più precaria se al femminile

Barbara, da 15 anni ricercatrice precaria presso il dipartimento di Agraria a Grugliasco, non riceverà più la borsa di studio dopo aver annunciato che stava aspettando un figlio

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1497972512419{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Mercoledì 14 Giu­gno è sta­to inau­gu­ra­to pres­so il ret­to­ra­to lo spor­tel­lo pre­ca­rio, un pun­to di ascol­to per tutte le figu­re pre­ca­rie del­la ricer­ca del­l’U­ni­ver­si­tà di Tori­no. Nato dal con­ti­nuo e fon­da­men­ta­le impe­gno del­le ragaz­ze e dei ragaz­zi del Coor­di­na­men­to Ricer­ca­to­ri Non Strut­tu­ra­ti Uni­ver­si­ta­ri in col­la­bo­ra­zio­ne con Flc Cgil Tori­no, pun­ta a diven­ta­re uno spa­zio in cui for­ni­re sup­por­to e infor­ma­zio­ni sui dirit­ti e sul­le tute­le di que­sti “non lavo­ra­to­ri” (come li ha defi­ni­ti l’at­tua­le mini­stro del lavo­ro #Polet­ti).

E già all’a­per­tu­ra del­lo spor­tel­lo ci si tro­va davan­ti ad una gra­ve vicenda.

Bar­ba­ra, da 15 anni ricer­ca­tri­ce pre­ca­ria pres­so il dipar­ti­men­to di Agra­ria a Gru­glia­sco, non rice­ve­rà più la bor­sa di stu­dio dopo aver annun­cia­to che sta­va aspet­tan­do un figlio. Il suo lavo­ro in labo­ra­to­rio la met­te­reb­be in con­tat­to con sol­ven­ti che com­por­ta­no dei rischi per la gravidanza. 

Inve­ce di tro­va­re solu­zio­ni alter­na­ti­ve, pre­vi­ste per esem­pio nel caso del­le spe­cia­liz­za­zio­ni in medi­ci­na, la ricer­ca di Bar­ba­ra, il lavo­ro scien­ti­fi­co al qua­le ha dedi­ca­to 15 anni, si fer­me­ran­no.

A ciò si aggiun­ge la dif­fi­col­tà di una gio­va­ne ricer­ca­tri­ce, Bar­ba­ra, che ha davan­ti un futu­ro incer­to sen­za un lavo­ro retri­bui­to. E che, in quan­to bor­si­sta, non rice­ve­rà alcu­na pro­te­zio­ne socia­le (nean­che la Dis-Coll, anche se recen­te­men­te è sta­ta este­sa a dot­to­ran­di e assegnisti).

I nostri dipar­ti­men­ti uni­ver­si­ta­ri sono pie­ni di ricer­ca­tri­ci come Bar­ba­ra e gio­va­ni ricer­ca­to­ri tren­ten­ni e oltre che, in con­di­zio­ni sem­pre più pre­ca­rie con­du­co­no stu­di di alto livel­lo, con­tri­buen­do a ren­de­re com­pe­ti­ti­va la ricer­ca e la didat­ti­ca dei nostri atenei.

E anche loro han­no dirit­to ad un futu­ro, a crear­si una fami­glia se vor­ran­no, qui o altro­ve, a loro la scel­ta. Ma la scel­ta deve esse­re con­sa­pe­vo­le e spet­ta­re a loro, loro devo­no esse­re gli arte­fi­ci del pro­prio futu­ro. Loro e non un asse­gno o una bor­sa di ricer­ca non rin­no­va­ti, loro e non una tra­fi­la di con­trat­ti inter­val­la­ti da mesi di lavo­ro non paga­ti, loro e non una con­ti­nua man­can­za di finan­zia­men­ti all’Università.

Per que­sto con Pos­si­bi­le abbia­mo aper­to call per far­ci rac­con­ta­re da chi vive que­ste cosa pos­sia­mo fare di con­cre­to per il nostro siste­ma uni­ver­si­ta­rio, per lavo­ra­re insie­me su un’i­dea comu­ne di Uni­ver­si­tà, in modo tale da aiu­ta­re a por­ta­re i pro­ble­mi e le cri­ti­ci­tà del­l’u­ni­ver­si­tà pub­bli­ca ita­lia­na in cima alla lista di prio­ri­tà di chi avrà inten­zio­ne di gover­na­re il Pae­se.

La #pri­ma­co­sa, insom­ma, per pre­pa­ra­re #gior­ni­mi­glio­ri.

Valen­ti­na Sar­ti Man­to­va­ni[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Possibile sostiene Coopla Green. Fallo anche tu.

Pri­ma l’a­zien­da si chia­ma­va Man­fre­pla­st e pro­du­ce­va sto­vi­glie in pla­sti­ca monou­so. Ope­ra­ie e ope­rai licen­zia­ti voglio­no ricon­ver­ti­re l’azienda nel­la pro­du­zio­ne di posa­te com­po­sta­bi­li uti­liz­zan­do solo ener­gie rinnovabili.

Han­no biso­gno del soste­gno di tut­te e tut­ti noi. Noi abbia­mo fat­to la nostra par­te, ma chie­dia­mo anche a te di fare un pic­co­lo sforzo.