Ieri a Parma, al Mondadori Bookstore di piazza Ghiaia, sono arrivato tardi.
C’era la presentazione di due libri di People, l’unica casa editrice disposta a rinunciare al Salone del Libro pur di non condividere spazi con i fascisti dichiarati, “Seguendo Greta” e “Il piano Langer”, ed era anche l’occasione per ascoltare le nostre candidate di Europa Verde.
La sala era pienissima, così mi sono infilato fra due scaffali, facendo cadere libri ripetutamente, e ho assistito da maldestro spettatore.
Sulle sedie, Chiara Bertogalli, Fatou Boro Lo, Beatrice Brignone e Pippo Civati.
Parliamo di politica (finalmente).
Per la prima volta da settimane e settimane ho ascoltato candidati parlare di elezioni europee e non di problemi politici interni, in una campagna in cui è chiaro che a tutti gli altri dell’Europa non importa nulla, conta solo un mezzo punto in più nei sondaggi per la loro sfida a chi ha il grafico di gradimento più lungo.
Ho ascoltato Chiara Bertogalli spiegare il suo percorso, limpido e coerente, quello di una persona qualunque che, partendo dall’impegno ambientalista quotidiano, ha raccolto la chiamata di Greta, prendendo amaramente atto dell’emergenza climatica nell’indifferenza generale, ha sostenuto i Fridays For Future e dopo la bellissima manifestazione del Global Strike del 15 marzo (Parma pare seconda città d’Italia per partecipazione), ha deciso di impegnarsi in una sfida più alta, consapevole che l’unico modo di portare avanti le istanze di quei ragazzi è condurle nei parlamenti, soprattutto in quello continentale.
Una persona competente, preparata, appassionata.
Poi Fatou Boro Lo, che ha trasmesso altrettanta passione affrontando il tema spinoso rappresentato da una delle conseguenze più drammatiche dell’emergenza climatica, le migrazioni, di cui è rilevante concausa, quelle migrazioni che la nostra politica negli scorsi anni ha affrontato pagando bande di aguzzini stupratori in Africa (prima pagava i dittatori) e da ultimo ostacolando i soccorsi da parte delle ONG, quando proprio in queste ore vengono archiviate le indagini su presunti inesistenti rapporti delle stesse con i trafficanti.
Infine Beatrice Brignone, che ha riportato in primo piano il tema della disuguaglianza e della parità di genere, ricordando orgogliosamente (tra gli applausi) come il contributo di Possibile alle liste di Europa Verde fosse quasi esclusivamente femminile, anche qui proprio nei giorni in cui una sua proposta di legge, firmata insieme a Civati nel 2016, la riduzione dell’IVA sugli assorbenti, veniva affossata dal “nuovo” parlamento (sempre fra gomitate e risatine, specchio della nostra arretratezza culturale), sostenuta da quelli che invece l’avevano affossata nel 2016, in un gioco delle parti ridicolo, strumentale e indifferente ai problemi.
Ossigeno puro insomma, una fotosintesi politica di cui avremmo un gran bisogno e che purtroppo non esce sui mezzi di comunicazione mainstream, occupati militarmente dal governante di turno.
Ma c’era anche Pippo Civati, l’editore e militante, o meglio editore militante, che ha presentato i sui libri, ne ha consigliati tanti altri non suoi, e che ha condiviso un approccio culturale inedito per la nostra politica, fatta di ridicoli libri intervista e autocelebrazioni.
Ma Pippo in questa campagna inaugura anche una figura inedita, che Possibile ha mutuato dal grande patrimonio di umanità della cultura napoletana: il candidato sospeso.
A Napoli è uso pagare un caffè in più per consentire a chi non ha i mezzi di poterlo consumare.
Civati ha sospeso la sua campagna ma, da sospeso, è a disposizione di chi volesse dare la preferenza a due candidate favolose dei collegi Nord Ovest e Centro.
È sospeso non perché abbia, e noi con lui, problemi con la collocazione europea, i Verdi Europei sono la nostra casa naturale, né problemi con la lista Europa Verde e il suo programma, né problemi con i militanti verdi, appassionati come i nostri e con i quali lavoriamo meravigliosamente sul territorio, e neanche con la maggior parte dei dirigenti.
Il problema che abbiamo tutti noi, e di cui si è fatto carico Pippo (anche perché come sempre è stato preso di mira dalla stampa), è molto limitato, riguarda sostanzialmente un candidato che ha impedito a tutta la sua parte politica, compresi i segretari, di fare la cosa giusta sconfessando i rapporti, rivendicati invece in questi giorni con plurimi comunicati e interviste, con una formazione politica “trasversale” che ha un programma europeo sovranista uguale a quello della Lega (l’Europa cristiana dei popoli, per dire, ho appena visto un manifesto leghista uguale).
Non è un problema di candidate in quanto persone fisiche e delle loro opinioni personali, ma della loro appartenenza, del loro ruolo di dirigenti in quella formazione, con la quale un epigono di una politica vecchia, fatta di rapporti opachi, mantiene non si sa perché un legame, ed è anche un problema enorme (sempre individuale) di correttezza, di parole e rassicurazioni date e non mantenute.
La trasversalità in politica per noi non esiste, noi siamo orgogliosamente di parte, e pensiamo che lo siano anche quasi tutti i nostri amici Verdi, che non sembrano entusiasti, off the records, del citato epigono, e che farebbero bene a chiarirsi e a risolvere dal 27 maggio in poi.
Da qui la sospensione, ma anche la generosità di Pippo, quella di spendersi comunque, da sospeso, per un progetto che rimane intatto nella sua indispensabilità e urgenza, perché abbiamo circa 11 anni per invertire la rotta.
Poi sarà troppo tardi, per tutti, ed è per questo che andiamo avanti, perché è la cosa giusta.