Le nostre risposte all’UAAR: laicità laicità laicità, il 20 settembre e tutti i giorni

Sale per i fune­ra­li civili

La leg­ge sui fune­ra­li civi­li va rispet­ta­ta non solo nei casi che fini­sco­no sui gior­na­li per la noto­rie­tà del­la per­so­na dece­du­ta o dopo una degra­dan­te e sfi­nen­te bat­ta­glia lega­le. Il dirit­to a un luo­go ade­gua­to per i fune­ra­li civi­li va garan­ti­to e i comu­ni han­no l’ob­bli­go, mora­le e di leg­ge, di rispet­ta­re pri­ma anco­ra i loro cit­ta­di­ni e cit­ta­di­ne e poi le nor­me vigenti. 

Revi­sio­ne 8x1000

Abbia­mo già pre­sen­ta­to in Par­la­men­to — nel disin­te­res­se se non nel­lo sgo­men­to gene­ra­le — la richie­sta che riguar­da l’8x1000 inop­ta­to, e cioè che la quo­ta non scel­ta sia a dispo­si­zio­ne del­la Repub­bli­ca Ita­lia­na e vada a finan­zia­re inter­ven­ti pub­bli­ci che sia­no dichia­ra­ti e pun­tua­li, in modo da poter tene­re trac­cia del­la desti­na­zio­ne dei fon­di. Ave­va­mo pro­po­sto andas­se­ro al fon­do nazio­na­le per la pro­te­zio­ne civi­le e a misu­re di con­tra­sto del­la pover­tà: i con­tra­ri era­no sta­ti quat­tro vol­te tan­to i favo­re­vo­li, il M5S si era aste­nu­to. E per l’8x1000 opta­to abbia­mo sem­pre chie­sto innan­zi­tut­to una ren­di­con­ta­zio­ne pre­ci­sa e pun­tua­le, che per­met­ta di esclu­de­re dal­l’ac­ces­so a que­ste risor­se, pur sem­pre pub­bli­che, chi non ha i requi­si­ti neces­sa­ri di one­stà e tra­spa­ren­za. È uno dei pun­ti car­di­ne di quel­le misu­re che ave­va­mo chia­ma­to “Pac­chet­to lai­ci­tà” e che ripre­sen­te­re­mo in Par­la­men­to alla pri­ma occasione.

Euta­na­sia 

Sia­mo da sem­pre con­vin­ti che quel­la del­l’au­to­de­ter­mi­na­zio­ne, del­la liber­tà di scel­ta e del­la pos­si­bi­li­tà di mori­re con digni­tà sia una bat­ta­glia di civil­tà su cui il Par­la­men­to da trop­po tem­po non deci­de. Nel nome di Max Fanel­li, che ha avu­to la tes­se­ra nume­ro 1 di Pos­si­bi­le, e di tut­te le per­so­ne che devo­no poter ave­re una vita libe­ra fino alla fine, abbia­mo rac­col­to le fir­me sul fine vita, sia­mo sta­ti con orgo­glio nel comi­ta­to pro­mo­to­re del refe­ren­dum e abbia­mo fat­to que­sta bat­ta­glia in Par­la­men­to fin­ché ne abbia­mo avu­to la pos­si­bi­li­tà: dal 25 set­tem­bre ce la riporteremo. 

ICI arre­tra­ta alla Chiesa

I pri­vi­le­gi fisca­li del­la Chie­sa sono ana­cro­ni­sti­ci e un osta­co­lo alla vera ugua­glian­za. Abbia­mo pro­po­sto in Par­la­men­to di appli­ca­re il prin­ci­pio di respon­sa­bi­li­tà fisca­le alla chie­sa cat­to­li­ca, veri­fi­can­do l’a­de­gua­tez­za dei flus­si finan­zia­ri ver­so le atti­vi­tà eccle­sia­sti­che, e che le esen­zio­ni di impo­sta per le atti­vi­tà eccle­sia­li fos­se­ro limi­ta­te alle atti­vi­tà reli­gio­se (men­tre le atti­vi­tà eco­no­mi­che e com­mer­cia­li fos­se­ro sot­to­po­ste al regi­me fisca­le ordi­na­rio). Dove non è arri­va­to il legi­sla­to­re, è arri­va­ta una sen­ten­za del­la Cas­sa­zio­ne che ha dato ragio­ne all’A­gen­zia del­le Entra­te e poi la Cor­te di giu­sti­zia euro­pea. È nel­l’in­te­res­se del pae­se dare segui­to a que­ste sentenze.

Matri­mo­nio egualitario

Fin da quan­do si par­la di “unio­ni”, “for­ma­zio­ni socia­li” sigle e altri giri di paro­le, abbia­mo sem­pre avu­to una posi­zio­ne: se non lo chia­mi matri­mo­nio, non lo vuoi fare. 

Garan­ti­re l’ac­ces­so all’aborto

Sia­mo sta­ti pri­mi fir­ma­ta­ri di una leg­ge per la pie­na appli­ca­zio­ne del dirit­to all’a­bor­to e la ripre­sen­te­re­mo, anco­ra più arti­co­la­ta, per­ché men­tre gli anni pas­sa­no il dirit­to a sce­glie­re sui nostri cor­pi vie­ne mes­so costan­te­men­te in discus­sio­ne e tra­sfor­ma­to in una igno­bi­le cor­sa a osta­co­li. Dal garan­ti­re il 60% di per­so­na­le non obiet­to­re alla deo­spe­da­liz­za­zio­ne del­l’a­bor­to far­ma­co­lo­gi­co, pas­san­do per l’e­li­mi­na­zio­ne del perio­do di rifles­sio­ne, fino ai più che mai neces­sa­ri rifi­nan­zia­men­ti dei con­sul­to­ri, la stra­da per garan­ti­re la salu­te ses­sua­le e ripro­dut­ti­va è lun­ga e signi­fi­ca rico­no­sce­re e tute­la­re un dirit­to umano. 

Testa­men­to bio­lo­gi­co via spid

La poten­zia­li­tà del­lo spid in ogni cam­po, dal­la sem­pli­fi­ca­zio­ne buro­cra­ti­ca alla par­te­ci­pa­zio­ne demo­cra­ti­ca è enor­me, e le dif­fi­col­tà che ven­go­no poste al suo pie­no uti­liz­zo dimo­stra­no la volon­tà di ren­de­re l’ac­ces­so ai ser­vi­zi e alle pra­ti­che il più ristret­to, inve­ce che il più ampio pos­si­bi­le. Lo abbia­mo visto con la rac­col­ta fir­me tra­mi­te spid per la pre­sen­ta­zio­ne del­le liste elet­to­ra­li o per i refe­ren­dum. In modo simi­le, non si capi­sce per­ché non dovreb­be vale­re per la pre­sen­ta­zio­ne del­le DAT. 

Supe­ra­re l’in­se­gna­men­to del­la reli­gio­ne cattolica

Biso­gna supe­ra­re l’in­se­gna­men­to del­la reli­gio­ne cat­to­li­ca in chia­ve con­fes­sio­na­le. La scuo­la pub­bli­ca deve esse­re lai­ca e l’in­se­gna­men­to del­la reli­gio­ne cat­to­li­ca, per come lo cono­scia­mo, va supe­ra­to. Chie­dia­mo da subi­to che l’ora di reli­gio­ne sia un’occasione cul­tu­ra­le e non con­fes­sio­na­le. E va garan­ti­ta l’ef­fet­ti­va pos­si­bi­li­tà di scel­ta e di alter­na­ti­va per chi deci­de di non avva­ler­si del­l’o­ra di reli­gio­ne. E gli inse­gnan­ti van­no reclu­ta­ti come tut­ti gli altri.

Denun­cia uni­la­te­ra­le del con­cor­da­to 

Il Con­cor­da­to va rine­go­zia­to, lo abbia­mo soste­nu­to già in occa­sio­ne del­la gra­vis­si­ma que­stio­ne del­le denun­ce ai pre­ti pedo­fi­li, in cui è appar­sa dram­ma­ti­ca­men­te evi­den­te la neces­si­tà di rego­la­re gli aspet­ti del­la coo­pe­ra­zio­ne tra lo Sta­to ita­lia­no e la Chie­sa cat­to­li­ca in cam­po giudiziario. 

Bea­tri­ce Brignone

Giu­sep­pe Civati

e i can­di­da­ti e le can­di­da­te di Pos­si­bi­le nel­la lista ALLEANZA VERDI E SINISTRA 

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Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

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La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.