Alcuni giorni fa, abbiamo lanciato e presentato, durante la Costituente delle idee e in particolare durante il panel “Prima del diluvio”, una petizione su change.org.
Nei primissimi giorni stiamo ottenendo adesioni dalle associazioni ecologiste e da quelle che si occupano di energie rinnovabili, e ora puntiamo a raggiungere il mondo dei consumatori, il sindacato dei lavoratori e le associazioni degli imprenditori perché è chiaro che o arriva un segnale forte dalla società diffusa oppure i lobbisti del fossile che affollano il Parlamento in questa legislatura avranno ancora una volta la prevalenza sulla opinione della maggioranza, espressa in vari ordini del giorno parlamentari, e sul preciso invito della autorità della concorrenza e del mercato.
La questione è molto semplice: in un sistema liberale, capitalista e — ahimè — anche liberista come il nostro, è possibile per tutti vendere o scambiare merci, beni e servizi mentre tutto si blocca quando si parla di energia elettrica.
Oggi, se ho dei pannelli solari sopra il mio tetto eccedenti rispetto al mio fabbisogno, devo per forza immettere in rete a un prezzo ridicolo e non remunerativo l’energia che produco in più. La rete, poi, rivende questa energia al mio vicino di casa a un prezzo triplo o quadruplo o sestuplo di quanto l’abbia pagata a me. Inoltre non gliela consegna subito, direttamente, ma la fa circolare disperdendone automaticamente più del 10% .
Ebbene noi chiediamo come avviene in ogni parte di Europa che si possano realizzare sistemi di rete privati e locali in cui i vicini di condominio o di area industriale possano senza passare dalla rete di distribuzione, scambiarsi o vendersi energia rinnovabile.
Non peseremmo sulla rete, anzi la alleggeriremmo di carichi e ridurremmo la dispersione, ridurremmo i costi per i nostri vicini di almeno il 50% di quanto pagano ora l’energia e remunereremo in maniera ragionevole l’investimento per la realizzazione dell’impianto.
Si chiamano SDC ovvero sistemi di distribuzione chiusa (anche se non sono del tutto chiusi) perché un contatore per tutte le utenze collegate dialoga con la rete e scambia in maniera programmata gli eccessi produttivi eventuali o preleva i fabbisogni necessari. Questo vale anche per altri sistemi e sigle con cui non vogliamo tediarvi. In sostanza vogliamo, ad esempio, che il comune di Roma possa alimentare tutta la propria rete di illuminazione con propri impianti allacciati alla propria rete, eliminando la moltiplicazione di contatori e costi inutili che oggi pesano in maniera terribile sui bilanci comunali.
Siamo in condizione, con questa strategia, di costruire alcuni milioni di impianti attivando una micro imprenditoria diffusa non appannaggio degli oligopolisti che oggi controllano il mercato.
Non chiediamo, con questa petizione, incentivi: chiediamo esclusivamente la libertà di agire creando per questa via la rete alveolare intelligente (le tanto decantate Smart grids), vero futuro della energia pulita e sicura.
Semplice e oggi, grazie alle innovazioni ecotecnologiche ed hi-tech, finalmente possibile.
Dateci una mano: postate sui vostri social filmati e appelli scritti, organizziamo insieme dibattiti e iniziative per spiegare ad ognuno degli abitanti del nostro paese che ha un futuro migliore, più pulito e meno costoso da realizzare.
Fabio Roggiolani, Vice-presidente GIGA e cofondatore Ecofuturo