La riforma elettorale: storytelling

di Giu­sep­pe Civa­ti e Andrea Pertici

In que­sti gior­ni il Sena­to discu­te l’Italicum, un “Por­cel­lum con le ali”, che non ci ha mai con­vin­to e di cui, infat­ti, ave­va­mo subi­to indi­vi­dua­to mol­ti difet­ti (dai pre­mi alle soglie, dal­le liste bloc­ca­te alla distri­bu­zio­ne nazio­na­le dei voti), chie­den­do­ne la modi­fi­ca.

La nostra pro­po­sta (#pro­po­sta­ci­va­ti), avan­za­ta anche da mol­ti altri, soprat­tut­to nel cen­tro­si­ni­stra (Pd e Sel) era mol­to sem­pli­ce: la rein­tro­du­zio­ne del Mat­ta­rel­lum, siste­ma basa­to sui COLLEGI UNINOMINALI, con cui i cit­ta­di­ni pos­so­no sce­glie­re i loro rap­pre­sen­tan­ti e gli elet­ti sono respon­sa­bi­li di fron­te agli elettori.

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Il nostro soste­gno a que­sto siste­ma, l’unico essen­zial­men­te volu­to dai cit­ta­di­ni con il refe­ren­dum del 18 apri­le 1993, risa­le al 2006.

In que­sta legi­sla­tu­ra, ave­va­mo pre­sen­ta­to le nostre pro­po­ste in meri­to, in modo chia­ro e docu­men­ta­to, soste­nen­do in par­ti­co­la­re il ritor­no alla leg­ge Mat­ta­rel­la nel model­lo pre­vi­sto per il Sena­to (sen­za liste bloc­ca­te e com­ples­si scor­po­ri). E la mag­gio­ran­za in Par­la­men­to per appro­va­re que­sta rifor­ma ci sareb­be (sta­ta), come ave­va­mo det­to e ripe­tu­to.

Secon­do la nostra pro­po­sta, poi, per dare fino in fon­do ai cit­ta­di­ni la pos­si­bi­li­tà di sele­zio­na­re i pro­pri rap­pre­sen­tan­ti, i can­di­da­ti nei col­le­gi dovreb­be­ro esse­re scel­ti in base a ele­zio­ni pri­ma­rie rego­la­te dal­la leg­ge e dal­la stes­sa pre­vi­ste come obbligatorie.

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Per que­sto, il Mat­ta­rel­lum, ver­sio­ne Sena­to, com­bi­na­to con ELEZIONI PRIMARIE, è il pri­mo pun­to del Pat­to repub­bli­ca­no.

La scel­ta dell’Ita­li­cum con il “Pat­to del Naza­re­no”, pro­prio men­tre era chia­ra la pre­sen­za di una mag­gio­ran­za (cer­to, diver­sa da quel­la di gover­no) sul Mat­ta­rel­lum, ci ha lascia­to mol­to per­ples­si, soprat­tut­to per­ché l’Italicum somi­glia­va dav­ve­ro trop­po al Por­cel­lum (l. 270 del 2005) appe­na dichia­ra­to inco­sti­tu­zio­na­le, soprat­tut­to per­ché non resti­tui­va quel rap­por­to tra elet­to­ri ed elet­ti che la leg­ge del 2005 ave­va cancellato.

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Le modi­fi­che che – come abbia­mo det­to – ave­va­mo pro­po­sto, sono sta­te tut­te respin­te con sde­gno, chie­den­do – per non osta­co­la­re il “Pat­to del Naza­re­no” – di riti­ra­re tut­ti gli emen­da­men­ti e fare in fretta.

Così alla Came­ra non è sta­to pos­si­bi­le alcun miglio­ra­men­to, ma è sta­to fat­to qual­che peg­gio­ra­men­to (come le can­di­da­tu­re plu­ri­me e la appli­ca­zio­ne del­la leg­ge solo per la ele­zio­ne dei depu­ta­ti men­tre sono elet­ti­vi anco­ra pure i sena­to­ri), cosic­ché la leg­ge aggiun­ge ai difet­ti del Por­cel­lum qual­cu­no proprio.

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In ogni caso, dopo que­sta appro­va­zio­ne fret­to­lo­sa alla Came­ra, con­clu­sa­si – a suon di blin­da­tu­re e sedu­te not­tur­ne – il 12 mar­zo scor­so (sen­za il voto del vostro affe­zio­na­tis­si­mo), la leg­ge è rima­sta fer­ma per otto mesi esat­ti, aven­do ripre­so il cam­mi­no in Sena­to il 12 novem­bre, ma con gran­de len­tez­za e assai scar­sa con­vin­zio­ne. Tan­to che è arri­va­ta in aula in que­sti gior­ni sen­za che la Com­mis­sio­ne aves­se con­clu­so i lavo­ri e, sen­za nep­pu­re un rela­to­re,… si navi­ga a vista.

Per mesi si è par­la­to di nume­ro­se modi­fi­che, alcu­ne del­le qua­li ripren­de­va­no pro­po­ste da noi avan­za­te e, a feb­bra­io 2014, respin­te con sde­gno (come l’innalzamento del­la per­cen­tua­le per otte­ne­re il pre­mio o l’abbassamento del­le soglie di sbar­ra­men­to da pre­ve­de­re come uni­che, sen­za distin­zio­ne tra liste coa­liz­za­te e non). Que­ste sono arri­va­te solo nel­la tar­da sera­ta di mar­te­dì, con un ine­di­to (per la pro­ce­du­ra par­la­men­ta­re) maxi-emen­da­men­to dei capi­grup­po di mag­gio­ran­za, rispet­to al qua­le sono sta­te “con­ces­se” tre ore per la pre­sen­ta­zio­ne di sube­men­da­men­ti. A par­te il fat­to che – come al soli­to – sia­mo alla for­za­tu­ra del­le pro­ce­du­re e allo svi­li­men­to del Par­la­men­to, i difet­ti riman­go­no mol­tis­si­mi (dall’assenza del­le pri­ma­rie, ai capo­li­sta bloc­ca­ti con tan­to di plu­ri­can­di­da­tu­re che arri­va­no addi­rit­tu­ra a die­ci, fino al siste­ma di ripar­to dei voti, per cita­re alcu­ni pun­ti fondamentali).

Insom­ma, c’è – come ormai d’abitudine – mol­ta con­fu­sio­ne, nes­su­na atten­zio­ne per il lavo­ro che potreb­be fare il Par­la­men­to, e – soprat­tut­to – nel­la leg­ge sem­bra­no desti­na­ti a rima­ne­re comun­que gros­si limiti.

Per que­sto, fer­mo restan­do che la nostra pro­po­sta pre­ve­de il COLLEGIO UNINOMINALE e le ELEZIONI PRIMARIE, per­ché rite­nia­mo que­sti pas­sag­gi fon­da­men­ta­li per resti­tui­re agli elet­to­ri la pos­si­bi­li­tà di sce­glie­re gli elet­ti, con­ti­nue­re­mo a cer­ca­re di modi­fi­ca­re l’Italicum per intro­dur­vi alcu­ni ele­men­ti impre­scin­di­bi­li per ren­der­la alme­no accettabile.

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Dopo aver­lo fat­to alla Came­ra, abbia­mo ripre­so in que­sti gior­ni il lavo­ro in Sena­to, con Wal­ter Toc­ci, Lucre­zia Ric­chiu­ti, Feli­ce Cas­son, Ser­gio Lo Giu­di­ce e Cor­ra­di­no Mineo, anche gra­zie al soste­gno di altri sena­to­ri – fuo­ri e den­tro il Pd – con i qua­li abbia­mo con­di­vi­so l’idea di una rifor­ma del bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio che man­te­nes­se comun­que ai cit­ta­di­ni la pos­si­bi­li­tà di sce­glie­re i pro­pri par­la­men­ta­ri. In fon­do l’impegno è sem­pre lo stes­so: la par­te­ci­pa­zio­ne dei cit­ta­di­ni alle deci­sio­ni, la loro pos­si­bi­li­tà di sce­glie­re chi li rap­pre­sen­ta. Per­ché noi non dimen­ti­chia­mo mai che la sovra­ni­tà APPARTIENE AL POPOLO. Per que­sto abbia­mo pro­mos­so il Pat­to repub­bli­ca­no già sot­to­scrit­to la qua­si due­mi­la per­so­ne, che cre­sco­no di gior­no in giorno.

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