Riportiamo di seguito il comunicato stampa che abbiamo inviato poco fa alle agenzie di stampa.
“Apprendiamo con grande soddisfazione della decisione dei presidenti di Regione di presentare i referendum contro le trivellazioni. Si tratta dei quesiti che abbiamo proposto a luglio”, lo dichiara Giuseppe Civati per conto dei promotori. “Noi stiamo raccogliendo le firme, con scadenza il 30 settembre, per questi quesiti e altri sei, riguardanti legge elettorale, riforma della scuola, grandi opere e jobs act”.
Nella primavera del 2016 ci saranno dunque i referendum contro le trivellazioni: “Per questo diventa ancora più importante completare la raccolta delle firme sui nostri quesiti e permettere così agli italiani di esprimersi compiutamente. La mobilitazione e la pressione dei banchetti — prosegue il parlamentare e fondatore di Possibile — ha contribuito a questa presa di posizione. Ora insistiamo perché tutto si faccia entro il 30 settembre. Noi ce la metteremo tutta. Lo strumento referendario si dimostra attuale e la coincidenza dei quesiti dimostra che abbiamo fatto bene a proporli. Forse è il governo a dover aprire una riflessione…”
COSA CAMBIA PER I NOSTRI REFERENDUM?
Per ora, niente. Le regioni devono formalizzare questa loro importantissima decisione entro fine mese, la stessa scadenza della nostra raccolta per poter votare l’anno prossimo: quindi la raccolta continua su tutti gli otto quesiti, almeno per ora. Diventa ancora più importante raggiungere l’obbiettivo: come detto nel comunicato, a questo punto è certo che l’anno prossimo gli italiani potranno votare con la forma del referendum su una delle questioni che avevamo sollevato insieme a tanti cittadini. È un’occasione imperdibile per farli votare anche su tutto il resto.