La transizione energetica si fa con l’eolico, non con lo stoccaggio di CO2

Possibile concorda e fa sue le puntuali osservazioni critiche del Prof. Balzani, ritenendo che ben difficilmente si arriverà, come da programma regionale, all’azzeramento delle emissioni climalteranti entro il 2050, e al passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035, con un progetto che va in senso diametralmente opposto, e viene giustificato, al solito, con i presunti posti di lavoro (che sarebbero ugualmente ricavabili da progetti sulle rinnovabili, come, appunto, l’eolico).

Pochi gior­ni fa, in Emi­lia Roma­gna, sia l’assessore al Turi­smo Cor­si­ni che il pre­si­den­te Bonac­ci­ni han­no pre­so posi­zio­ne in sen­so net­ta­men­te con­tra­rio al pro­get­to di par­co eoli­co nell’Adriatico davan­ti alle coste del­la Roma­gna. Ieri Eni ha annun­cia­to il “più gran­de cen­tro al mon­do di cat­tu­ra e stoc­cag­gio di ani­dri­de car­bo­ni­ca”, che si farà a Raven­na, per­ché, dico­no, “… non pos­sia­mo pen­sa­re di tra­sfor­ma­re tut­ta l’e­ner­gia esi­sten­te in pro­dot­ti com­ple­ta­men­te ver­di” e che si trat­ta di un pro­get­to “che ha rice­vu­to pie­no soste­gno sia del gover­no, in pri­mis del pre­mier Giu­sep­pe Con­te, sia del­le auto­ri­tà loca­li, a comin­cia­re dal gover­na­to­re del­l’E­mi­lia Roma­gna, Ste­fa­no Bonac­ci­ni, per­ché è un’i­ni­zia­ti­va indu­stria­le che con­sen­ti­rà di man­te­ne­re la for­za lavo­ro impe­gna­ta nel distret­to e, in pro­spet­ti­va, di pro­ce­de­re a nuo­ve assun­zio­ni”. In sen­so net­ta­men­te con­tra­rio si è espres­so il Prof. Vin­cen­zo Bal­za­ni, anche nell’ambito degli Sta­ti Gene­ra­li orga­niz­za­ti dal Pre­mier Conte.

Il pro­get­to di Eni, che vuol costrui­re il più gran­de cen­tro mon­dia­le per lo stoc­cag­gio dell’anidride car­bo­ni­ca (CO2) a Raven­na, è un enor­me rischio finan­zia­rio sen­za cer­tez­ze dal pun­to di vista cli­ma­ti­co e ambien­ta­le”. Vin­cen­zo Bal­za­ni, chi­mi­co, docen­te eme­ri­to dell’Università di Bolo­gna e coor­di­na­to­re di Ener­gia per l’Italia boc­cia sen­za mez­zi ter­mi­ni l’operazione Eni annun­cia­ta dal pre­mier Giu­sep­pe Con­te alla fine degli Sta­ti gene­ra­li. Ana­liz­zan­do infat­ti le stra­te­gie per l’azzeramento del­le emis­sio­ni di ani­dri­de car­bo­ni­ca, il chi­mi­co cita anche il Car­bon Cap­tu­re and Seque­stra­tion, con la cat­tu­ra del­la CO2 emes­sa o già in atmo­sfe­ra e il suo imma­gaz­zi­na­men­to in gia­ci­men­ti esau­ri­ti di idro­car­bu­ri met­ten­do in fila le cri­ti­ci­tà. Lo stoc­cag­gio nel sot­to­suo­lo, attac­ca, “è rischio­so per­ché non sono noti i suoi effet­ti sismi­ci” e il rischio “è anco­ra mag­gio­re in una zona fra­gi­le come la costa di Raven­na, dove sono in cor­so signi­fi­ca­ti­vi feno­me­ni di sub­si­den­za”. In teo­ria, pro­se­gue, può com­pen­sa­re le emis­sio­ni deri­va­te dal­la pro­du­zio­ne di ener­gia da fon­ti fos­si­li, man­te­nen­do qua­si inva­ria­ta l’attuale pro­por­zio­ne tra fon­ti ener­ge­ti­che rin­no­va­bi­li e fos­si­li, “tut­ta­via, i com­bu­sti­bi­li fos­si­li sono limi­ta­ti, quin­di que­sta solu­zio­ne non può esse­re strut­tu­ra­le, ma solo tem­po­ra­nea, ren­den­do estre­ma­men­te cri­ti­ci gli aspet­ti eco­no­mi­co-finan­zia­ri dell’investimento”. Altra que­stio­ne è che “la cat­tu­ra di CO2 all’interno degli impian­ti di pro­du­zio­ne di ener­gia da fon­ti fos­si­li ridu­ce le pre­sta­zio­ni del 10%-20%” quin­di “i costi di pro­du­zio­ne dell’energia sareb­be­ro sostan­zial­men­te rad­dop­pia­ti”. In alter­na­ti­va, si può cat­tu­ra­re la CO2 dall’aria, “anche se non esi­sto­no tec­no­lo­gie matu­re e veri­fi­ca­te”, aggiun­ge il docen­te. Oppu­re, pro­se­gue, si può cat­tu­ra­re la CO2 all’interno di impian­ti di con­ver­sio­ne di bio­mas­se in ener­gia, opzio­ne che “avreb­be un for­te impat­to sull’uso del suo­lo agri­co­lo e sul­le emis­sio­ni di meta­no e NOx”. E anco­ra, per Bal­za­ni oggi “non esi­sto­no pro­get­ti indu­stria­li matu­ri rela­ti­vi al Car­bon Cap­tu­re and Seque­stra­tion, si è anco­ra alla fase di ricer­ca”. Basta pen­sa­re che “in Nor­ve­gia, che è il mag­gio­re pro­dut­to­re euro­peo di idro­car­bu­ri, un report indi­pen­den­te com­mis­sio­na­to dal Gover­no ha ana­liz­za­to la pos­si­bi­le rea­liz­za­zio­ne di un impian­to di stoc­cag­gio di CO2 nei gia­ci­men­ti esau­ri­ti del Mare del Nord”. Ebbe­ne “è sta­to valu­ta­to un poten­zia­le disa­stro finan­zia­rio e il Gover­no sta valu­tan­do di sospen­de­re il pro­get­to”. Insom­ma, “non è oppor­tu­no inve­sti­re ingen­ti risor­se pub­bli­che nel­la rea­liz­za­zio­ne di un siste­ma di stoc­cag­gio di CO2, per­ché i risul­ta­ti non sono garan­ti­ti, né dal pun­to di vista del­la sicu­rez­za, né dal pun­to di vista cli­ma­ti­co”. Le stes­se risor­se, con­clu­de Bal­za­ni, “deb­bo­no esse­re inve­sti­te sul­le ener­gie rin­no­va­bi­li, sugli impian­ti di accu­mu­lo di ener­gia elet­tri­ca, sull’efficienza ener­ge­ti­ca degli edi­fi­ci e del­le atti­vi­tà pro­dut­ti­ve e com­mer­cia­li, set­to­ri con alta inten­si­tà di occu­pa­zio­ne”. Cioè “su tec­no­lo­gie matu­re e dispo­ni­bi­li che garan­ti­sco­no una rapi­da ridu­zio­ne del­le emis­sio­ni a effet­to ser­ra, tec­no­lo­gie che atten­do­no solo di esse­re utilizzate”.

Tut­to que­sto acca­de in un silen­zio poli­ti­co irrea­le. L’unico sog­get­to che al momen­to ha pre­so posi­zio­ne, in sen­so ugual­men­te con­tra­rio, è Legam­bien­te. Pos­si­bi­le con­cor­da e fa sue le pun­tua­li osser­va­zio­ni cri­ti­che del Prof. Bal­za­ni, rite­nen­do che ben dif­fi­cil­men­te si arri­ve­rà, come da pro­gram­ma regio­na­le, all’azzeramento del­le emis­sio­ni cli­mal­te­ran­ti entro il 2050, e al pas­sag­gio al 100% di ener­gie rin­no­va­bi­li entro il 2035, con un pro­get­to che va in sen­so dia­me­tral­men­te oppo­sto, e vie­ne giu­sti­fi­ca­to, al soli­to, con i pre­sun­ti posti di lavo­ro (che sareb­be­ro ugual­men­te rica­va­bi­li da pro­get­ti sul­le rin­no­va­bi­li, come, appun­to, l’eolico). Auspi­chia­mo quin­di che il pro­get­to ven­ga fer­ma­to e che si ritor­ni al pro­gram­ma con­cor­da­to e vota­to dagli elet­to­ri. Emi­lia-Roma­gna Possibile

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