Legge 194: non servono soluzioni di emergenza ma un quadro legislativo chiaro

Esattamente un anno fa Possibile ha depositato alla Camera, nel disinteresse generale, una proposta di legge per la corretta applicazione della legge 194 e per far fronte all’obiezione di coscienza che ormai sfiora percentuali medie del 70% tra personale medico e paramedico in tutta Italia. Perché purtroppo, malgrado iniziative meritorie come quella della Regione Lazio, il problema è politico e va articolato correttamente per legge.

Esat­ta­men­te un anno fa Pos­si­bi­le ha depo­si­ta­to alla Came­ra, nel disin­te­res­se gene­ra­le, una pro­po­sta di leg­ge per la cor­ret­ta appli­ca­zio­ne del­la leg­ge 194 e per far fron­te all’obie­zio­ne di coscien­za che ormai sfio­ra per­cen­tua­li medie del 70% tra per­so­na­le medi­co e para­me­di­co in tut­ta Ita­lia. Per­ché pur­trop­po, mal­gra­do ini­zia­ti­ve meri­to­rie come quel­la del­la Regio­ne Lazio, il pro­ble­ma è poli­ti­co e va arti­co­la­to cor­ret­ta­men­te per leg­ge.

Nel­la nostra pro­po­sta, che tie­ne in equi­li­brio sia le esi­gen­ze del­le pazien­ti che quel­le dei lavo­ra­to­ri (l’obiezione di coscien­za è un dirit­to pre­vi­sto dall’articolo 9 del­la leg­ge n. 194 del 1978, ma lo è anche l’interruzione volon­ta­ria del­la gra­vi­dan­za, come la stes­sa leg­ge sta­bi­li­sce, in con­for­mi­tà alla Car­ta costi­tu­zio­na­le e alle Car­te inter­na­zio­na­li) chie­dia­mo un miglio­re bilan­cia­men­to tra il legit­ti­mo eser­ci­zio dell’obiezione di coscien­za e l’altrettanto legit­ti­mo ricor­so all’interruzione volon­ta­ria del­la gra­vi­dan­za, garan­ten­do che alme­no il 50 per cen­to del per­so­na­le sani­ta­rio e ausi­lia­rio degli enti ospe­da­lie­ri e del­le case di cura auto­riz­za­te sia non obiet­to­re. Ciò, al fine di sal­va­guar­da­re i dirit­ti dei lavo­ra­to­ri inte­res­sa­ti (anch’essi sacri­fi­ca­ti, oggi, per il per­so­na­le non obiet­to­re, che deve sob­bar­car­si un lavo­ro straor­di­na­rio), avvie­ne attra­ver­so la con­si­de­ra­zio­ne dell’equilibrio tra per­so­na­le obiet­to­re e non obiet­to­re al momen­to dell’assunzione e anche attra­ver­so le pro­ce­du­re di mobi­li­tà rela­ti­ve al per­so­na­le che eser­ci­ta il pro­prio dirit­to all’obiezione.

La pro­po­sta di leg­ge rea­liz­za così, nel rispet­to del prin­ci­pio di ragio­ne­vo­lez­za, il miglio­re pos­si­bi­le bilan­cia­men­to tra dirit­ti. Basta rin­cor­re­re le emer­gen­ze con solu­zio­ni tam­po­ne. Si trat­ta di un pro­ble­ma che riguar­da mol­ti ambi­ti e al qua­le solo il legi­sla­to­re può por­re rimedio.

Giu­sep­pe Civati

Bea­tri­ce Brignone

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