La riforma dei trattati non è più un tabù: l’accordo di coalizione che guiderà la politica del nuovo governo tedesco di Olaf Scholz insiste esplicitamente sulla necessità di cambiare il funzionamento dell’Ue attraverso una riforma istituzionale che parta dal basso, attraverso la convocazione di un’assemblea costituente. Si indica la Conferenza sul futuro dell’Europa (#CoFoE) attualmente in corso, come un’opportunità per avviare il dibattito sulla riforma istituzionale.
« La Conferenza sul futuro dell’Europa dovrebbe sfociare in una convenzione costituente e portare all’ulteriore sviluppo di uno Stato federale europeo, anch’esso organizzato in modo decentrato secondo i principi di sussidiarietà e proporzionalità e basato sulla Carta dei diritti fondamentali ».
Tra le necessarie riforme, da ottenere preferibilmente attraverso una riforma dei trattati, il patto indica la volontà di « rafforzare il Parlamento europeo » conferendogli il potere di iniziativa, ovvero la capacità di proporre atti legislativi Ue. Infatti, nell’attuale assetto istituzionale questa prerogativa è riservata alla Commissione europea. Paradossalmente il Parlamento europeo — l’unica istituzione Ue direttamente eletta dai cittadini — non ha modo di avviare autonomamente il processo legislativo.
Quanto al processo decisionale europeo, il governo tedesco intende «dare nuovamente priorità al metodo comunitario», ovvero estendere il campo delle materie in cui il Consiglio decide a maggioranza qualificata, mettendo così ai margini il metodo dell’unanimità (ancora necessario per decidere in materie chiave tra cui politica estera, immigrazione, sanità). Ciò permetterebbe al Parlamento e al Consiglio di agire sullo stesso piano da co-legislatori.
Infine, guardando alle elezioni europee del 2024, il patto di coalizione mette avanti la creazione di liste « in parte transnazionali » ed il riconoscimento del « sistema vincolante dello Spitzenkandidat », ovvero del candidato alla guida della Commissione europea che, andrebbe dichiarato prima delle elezioni dai singoli partiti.
Nella stessa ottica, nel Manifesto di Possibile si legge che l’attività del Parlamento europeo dovrebbe essere portata « su un piano di completa parità nell’ambito del procedimento legislativo realizzando assieme al Consiglio un bicameralismo secondo il modello degli Stati federali ».
Riguardo alle elezioni europee, sempre con l’obiettivo di aumentare e migliorare la qualità della partecipazione dei cittadini alla politica europea, Possibile sostiene l’idea di tenere le elezioni europee nello stesso giorno in tutti i paesi europei e sulla base di un’unica legge elettorale, che si basino su « programmi elaborati da partiti europei e che (almeno come misura provvisoria) vi sia un obbligo per gli Stati di candidare nelle proprie liste un certo numero di candidati di altri Paesi europei ». Insomma, il governo tedesco ci dimostra che anche la battaglia verso un’Europa federale, più vicina ai cittadini, in grado di tutelare le minoranze e le diversità, mettendo al centro la persona, è possibile.
«Le cause sono perse solo se nessuno è disposto a combatterle».