Le trivellazioni nel geoparco del Beigua. Un approfondimento

Dopo il post di denun­cia dei gior­ni scor­si a pro­po­si­to dell’autorizzazione alla ricer­ca del tita­nio nel Geo­par­co Une­sco del Bei­gua (lo tro­va­te qui), abbia­mo volu­to appro­fon­di­re ulte­rior­men­te la que­stio­ne per capi­re meglio cosa stia dav­ve­ro suc­ce­den­do, soprat­tut­to alla luce del­la for­te con­tra­rie­tà espres­sa anche da com­po­nen­ti dell’attuale mag­gio­ran­za in Regio­ne Liguria.

Abbia­mo così sco­per­to che il prov­ve­di­men­to che auto­riz­za le atti­vi­tà di pro­spe­zio­ne geo­lo­gi­ca è un atto del diri­gen­te del ser­vi­zio e auto­riz­za le ricer­che nell’area adia­cen­te al par­co e solo par­zial­men­te nell’area pro­tet­ta del par­co. Copia­mo per chia­rez­za qui di segui­to, dal­lo Stu­dio di Impat­to Ambien­ta­le pre­sen­ta­to al Ministero:

L’indagine pro­pe­deu­ti­ca allo stu­dio si svi­lup­pe­rà su una super­fi­cie di cir­ca 458 ha. L’a­rea, ogget­to di stu­dio e ricer­ca mine­ra­ria, come evi­den­zia­to dai seguen­ti estrat­ti sca­ri­ca­ti dal geo­por­ta­le del­la Pro­vin­cia di Savo­na, rica­de:

“par­zial­men­te all’interno del Par­co natu­ra­le regio­na­le del Bei­gua (area pro­tet­ta ter­re­stre);

par­zial­men­te all’interno del Sito di Inte­res­se Comu­ni­ta­rio (SIC/ZSC) IT1331402 Bei­gua — M. Den­te — Gar­gas­sa – Pavaglione; 

par­zial­men­te all’interno di aree sog­get­te a vin­co­lo idro­geo­lo­gi­co”.

Ci pare evi­den­te che un ter­ri­to­rio di tale pre­gio, dif­fi­cil­men­te pos­sa esse­re sal­va­guar­da­to quan­do l’intenzione è quel­la di rica­var­ne mate­ria­li pre­zio­si; pos­sia­mo anche arri­va­re a cre­de­re che duran­te le inda­gi­ni pre­li­mi­na­ri, l’impatto sarà qua­si nul­lo per­ché le rile­va­zio­ni saran­no fat­te a pie­di, usan­do i sen­tie­ri e le stra­de già esi­sten­ti (tut­to ciò si tro­va scrit­to nel­la docu­men­ta­zio­ne già cita­ta sopra), ma una vol­ta che fos­se asso­da­to che sot­to a quel mon­te c’è una vena mol­to ric­ca di tita­nio, la socie­tà che sta facen­do que­ste inda­gi­ni, cosa vor­reb­be fare?

Leg­gia­mo sem­pre nel­la docu­men­ta­zio­ne pre­sen­ta­ta l’estate scor­sa al Mini­ste­ro: “Il gia­ci­men­to del M.te Anten­na di eclo­gi­ti per la pro­du­zio­ne di Ruti­lo è uni­co con l’eccezione di quel­lo nor­ve­ge­se di Enge­bø­f­jell. Per­tan­to non esi­sto­no alter­na­ti­ve a tale sito. Va inol­tre tenu­to pre­sen­te che a cau­sa del­la rari­tà del mine­ra­le lo stes­so è rite­nu­to stra­te­gi­co a livel­lo di Comu­ni­tà Euro­pea”. Non pare evi­den­te anche a voi che l’intenzione sia pro­prio quel­la di pro­ce­de­re con la sua estrazione?

Ovvia­men­te la que­stio­ne sta sol­le­van­do parec­chie pro­te­ste non solo da par­te del­la cit­ta­di­nan­za, ma anche di colo­ro che ammi­ni­stra­no i ter­ri­to­ri coin­vol­ti e come abbia­mo det­to all’inizio c’è pure chi, pur essen­do nel­la mag­gio­ran­za che ammi­ni­stra que­sta regio­ne, si sta smar­can­do e sta espri­men­do pub­bli­ca­men­te la con­tra­rie­tà alle atti­vi­tà estrat­ti­ve (ci sono pre­ci­si vin­co­li nor­ma­ti­vi esi­sten­ti che lo impediscono).

Noti­zie dell’ultima ora, dico­no che lo stes­so Mini­stro del­la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca, Rober­to Cin­go­la­ni, abbia richie­sto chia­ri­men­ti al pre­si­den­te del Par­co Bei­gua su segna­la­zio­ne del­la com­mis­sio­ne nazio­na­le ita­lia­na per l’Unesco; il rischio, è quel­lo di per­de­re il rico­no­sci­men­to di Une­sco Glo­bal Geo­park, otte­nu­to dal Par­co del Bei­gua nel 2015.

A que­sto pun­to, se dav­ve­ro la Regio­ne Ligu­ria (inten­den­do cioè Toti la mag­gio­ran­za che l’amministra) è con­tra­ria alle tri­vel­la­zio­ni per la ricer­ca di tita­nio all’interno del Geo­par­co Une­sco del Bei­gua, potreb­be intan­to, non pre­sen­ta­re resi­sten­za al ricor­so che i Comu­ni coin­vol­ti stan­no pre­sen­tan­do o han­no già presentato.

Sareb­be il solo e defi­ni­vo atto con­cre­to da farsi.

In un momen­to sto­ri­co ben pre­ci­so come quel­lo che stia­mo viven­do, nel bel mez­zo del­la sesta estin­zio­ne di mas­sa e in una cri­si socio cli­ma­ti­ca e ambien­ta­le diven­ta fon­da­men­ta­le chie­der­si se inter­ven­ti simi­li o altri inter­ven­ti infra­strut­tu­ra­li sia­no vera­men­te soste­ni­bi­li da un pun­to di vista ambien­ta­le, eco­no­mi­co e sociale.

Non esi­sto­no alter­na­ti­ve, non pos­sia­mo per­met­ter­ci di trat­ta­re il ter­ri­to­rio come cin­quan­ta o sessant’anni fa, sen­za un pro­ces­so par­te­ci­pa­ti­vo che coin­vol­ga i ter­ri­to­ri e sen­za che si sia­no pre­ven­ti­va­men­te valu­ta­ti gli impat­ti e la soste­ni­bi­li­tà dell’opera stessa.

Dob­bia­mo evi­ta­re che a fron­te di un gua­da­gno di pochi ope­ra­to­ri, ci sia una deva­sta­zio­ne ambien­ta­le, eco­no­mi­ca e socia­le di un inte­ro ter­ri­to­rio che sta inve­sten­do e pun­tan­do sul­le bel­lez­ze natu­ra­li e sul turi­smo soste­ni­bi­le per il pro­prio futu­ro e per le futu­re generazioni.

Wal­ter Girar­di e Ligu­ria Possibile

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.