Laura Boldrini da Max

Max&BoldriniE alle 17 di un cal­dis­si­mo saba­to di ini­zio luglio, la Pre­si­den­te del­la Came­ra Lau­ra Bol­dri­ni suo­nò al cam­pa­nel­lo di casa Fanelli.

Da gior­ni Max aspet­ta­va que­sta visi­ta, pro­gram­man­do ogni det­ta­glio, come al soli­to. Un “anar­chi­co sviz­ze­ro”, lo chia­ma­va­no nel­la mul­ti­na­zio­na­le di cui era diri­gen­te e infat­ti è pro­prio così. Un anar­chi­co, con il pal­li­no dell’organizzazione perfetta.

Cia­scu­no di noi ave­va un ruo­lo: Moni­ca, moglie mera­vi­glio­sa a fare gli ono­ri di casa, Lara Ric­ciat­ti, la depu­ta­ta di SEL che per set­ti­ma­ne ha lavo­ra­to per por­ta­re la Bol­dri­ni da Max, a intro­dur­re la situa­zio­ne, Simo­ne Tran­quil­li e Mas­si­mi­lia­no Giac­chel­la a rap­pre­sen­tan­za del comi­ta­to #iosto­con­max e io a spie­ga­re l’impegno di Pip­po Civa­ti al suo fianco.

A dire il vero, per la con­ci­ta­zio­ne del momen­to, abbia­mo disa­stro­sa­men­te disat­te­so ogni sua indi­ca­zio­ne, sot­to il suo occhio destro bene­vo­lo, ma un po’ risen­ti­to. Quan­to par­la­va Max un tem­po! Non si fer­ma­va mai, riem­pi­va lo spa­zio di paro­le. E non so nean­che imma­gi­na­re quan­te ne avreb­be volu­te dire saba­to e che imma­ne sof­fe­ren­za sia aver­le tut­te che ti esplo­do­no den­tro, insie­me a una vita che arde, impri­gio­na­ta in un cor­po immo­bi­le e com­ple­ta­men­te inespressivo.

E’ sta­to un incon­tro mol­to emo­zio­nan­te. Pri­ma di tut­to per­ché la stes­sa Bol­dri­ni era emo­zio­na­ta e lon­ta­nis­si­ma dall’immagine che si può ave­re dal­la Ter­za Cari­ca del­lo Stato.

Appe­na arri­va­ta ha appog­gia­to la mano su quel­la di Max, per spie­gar­gli che ave­va avu­to modo di cono­sce­re quan­to ave­va fat­to nel­la vita e di ammi­rar­lo tan­to, di sen­tir­lo vici­no nell’amore e nel comu­ne impe­gno per le popo­la­zio­ni del Sud del Mon­do, di con­di­vi­de­re la sua bat­ta­glia per garan­ti­re a tut­ti la liber­tà di deci­de­re fino a quan­do la pro­pria vita pos­sa esse­re digni­to­sa e quin­di “degna” di esse­re vis­su­ta.

Poi ha ascol­ta­to con un silen­zio cari­co di emo­zio­ne quan­to Max ave­va da dir­le: le atro­ci sof­fe­ren­ze ine­nar­ra­bi­li, la voglia di vive­re e di poter esse­re padro­ne del­la pro­pria esi­sten­za, di esser­si pri­va­to di tut­to, ma di voler man­te­ne­re alme­no la digni­tà di non rima­ne­re mura­to vivo den­tro il suo cor­po, quan­do anche l’occhio destro non rispon­de­rà più ai suoi coman­di, con­dan­nan­do­lo al silen­zio e all’inespressività per sempre.

La Pre­si­den­te del­la Came­ra si è impe­gna­ta a fare quan­to è in suo pote­re per soste­ne­re la bat­ta­glia ver­so la discus­sio­ne del­la leg­ge di ini­zia­ti­va popo­la­re depo­si­ta­ta dall’associazione Luca Coscio­ni nell’autunno del 2013, per fata­li­tà pro­prio nei gior­ni in cui a Max veni­va dia­gno­sti­ca­ta la SLA nel­la sua for­ma più fero­ce. Ha riba­di­to più vol­te che un Pae­se che non per­met­te di sce­glie­re non può dir­si demo­cra­ti­co.

Infi­ne per volon­tà di Max, Moni­ca ha let­to alcu­ne del­le miglia­ia di car­to­li­ne che sono arri­va­te in que­ste set­ti­ma­ne a casa Fanel­li da tut­ta Ita­lia e le ha con­se­gna­te alla Pre­si­den­te, insie­me ad altre chiu­se in tan­te buste quan­ti sono i capo­grup­po alla Came­ra, con pre­ghie­ra di con­se­gnar­glie­le, nel­la spe­ran­za che si ren­da­no con­to che il Pae­se è mol­to più avan­ti di chi li rap­pre­sen­ta e chie­de di esse­re ascoltato.

Al ter­mi­ne del­la visi­ta, Max, con­tro il pare­re di tut­ti, chie­de che entri­no i gior­na­li­sti, fino a quel momen­to rima­sti fuo­ri sot­to un solo cocen­te, per­ché di lui, di que­sta bat­ta­glia, dei pic­co­li, ma impor­tan­ti pas­si avan­ti che si fan­no, biso­gna par­lar­ne e ovun­que. Poi Lau­ra Bol­dri­ni lo ha salu­ta­to con paro­le cari­che di sentimento.

Max infi­ne salu­ta la Pre­si­den­te, attra­ver­so il let­to­re a con­trol­lo ocu­la­re che scan­di­sce le paro­le: “Gra­zie Lau­ra, dall’iscritto nume­ro 1 di Pos­si­bi­le”.

E appe­na la por­ta si chiu­de, con il suo occhio destro ci guar­da e ci chie­de: “Bè, ragaz­zi, come sia­mo anda­ti?”. Pron­to alla pros­si­ma sfi­da.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.