[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1494230738731{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]In Francia è stato eletto il Presidente della Repubblica a seguito del ballottaggio. Una parola che in Italia, dove tutto è sempre utilizzato esclusivamente con lo sguardo corto delle beghe di cortile, ha fatto tanto sospirare i nostalgici della legge che mai fu, l’Italicum. Questi si affannano da qualche giorno, e sicuramente lo faranno anche nei prossimi, a dire che in Francia Macron governerà avendo preso al primo turno il 24%. Senza considerare che queste sono elezioni presidenziali per eleggere una persona a una carica. È chiaro che alla fine the winner takes it all. Ma “all” è la sua carica, che – come facilmente comprensibile – non può essere suddivisa tra più candidati nell’ipotesi in cui nessuno di essi raggiunga una determinata percentuale (insomma, sono possibili “governi di coalizione” ma non “presidenti di coalizione”).
Il Presidente eletto, invece, non ha automaticamente alcuna maggioranza parlamentare. Questa dipenderà dalle prossime elezioni legislative, che si svolgeranno tra alcune settimane e dove non vi sarà nessun premio di maggioranza, che esiste solo in Italia, e dove nessuno prenderà anche per un solo voto di maggioranza una valanga di seggi alla Camera come pretendeva di fare l’Italicum con il ballottaggio ivi previsto e dichiarato incostituzionale. Al contrario, vi saranno candidati che si confrontano collegio per collegio, con un sistema maggioritario, che assegnerà la vittoria, in ciascun collegio, a chi otterrà la maggioranza assoluta dei voti espressi (purché pari ad almeno un quarto degli aventi diritto) o, al secondo turno (al quale sono ammessi tutti coloro che superano il 12,5% degli aventi diritto), a chi avrà ottenuto più voti degli altri. La stragrande maggioranza dei seggi sono normalmente assegnati al ballottaggio.
Ora, a differenza di quanto avviene nelle forme di governo presidenziali (come gli Stati Uniti d’America), il Governo, che il Presidente comunque presiede, è legato anche all’Assemblea nazionale, ed è necessario quindi formarne uno che goda in tale sede della maggioranza. Questo si comprenderà soltanto a seguito delle elezioni legislative i cui risultati dipenderanno dal voto dei francesi nei singoli collegi e che potrebbero “costringere” il Presidente sia a un governo di coalizione sia a un governo di un partito diverso dal suo, come già accaduto a Mitterand e Chirac.
Come evidente, nulla a che vedere con l’Italicum, in cui con un solo voto di scarto veniva consegnata la maggioranza parlamentare a un partito anche dal modesto consenso. E che infatti è stato dichiarato incostituzionale.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]