Le scelte da fare durante l’emergenza, per quando sarà finita

Poiché in questi giorni rimbalzano le metafore belliche, l'economia di guerra è proprio questa, è quella situazione in cui una fabbrica di pentole si mette a realizzare elmetti, il paragone con la nostra situazione quindi ci sta tutto.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]È di ieri l’ap­pel­lo di Ange­la Mer­kel alle indu­strie auto­mo­bi­li­sti­che per­ché con­ver­ta­no par­te del­le loro linee per pro­dur­re attrez­za­tu­re medi­ca­li neces­sa­rie a com­bat­te­re l’e­pi­de­mia, e tra le pri­me rispo­ste c’è sta­ta quel­la di Mer­ce­des. Poi­ché in que­sti gior­ni rim­bal­za­no le meta­fo­re bel­li­che, l’e­co­no­mia di guer­ra è pro­prio que­sta, è quel­la situa­zio­ne in cui una fab­bri­ca di pen­to­le si met­te a rea­liz­za­re elmet­ti, il para­go­ne con la nostra situa­zio­ne quin­di ci sta tutto.

Per esem­pio nel ter­ri­to­rio biel­le­se, che ha una tra­di­zio­ne tes­si­le più che seco­la­re, per quan­to oggi meno flo­ri­da, esi­ste da anni l’as­so­cia­zio­ne Tes­si­le e Salu­te, che riu­ni­sce impre­se all’a­van­guar­dia nel­la pro­du­zio­ne di tes­su­ti per uso medi­co e che già in que­sti gior­ni ha ini­zia­to con i suoi asso­cia­ti a lavo­ra­re alla pro­du­zio­ne di masche­ri­ne, un impe­gno a cui si sono uni­ti altri mar­chi che, andan­do oltre la tra­di­zio­ne lanie­ra, pro­du­co­no tes­su­ti tec­ni­ci. Nel­la vastis­si­ma media impre­sa ita­lia­na, lea­der mon­dia­le in set­to­ri del­la com­po­nen­ti­sti­ca, c’è anche il flo­ri­do com­par­to del­lo stam­pag­gio e del desi­gn indu­stria­le: in mol­ti han­no rilan­cia­to la noti­zia del­la star­tup che ha avu­to l’i­dea di rea­liz­za­re com­po­nen­ti per respi­ra­to­ri con le stam­pan­ti 3d, adat­tan­do­li poi a comu­ni masche­re da sub, ma le poten­zia­li­tà di quel set­to­re sono estre­ma­men­te rilevanti.

Sono que­sti sin­go­li esem­pi di una mobi­li­ta­zio­ne che al momen­to emer­ge poco, sopra­van­za­ta dai nume­ri quo­ti­dia­ni del­l’e­mer­gen­za, ma, come spie­ga­no gli esper­ti e come mol­ti cit­ta­di­ni ini­zia­no a sospet­ta­re, le restri­zio­ni di que­sti gior­ni non sono di per sé riso­lu­ti­ve, ser­vo­no ad abbas­sa­re la famo­sa cur­va e soprat­tut­to a pren­de­re tem­po, tem­po che va usa­to per attrez­zar­si meglio ad affron­ta­re quel­lo che ver­rà dopo. Tut­ti abbia­mo capi­to che non arri­ve­rà un gior­no in cui di pun­to in bian­co i decre­ti deca­do­no e ognu­no può comin­cia­re a fare quel­lo che si face­va pri­ma, per­ché anche con un nume­ro ridot­to di con­ta­gia­ti in cir­co­lo potrem­mo ritro­var­ci in emer­gen­za nel giro di poco. Per que­sto è mol­to impor­tan­te che, men­tre noi stia­mo a casa, que­ste set­ti­ma­ne sia­no uti­liz­za­te per attrez­za­re il Pae­se ad affron­ta­re quel che ver­rà dopo, com­pre­sa l’i­po­te­si non così remo­ta che nuo­ve cri­si si presentino.

Pren­dia­mo lo smart wor­king, e l’in­se­gna­men­to a distan­za: la ser­ra­ta ha col­to tut­ti alla sprov­vi­sta, e per ora si va avan­ti con la buo­na volon­tà e l’im­prov­vi­sa­zio­ne, in par­ti­co­la­re gli inse­gnan­ti. La stes­sa pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne, sul­la base di leg­gi esi­sten­ti da pri­ma del­l’e­pi­de­mia, dovreb­be già pre­ve­de­re per alme­no il 10 per cen­to degli impie­ga­ti gli stru­men­ti per svol­ge­re il cosid­det­to “lavo­ro agi­le”, che inve­ce man­ca­no com­ple­ta­men­te. Il tema è sta­to tra­scu­ra­to, in Ita­lia, for­se per impo­sta­zio­ne cul­tu­ra­le, ma oggi che è una scel­ta obbli­ga­ta abbia­mo sco­per­to che dopo­tut­to ebbe­ne sì, alcu­ni lavo­ri d’uf­fi­cio si pos­so­no gesti­re anche da remo­to: e se que­sto è vero, che sen­so avreb­be un doma­ni, con il ritor­no alla nor­ma­li­tà, tor­na­re ad affol­la­re le tan­gen­zia­li di auto in coda, non sareb­be inve­ce meglio con­sen­ti­re a tan­tis­si­mi che pos­so­no lavo­ra­re da remo­to di anda­re fisi­ca­men­te in uffi­cio solo per metà set­ti­ma­na? Da anni dicia­mo che è meglio inve­sti­re in auto­stra­de infor­ma­ti­che che in quel­le tra­di­zio­na­li e oggi, men­tre L’Eu­ro­pa chie­de a Net­flix di ridur­re il bitra­te per evi­ta­re il con­ge­stio­na­men­to del traf­fi­co onli­ne, for­se si ini­zia a capi­re perché.

Il tema digi­ta­le è cru­cia­le anche nel­la lot­ta al con­ta­gio. Si discu­te mol­to a pro­po­si­to del­l’u­so dei big data per il trac­cia­men­to del­l’in­fe­zio­ne: e a ognu­no di noi è capi­ta­to di cer­ca­re su inter­net un ogget­to e poi di veder­ne le inser­zio­ni nei gior­ni suc­ces­si­ve, que­sto per dire che i nostri dati sono già trac­cia­ti, e spes­so sen­za la nostra pie­na con­sa­pe­vo­lez­za. In Corea si è scel­to di rico­strui­re movi­men­ti e con­tat­ti di ogni per­so­na tro­va­ta posi­ti­va al virus, chie­den­do poi su base volon­ta­ria agli inte­res­sa­ti di instal­la­re un’app sul tele­fo­no in gra­do di tra­smet­te­re que­sti dati all’au­to­ri­tà sani­ta­ria, e la cit­ta­di­nan­za ha rispo­sto con gran­de dispo­ni­bi­li­tà, dimo­stran­do che non per for­za è neces­sa­rio affi­dar­si a ordi­nan­ze fra enti con­trap­po­sti e a sin­da­ci sce­rif­fi.

Cosa ser­ve, quin­di, nel­la pro­spet­ti­va di usci­re dal­l’e­mer­gen­za, cosa va fat­to ades­so, per gesti­re ciò che avver­rà dopo? Un pia­no sani­ta­rio nazio­na­le, intan­to, che vada oltre l’im­prov­vi­sa­zio­ne di ospe­da­li da cam­po, e che pun­ti a mol­ti­pli­ca­re i posti in tera­pia inten­si­va sul ter­ri­to­rio entro pochi mesi. Un pia­no indu­stria­le, che mobi­li­ti le azien­de, non solo quel­le che pos­so­no esse­re con­ver­ti­te alla pro­du­zio­ne di dispo­si­ti­vi di pro­te­zio­ne e mac­chi­na­ri medi­ca­li, ma anche i com­par­ti dei ser­vi­zi essen­zia­li: per­ché die­tro a un ali­men­to sul ban­co­ne di un super­mer­ca­to c’è una filie­ra com­ples­sa, che com­pren­de anche il con­fe­zio­na­men­to, la cate­na del fred­do, il tra­spor­to e la logi­sti­ca — oggi col­pi­ta più che mai pro­prio nel­la zona di Ber­ga­mo — fino ad arri­va­re ai com­mes­si che riem­pio­no lo scaf­fa­le, e che oggi sono in gran­de dif­fi­col­tà. Un pia­no digi­ta­le, di poten­zia­men­to del­le reti esi­sten­ti, e un accor­do qua­dro con gli ope­ra­to­ri di tele­fo­nia per la crea­zio­ne di pia­ni dati che con­sen­ta­no lo smart wor­king a chi non ha linee flat o fisse.

Tut­te cose che richie­do­no un’a­zio­ne imme­dia­ta, anche se meno evi­den­te di quel­la via decre­to che abbia­mo impa­ra­to a cono­sce­re, ma i cui risul­ta­ti si vedran­no a bre­ve, e saran­no altret­tan­to impor­tan­ti, for­se di più.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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