Il Giorno Legale (28 marzo, Roma teatro Quirino — Milano Spazio Melampo, dalle 10.00) chiuderà una settimana che ha finalmente consegnato al dibattito parlamentare le modifiche normative in tema di prescrizione e le nuove norme in materia di reati contro la pubblica amministrazione e di falso in bilancio (confluite nel testo unificato che porta il nome del Presidente del Senato, Grasso).
Si tratta di riforme attese da fin troppo tempo, sulle quali insiste l’impronta del Governo, protagonista di un’azione politica che è andata oltre le numerose iniziative di emendamento nelle Commissioni.
I testi che si affacciano all’Aula della Camera e del Senato presentano luci ed ombre e operano sull’orizzonte dei piccoli passi avanti, ma – proprio per questo – non sfuggono all’idea che si tratti di una occasione persa e sacrificata sull’altare del compromesso politico evidentemente fragilissimo in materia di giustizia.
Occasione persa sul versante della prescrizione, in primo luogo. Le modifiche normative proposte, pur volte condivisibilmente ad allungare i termini prescrizionali attraverso l’introduzione di una causa di sospensione della prescrizione collegata al deposito della sentenza di primo e secondo grado, confermano l’impianto della l. ex Cirielli. Una scelta conservatrice che trascura ogni riflessione sulla stessa conformazione e sugli effetti della prescrizione; riflessioni che avrebbero potuto condurre ad una ragionevole differenziazione della conseguenze giuridiche del decorso del tempo prima dell’esercizio dell’azione penale e durante il processo, confinando in ipotesi di vera patologia la pronuncia di estinzione del reato, come proposto in sede parlamentare dalla sen. Lucrezia Ricchiuti (d.d.l. S. n. 1824). Anche l’aumento (della metà) del periodo base di prescrizione per i reati di corruzione colpisce più per ciò che manca che per quanto verrebbe introdotto, dal momento che nel novero delle ipotesi per cui opera l’aumento non sono ricompresi reati che pur rappresentano espressione tipica e più grave del fenomeno corruttivo in senso lato: la concussione e l’induzione indebita a dare o promettere utilità.
In Senato, intanto, dopo due anni di attesa, arriva in Aula l’ormai noto d.d.l. anti-corruzione. Accanto ad alcuni passi avanti (su tutti l’apprezzabile attenzione all’obbligo di pagamento di una somma equivalente al profitto del reato, che meglio potrebbe essere valorizzata come condizione per l’accesso alla sospensione condizionale della pena) si registrano le gravi lacune in tema di rafforzamento dei mezzi investigativi, in particolare sul versante dell’estensione ai reati a valenza corruttiva della disciplina degli agenti sotto-copertura. Così per il falso in bilancio, la cui riforma è fondata sul condivisibile e lungamente atteso superamento delle “soglie” di punibilità e sul potenziamento delle conseguenze sanzionatorie svuotate dal Governo Berlusconi. Il testo consegnato alla discussione del Senato lascia, tuttavia, molti dubbi sia in termini di precisa descrizione delle fattispecie di reato, sia rispetto alla costruzione delle ipotesi di falso in bilancio “attenuato”. Ma ciò che convince meno è un messaggio neanche troppo latente: nelle settimane in cui s’introduce, in relazione ai reati puniti con pena fino a 5 anni, una causa di non punibilità per fatti di particolare tenuità, la previsione di una cornice di pena da 1 a 5 anni per le false comunicazioni sociali di cui all’art. 2621 c.c. è un attributo dell’idea che si ha di tale reato: un reato posto su un gradino basso di allarme sociale.
L’appuntamento al teatro Quirino di Roma (interamente autofinanziato, qui il link per donare e contribuire alle spese organizzative) sarà, quindi, occasione per riflettere sui testi di legge attualmente in discussione con alcuni dei più autorevoli protagonisti dell’azione di contrasto alla corruzione (su tutti Raffaele Cantone, presidente Anac). Ma sarà anche occasione per riflettere sulle politiche di prevenzione dei fenomeni corruttivi, sui conflitti di interesse, sull’incandidabilità dei condannati, ed ancora sui fenomeni mafiosi e sull’evasione fiscale, che compongono con la corruzione un fenomeno complessivo devastante per la vita sociale, economica e politica del nostro Paese.
Al Giorno Legale con Pippo Civati, Salvo Tesoriero e Andrea Pertici parteciperanno, tra gli altri, Raffaele Cantone, Vincenzo Visco, Bernardo Giorgio Mattarella, Francesco Greco, Lucrezia Ricchiuti, Davide Mattiello, Annalisa Corrado, Elly Schlein, Walter Tocci, Paola Bellone. E molti altri ancora.
E con la tappa di Milano, il Giorno Legale raddoppia: con un occhio particolare sulla situazione lombarda e sugli scandali che hanno travolto gli appalti per l’Expo, animeranno il Giorno Legale milanese Lillo Garlisi, Nando Dalla Chiesa, Gianni Barbacetto, David Gentili, Gabriele Ghezzi, Carlo Monguzzi.
Prima dell’ora legale, anche quest’anno, scatta il Giorno Legale.