Le ruspe del Pd chiudono l’XM24 di Bologna

È in cor­so, da sta­mat­ti­na all’alba, lo sgom­be­ro dell’hub XM24, da 17 anni cen­tro di aggre­ga­zio­ne, socia­li­tà e dif­fu­sio­ne cul­tu­ra­le nel cuo­re del­la Bolo­gni­na. Uno sgom­be­ro dispo­sto a luglio dall’amministrazione bolo­gne­se a gui­da Par­ti­to demo­cra­ti­co che, stan­do a quan­to dichia­ra­no gli atti­vi­sti e le atti­vi­ste di XM24, non ha mai pro­po­sto alter­na­ti­ve, se non quel­la di tra­sfe­ri­re il cen­tro in un magaz­zi­no in fase tran­si­to­ria, in atte­sa chis­sà di qua­le spa­zio ade­gua­to (non sono sta­te avan­za­te ipo­te­si concrete).

Lo stes­so Mat­teo Lepo­re, a metà luglio dichia­ra­va, al ter­mi­ne dell’ennesimo incon­tro in Que­stu­ra: “Non c’è nes­su­na dispo­ni­bi­li­tà di immo­bi­li di pro­prie­tà pub­bli­ca, non ho man­da­to per trat­ta­re su que­sto. Tro­va­te­vi uno spa­zio pri­va­to e maga­ri vi aiu­tia­mo”, ma l’ordine di sgom­be­ro è arri­va­to pri­ma che si potes­se cer­ca­re un luo­go ido­neo a pro­se­gui­re le atti­vi­tà del cen­tro socia­le. A nul­la è val­sa la mani­fe­sta­zio­ne del 29 giu­gno con 10.000 per­so­ne in piaz­za a difen­de­re XM24, ancor meno le miglia­ia di fir­me rac­col­te gra­zie a una peti­zio­ne lan­cia­ta da un abi­tan­te sto­ri­co del­la Bolo­gni­na, cui il sin­da­co Mero­la ha rispo­sto: «Ci sono altret­tan­te richie­ste di resi­den­ti di chiu­de­re quel posto, alcu­ne fat­te col bece­ro tono del­la destra, altre di sem­pli­ci cit­ta­di­ni che non ama­no il cen­tro socia­le for­se per­ché ciò che è così diver­so può anche fare paura».

Paro­le che sia­mo abi­tua­ti a sen­ti­re da espo­nen­ti di destra e che non ci aspet­te­rem­mo da un sin­da­co del Pd. Tro­via­mo ver­go­gno­se le moda­li­tà con le qua­li si è pro­ce­du­to allo sgom­be­ro (blin­da­ti, irru­zio­ni e ruspe) e imba­raz­zan­ti le paro­le con cui il sin­da­co, rispon­den­do a un tweet di Sal­vi­ni, riven­di­ca di aver libe­ra­to gli spa­zi “con equi­li­brio e coe­ren­za”. Non è que­sta la cit­tà che voglia­mo, in cui si sgom­bra­no impor­tan­tis­si­mi pun­ti di rife­ri­men­to socia­li e cul­tu­ra­li per fare cohou­sing di cui non c’è alcu­na neces­si­tà, visto che ci sono miglia­ia di immo­bi­li comu­na­li vuoti.

E non ci sono ruspe buo­ne e ruspe cat­ti­ve: all’indomani dell’approvazione del decre­to Sicu­rez­za Bis, quan­to acca­du­to sta­mat­ti­na a Bolo­gna sem­bra san­ci­re la resa del Pd a un lin­guag­gio e a meto­di lon­ta­nis­si­mi dal­la Sini­stra, che con­se­gna­no le chia­vi del­la cit­tà e del­la Regio­ne alla Lega. Non vedia­mo dif­fe­ren­ze tra le due for­ze poli­ti­che. Ci augu­ria­mo un ripen­sa­men­to nel­le pros­si­me ore e l’apertura di un dia­lo­go vero, che miri a rico­no­sce­re l’offerta socia­le ed edu­ca­ti­va di XM24 come un valo­re aggiun­to per la città.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.