La vera rivoluzione è il rispetto della Legge

10444415_10153109772752489_1753097980579287386_nIl Gior­no Lega­le (28 mar­zo, Roma tea­tro Qui­ri­noMila­no Spa­zio Melam­po, dal­le 10.00) chiu­de­rà una set­ti­ma­na che ha final­men­te con­se­gna­to al dibat­ti­to par­la­men­ta­re le modi­fi­che nor­ma­ti­ve in tema di pre­scri­zio­ne e le nuo­ve nor­me in mate­ria di rea­ti con­tro la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne e di fal­so in bilan­cio (con­flui­te nel testo uni­fi­ca­to che por­ta il nome del Pre­si­den­te del Sena­to, Grasso).

Si trat­ta di rifor­me atte­se da fin trop­po tem­po, sul­le qua­li insi­ste l’im­pron­ta del Gover­no, pro­ta­go­ni­sta di un’a­zio­ne poli­ti­ca che è anda­ta oltre le nume­ro­se ini­zia­ti­ve di emen­da­men­to nel­le Commissioni.

I testi che si affac­cia­no all’Au­la del­la Came­ra e del Sena­to pre­sen­ta­no luci ed ombre e ope­ra­no sul­l’o­riz­zon­te dei pic­co­li pas­si avan­ti, ma – pro­prio per que­sto – non sfug­go­no all’i­dea che si trat­ti di una occa­sio­ne per­sa e sacri­fi­ca­ta sul­l’al­ta­re del com­pro­mes­so poli­ti­co evi­den­te­men­te fra­gi­lis­si­mo in mate­ria di giustizia.

Occa­sio­ne per­sa sul ver­san­te del­la pre­scri­zio­ne, in pri­mo luo­go. Le modi­fi­che nor­ma­ti­ve pro­po­ste, pur vol­te con­di­vi­si­bil­men­te ad allun­ga­re i ter­mi­ni pre­scri­zio­na­li attra­ver­so l’in­tro­du­zio­ne di una cau­sa di sospen­sio­ne del­la pre­scri­zio­ne col­le­ga­ta al depo­si­to del­la sen­ten­za di pri­mo e secon­do gra­do, con­fer­ma­no l’im­pian­to del­la l. ex Ciriel­li. Una scel­ta con­ser­va­tri­ce che tra­scu­ra ogni rifles­sio­ne sul­la stes­sa con­for­ma­zio­ne e sugli effet­ti del­la pre­scri­zio­ne; rifles­sio­ni che avreb­be­ro potu­to con­dur­re ad una ragio­ne­vo­le dif­fe­ren­zia­zio­ne del­la con­se­guen­ze giu­ri­di­che del decor­so del tem­po pri­ma del­l’e­ser­ci­zio del­l’a­zio­ne pena­le e duran­te il pro­ces­so, con­fi­nan­do in ipo­te­si di vera pato­lo­gia la pro­nun­cia di estin­zio­ne del rea­to, come pro­po­sto in sede par­la­men­ta­re dal­la sen. Lucre­zia Ric­chiu­ti (d.d.l. S. n. 1824). Anche l’au­men­to (del­la metà) del perio­do base di pre­scri­zio­ne per i rea­ti di cor­ru­zio­ne col­pi­sce più per ciò che man­ca che per quan­to ver­reb­be intro­dot­to, dal momen­to che nel nove­ro del­le ipo­te­si per cui ope­ra l’au­men­to non sono ricom­pre­si rea­ti che pur rap­pre­sen­ta­no espres­sio­ne tipi­ca e più gra­ve del feno­me­no cor­rut­ti­vo in sen­so lato: la con­cus­sio­ne e l’in­du­zio­ne inde­bi­ta a dare o pro­met­te­re utilità.

In Sena­to, intan­to, dopo due anni di atte­sa, arri­va in Aula l’or­mai noto d.d.l. anti-cor­ru­zio­ne. Accan­to ad alcu­ni pas­si avan­ti (su tut­ti l’ap­prez­za­bi­le atten­zio­ne all’ob­bli­go di paga­men­to di una som­ma equi­va­len­te al pro­fit­to del rea­to, che meglio potreb­be esse­re valo­riz­za­ta come con­di­zio­ne per l’ac­ces­so alla sospen­sio­ne con­di­zio­na­le del­la pena) si regi­stra­no le gra­vi lacu­ne in tema di raf­for­za­men­to dei mez­zi inve­sti­ga­ti­vi, in par­ti­co­la­re sul ver­san­te del­l’e­sten­sio­ne ai rea­ti a valen­za cor­rut­ti­va del­la disci­pli­na degli agen­ti sot­to-coper­tu­ra. Così per il fal­so in bilan­cio, la cui rifor­ma è fon­da­ta sul con­di­vi­si­bi­le e lun­ga­men­te atte­so supe­ra­men­to del­le “soglie” di puni­bi­li­tà e sul poten­zia­men­to del­le con­se­guen­ze san­zio­na­to­rie svuo­ta­te dal Gover­no Ber­lu­sco­ni. Il testo con­se­gna­to alla discus­sio­ne del Sena­to lascia, tut­ta­via, mol­ti dub­bi sia in ter­mi­ni di pre­ci­sa descri­zio­ne del­le fat­ti­spe­cie di rea­to, sia rispet­to alla costru­zio­ne del­le ipo­te­si di fal­so in bilan­cio “atte­nua­to”. Ma ciò che con­vin­ce meno è un mes­sag­gio nean­che trop­po laten­te: nel­le set­ti­ma­ne in cui s’in­tro­du­ce, in rela­zio­ne ai rea­ti puni­ti con pena fino a 5 anni, una cau­sa di non puni­bi­li­tà per fat­ti di par­ti­co­la­re tenui­tà, la pre­vi­sio­ne di una cor­ni­ce di pena da 1 a 5 anni per le fal­se comu­ni­ca­zio­ni socia­li di cui all’art. 2621 c.c. è un attri­bu­to del­l’i­dea che si ha di tale rea­to: un rea­to posto su un gra­di­no bas­so di allar­me sociale.

L’ap­pun­ta­men­to al tea­tro Qui­ri­no di Roma (inte­ra­men­te auto­fi­nan­zia­to, qui il link per dona­re e con­tri­bui­re alle spe­se orga­niz­za­ti­ve) sarà, quin­di, occa­sio­ne per riflet­te­re sui testi di leg­ge attual­men­te in discus­sio­ne con alcu­ni dei più auto­re­vo­li pro­ta­go­ni­sti del­l’a­zio­ne di con­tra­sto alla cor­ru­zio­ne (su tut­ti Raf­fae­le Can­to­ne, pre­si­den­te Anac). Ma sarà anche occa­sio­ne per riflet­te­re sul­le poli­ti­che di pre­ven­zio­ne dei feno­me­ni cor­rut­ti­vi, sui con­flit­ti di inte­res­se, sul­l’in­can­di­da­bi­li­tà dei con­dan­na­ti, ed anco­ra sui feno­me­ni mafio­si e sul­l’e­va­sio­ne fisca­le, che com­pon­go­no con la cor­ru­zio­ne un feno­me­no com­ples­si­vo deva­stan­te per la vita socia­le, eco­no­mi­ca e poli­ti­ca del nostro Paese.

Al Gior­no Lega­le con Pip­po Civa­ti, Sal­vo Teso­rie­ro e Andrea Per­ti­ci par­te­ci­pe­ran­no, tra gli altri, Raf­fae­le Can­to­ne, Vin­cen­zo Visco, Ber­nar­do Gior­gio Mat­ta­rel­la, Fran­ce­sco Gre­co, Lucre­zia Ric­chiu­ti, Davi­de Mat­tiel­lo, Anna­li­sa Cor­ra­do, Elly Schlein, Wal­ter Toc­ci, Pao­la Bel­lo­ne. E mol­ti altri ancora.

E con la tap­pa di Mila­no, il Gior­no Lega­le rad­dop­pia: con un occhio par­ti­co­la­re sul­la situa­zio­ne lom­bar­da e sugli scan­da­li che han­no tra­vol­to gli appal­ti per l’Ex­po, ani­me­ran­no il Gior­no Lega­le mila­ne­se Lil­lo Gar­li­si, Nan­do Dal­la Chie­sa, Gian­ni Bar­ba­cet­to, David Gen­ti­li, Gabrie­le Ghez­zi, Car­lo Monguzzi.

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Pri­ma del­l’o­ra lega­le, anche que­st’an­no, scat­ta il Gior­no Legale.

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