Caro Pablo,
alla vigilia del voto in Spagna che ci auguriamo offra la possibilità di un cambiamento, ti scrivo per chiederti un impegno ulteriore: quello di affrontare la sfida che avete lanciato nel vostro paese anche a livello europeo.
Non bastano più i summit tra i governi, dove spesso l’Europa sociale fa due passi indietro invece di farne uno in avanti.
Non bastano più le formule rituali che ci accompagnano da troppi anni.
È necessaria una mobilitazione a livello europeo, una campagna per ristrutturare l’Europa, prima che il sogno di un continente di pace e di benessere esteso e condiviso si scontri definitivamente con un epocale fallimento.
Ci vuole una grande operazione politica, che non può che muovere da chi è stato più esposto ai venti della crisi, alle contraddizioni che la globalizzazione ha fatto emergere, ai cambiamenti portati dalle migrazioni, spesso provocate dai nostri errori e da un mondo che abbiamo guastato noi per primi.
La classe dirigente attuale ha fallito nel rapporto con la cittadinanza, nella difesa degli ultimi, nell’inclusione degli esclusi, nel trovare una misura per redistribuire e per dare uguaglianza.
Solo così, con il ritorno alla politica, si può immaginare di salvare l’Europa.
Seguiremo i vostri risultati in questa prospettiva, nella speranza che dal 26 giugno nasca davvero qualcosa di nuovo per tutte e tutti.
Hasta pronto.