L’Articolo 41 al tempo del coronavirus

ARTICOLO 41 

L’i­ni­zia­ti­va eco­no­mi­ca pri­va­ta è libera.

Non può svol­ger­si in con­tra­sto con l’u­ti­li­tà socia­le o in modo da reca­re dan­no alla sicu­rez­za, alla liber­tà, alla digni­tà umana.

La leg­ge deter­mi­na i pro­gram­mi e i con­trol­li oppor­tu­ni per­ché l’at­ti­vi­tà eco­no­mi­ca pub­bli­ca e pri­va­ta pos­sa esse­re indi­riz­za­ta e coor­di­na­ta a fini sociali

  C’è qual­co­sa che all’Italia man­ca da tan­to, tan­tis­si­mo tem­po. E que­sto disa­stro del Covid-19 non ha fat­to altro che pun­ta­re un faro sul­le debo­lez­ze del siste­ma Pae­se. In Ita­lia, da anni ormai, man­ca una visio­ne poli­ti­ca di insie­me, e una pro­get­tua­li­tà se non di lun­go, alme­no di medio o di bre­ve perio­do. Sono decen­ni che ci muo­via­mo in quel­la che ci sem­bra­va un’emergenza: la cri­si eco­no­mi­ca, quel­la in nome del­la qua­le han­no demo­li­to lo sta­to socia­le e i dirit­ti dei lavo­ra­to­ri. Ma era solo una cam­pa­gna elet­to­ra­le per­ma­nen­te. Ades­so che è arri­va­ta l’emergenza, quel­la vera, è nor­ma­le che ci per­dia­mo in tan­ti pic­co­li bic­chie­ri d’acqua. I poli­ti­ci ita­lia­ni sono quel­li che non ama­no scon­ten­ta­re nes­su­no, con il risul­ta­to che fini­sco­no con lo scon­ten­ta­re tut­ti, tran­ne i pochi che – nel bene e nel male – ci gua­da­gna­no sem­pre, a spe­se di ulti­mi, penul­ti­mi e ter­zul­ti­mi che sono trop­po impe­gna­ti a far­si la guer­ra tra di loro. Poco pri­ma di fir­ma­re il pri­mo decre­to Coro­na­vi­rus, il Pre­si­den­te del Con­si­glio — di con­cer­to con i Mini­stri e i tec­ni­ci dei mini­ste­ri – avreb­be dovu­to fer­mar­si un atti­mo e chie­der­si cosa ser­vis­se vera­men­te al pae­se. Stia­mo assi­sten­do da set­ti­ma­ne ad un tri­ste sipa­riet­to “apri tut­to” con­tro “chiu­di tut­to” fra Sta­to, Regio­ni, Sin­da­ca­ti e Con­fin­du­stria. Set­ti­ma­ne. Col solo risul­ta­to che abbia­mo per­so un sac­co di tem­po. E men­tre gira­va­no opi­na­bi­li video di per­so­nag­gi pub­bli­ci che invi­ta­va­no a non fer­mar­si, a Ber­ga­mo col­las­sa­va il Siste­ma Sani­ta­rio col risul­ta­to che oggi non san­no più dove met­te­re i mor­ti. Allo­ra avreb­be­ro dovu­to fer­mar­si loro, quel­li che deci­do­no, per chie­der­si: qua­li sono i set­to­ri stra­te­gi­ci per l’economia nazio­na­le che vale la pena lascia­re aper­ti? Qua­li sono i ser­vi­zi essen­zia­li? A cosa, inve­ce, si può e si deve rinun­cia­re? Sia­mo dispo­sti a chiu­de­re le edi­co­le — dato che i gior­na­li si repe­ri­sco­no onli­ne — per lascia­re aper­te le socie­tà che si occu­pa­no del­la gestio­ne del­le infra­strut­tu­re di rete? ad esem­pio. E poi, una vol­ta indi­vi­dua­ti i set­to­ri, avrem­mo fat­to una con­ta del nume­ro mini­mo indi­spen­sa­bi­le di lavo­ra­to­ri neces­sa­ri a esple­ta­re le man­sio­ni essen­zia­li, met­ten­do dispo­si­zio­ne tut­to il neces­sa­rio per tute­la­re la salu­te loro e dei loro cari: inclu­si pre­si­di medi­co-sani­ta­ri, tam­po­ni e sani­fi­ca­zio­ne quo­ti­dia­na del posto di lavo­ro, a costo di man­dar­ci l’esercito. E una vol­ta defi­ni­to que­sto sche­ma, il Gover­no avreb­be dovu­to det­ta­re l’agenda del­le prio­ri­tà e impor­re linee gui­da a dato­ri di lavo­ro e pro­prie­ta­ri di impre­sa, sen­za lascia­re nien­te a discre­zio­ne dei pri­va­ti: è il Gover­no che deci­de cosa è stra­te­gi­co e cosa no, cosa è irri­nun­cia­bi­le e cosa no, qua­li rischi dob­bia­mo cor­re­re e qua­li no, in osser­van­za all’Articolo 41 del­la Costi­tu­zio­ne del­la Repub­bli­ca Italiana.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.