[vc_row][vc_column][vc_column_text]«Maggioranza in fibrillazione», ci dicono i giornali. Come ben sappiamo, il fattore scatenante è la prescrizione. A dirla tutta, la prescrizione sarebbe anche un argomento molto interessante, che ci aiuta a ragionare e ci interroga sulle nostre idee di democrazia, di libertà, di stato di diritto, di comunità che si dà delle regole e che cerca di restare unita. E un argomento che riguarda direttamente le vite di tanti nostri concittadini.
Ma a dirla davvero tutta, fa decisamente impressione che la fibrillazione della maggioranza si sia manifestata su un tema che, tutto sommato, potrà occupare le pagine dell’attualità per un certo lasso di tempo ma che di certo non riempirà i libri di storia, destino riservato a quanto sta avvenendo — da anni, ormai, e sotto i nostri occhi - in Libia.
Abbiamo cercato a più riprese di sollevare l’attenzione sui decreti sicurezza così come sugli accordi con la Libia, ricevendo in cambio nulla, se non sberleffi. Ci sono esponenti del governo che offrono piccole rassicurazioni che assomigliano sempre più a piccole e false scuse. Ci sono esponenti della maggioranza parlamentare che si stracciano le vesti su Facebook (ho letto di alcuni che non dormono la notte, così dicono, perché pensano alla Libia) e raccolgono tanti like. Ci sono tutti coloro che si propongono di condizionare “da sinistra” le scelte di questo governo che continuano a non condizionare “da sinistra” le scelte di questo governo. Ma non c’è nessuno della maggioranza che vada in fibrillazione per la Libia, per il Mediterraneo, per la tutela dei diritti umani.
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