Le ragione del NOi: per una riforma costituzionale Possibile

Per rispondere ad una riforma sbagliata, frutto di compromessi al ribasso e della convenienza politica contingente, serve una contro-proposta corale e lungimirante.

12794512_737609339672860_4125137170127357299_nIl comi­ta­to Uni­ver­si­tà Bolo­gna di Pos­si­bi­le ha deci­so di pre­sen­tar­si alla cit­ta­di­nan­za con un dibat­ti­to sul­la rifor­ma costi­tu­zio­na­le del gover­no Ren­zi e sul refe­ren­dum con­fer­ma­ti­vo. La scel­ta non è casua­le: l’i­dea è nata da uno dei ragaz­zi iscrit­ti al comi­ta­to, stu­den­te di giu­ri­spru­den­za, ed è sta­ta subi­to accol­ta con entusiasmo.

Per­ché un dibat­ti­to? Per­ché quan­do si trat­ta il tema del­la rifor­ma più deli­ca­ta di tut­te, quel­la che deli­nea le rego­le del pote­re poli­ti­co legi­sla­ti­vo e dei suoi equi­li­bri, è fon­da­men­ta­le por­ta­re a sin­te­si le diver­se posi­zio­ni in cam­po. Per rispon­de­re ad una rifor­ma sba­glia­ta, frut­to di com­pro­mes­si al ribas­so e del­la con­ve­nien­za poli­ti­ca con­tin­gen­te, ser­ve una con­tro-pro­po­sta cora­le e lun­gi­mi­ran­te.

L’i­dea che, per cura­re la demo­cra­zia rap­pre­sen­ta­ti­va e rida­re for­za alla poli­ti­ca, si deb­ba agi­re sul­le infra­strut­tu­re, sul­l’ar­chi­tet­tu­ra costi­tu­zio­na­le, accen­tran­do il pote­re e taglian­do linear­men­te (come fos­se­ro solo un costo) i luo­ghi del­la rap­pre­sen­tan­za, quan­do inve­ce il nostro pro­ble­ma è la scar­sa qua­li­tà del­l’of­fer­ta poli­ti­ca ed il bas­so livel­lo di respon­sa­bi­li­tà di cia­scu­no nei con­fron­ti del­la col­let­ti­vi­tà, è non solo sba­glia­ta ma rischio­sa dal pun­to di vista del­la tenu­ta democratica.

Que­sto gover­no dimo­stra nuo­va­men­te che non inten­de cam­bia­re l’I­ta­lia pro­fon­da­men­te, ma sem­pli­ce­men­te si accon­ten­ta di gesti­re l’e­si­sten­te, pren­den­do atto del­le sue dege­ne­ra­zio­ni, in ogni cam­po e settore.

Un inten­to con­ser­va­to­re per eccel­len­za, più che rifor­ma­to­re. Non si inten­de più rea­liz­za­re il dise­gno pro­gram­ma­ti­co volu­to dai padri costi­tuen­ti, che per tan­ti aspet­ti è anco­ra una pro­spet­ti­va lon­ta­na, ci si arren­de fur­be­sca­men­te ai mali del pae­se per trar­ne van­tag­gio.

Colo­ro che inter­ver­ran­no all’i­ni­zia­ti­va sono gli espo­nen­ti di alcu­ne del­le più impor­ta­ti orga­niz­za­zio­ni che si sono espres­se in manie­ra cri­ti­ca nei con­fron­ti del­la modi­fi­ca costi­tu­zio­na­le por­ta­ta avan­ti dal­l’at­tua­le ese­cu­ti­vo: il nostro Andrea Per­ti­ci, il pro­fes­sor Car­lo Gal­li, oggi depu­ta­to di Sini­stra Ita­lia­na, e Dani­lo Bar­bi, respon­sa­bi­le del­le poli­ti­che per lo Svi­lup­po del­la segre­te­ria nazio­na­le del­la CGIL.

Ed alla pro­te­sta uni­re­mo la pro­po­sta, a par­ti­re da quel­la di Pos­si­bi­le, mesco­lan­do i pun­ti di vista per arric­chir­li, tut­ti insieme.

Dun­que vi aspet­tia­mo, saba­to 19 mar­zo a par­ti­re dal­le 10.30 pres­so la sala Tea­tro del cir­co­lo Giu­sep­pe Doz­za, in via San Feli­ce 11/c a Bolo­gna.

Fran­ce­sco Cian­ci­mi­no — Por­ta­vo­ce del comi­ta­to Uni­ver­si­tà Pos­si­bi­le di Bologna

 

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.