Liguria: il vento del cambiamento

1Nel cuo­re del cen­tro sto­ri­co di Geno­va, in una deli­zio­sa piaz­zet­ta con­tor­na­ta da palaz­zi che tra­su­da­no sto­ria, è tut­to pron­to per l’ar­ri­vo di Pip­po Civa­ti: le ban­die­re del PD, la cas­set­ta per l’au­to­fi­nan­zia­men­to, il micro­fo­no, focac­cia e vino ros­so. Soprat­tut­to sono pron­ti a rice­ver­lo le cen­to e pas­sa per­so­ne che han­no lascia­to fret­to­lo­sa­men­te il lavo­ro o lo stu­dio per un’in­so­li­ta pau­sa-pran­zo con il nostro can­di­da­to. Sof­fia la tra­mon­ta­na, il ven­to che a Geno­va spaz­za le nuvo­le. Il ven­to del cambiamento.

Il tre­no su cui viag­gia Pip­po accu­mu­la ritar­do e ce lo por­ta un’o­ra dopo quan­to pre­vi­sto dal pro­gram­ma più paz­zo del­la cam­pa­gna. Abbia­mo la pre­te­sa, infat­ti, di attra­ver­sa­re “in lun­go e in lar­go la Ligu­ria” per por­tar­lo in tut­te le pro­vin­ce dove i Comi­ta­ti per Civa­ti sono nati spon­ta­nei come i fun­ghi. È un lega­me di lun­ga data quel­lo fra l’a­spi­ran­te can­di­da­to e la nostra regio­ne, cor­ro­bo­ra­to da anni di cono­scen­za e bat­ta­glie comu­ni. Per­chè Pip­po il suo viag­gio fra la gen­te l’ha ini­zia­to ben pri­ma di can­di­dar­si segretario.

Tor­nia­mo alla piaz­zet­ta. Final­men­te arri­va, ele­gan­te in un abi­to da signo­re di cam­pa­gna in que­sta cit­tà di mare. Il carat­te­re schi­vo dei geno­ve­si si scio­glie all’i­stan­te nel­l’ab­brac­cio con lui, nel sor­ri­so e nel­la bat­tu­ta di ‘uno di noi’, nel suo par­la­re lim­pi­do e diretto.

2Nel cer­chio che gli si strin­ge intor­no, mol­ti sono i volon­ta­ri, che assor­bo­no come spu­gne le sue paro­le; le tra­sfe­ri­re­mo negli incon­tri, nel pas­sa­pa­ro­la, nel por­ta a por­ta, nei tweet e nei post. E’ un lam­po la sua visi­ta a Geno­va; è già sta­to qui a set­tem­bre per la Festa nazio­na­le e ci ha pro­mes­so che tor­ne­rà pri­ma dell’8.

Si par­te alla vol­ta di San­re­mo, dove par­la poco e ascol­ta tan­to. La doman­da di Sil­vio (“Ti chia­mi così o è una pro­vo­ca­zio­ne?!”) le rias­su­me tut­te: “Vor­rei che mi spie­gas­si per­chè dovrei vota­re per te come segre­ta­rio”. La rispo­sta Sil­vio può tro­var­la nel­la chia­rez­za e nel­la coe­ren­za di un can­di­da­to che non gira intor­no alle que­stio­ni — le affron­ta, chia­man­do­le col loro nome. Non cop­pie di fat­to ma matri­mo­ni egua­li­ta­ri; non una gene­ri­ca rifor­ma del fisco ma “abbas­sia­mo a 500€ i paga­men­ti in con­tan­ti”; non un’a­strat­ta par­te­ci­pa­zio­ne dei cir­co­li e degli iscrit­ti ma una pro­po­sta con­cre­ta: “appli­ca­re lo sta­tu­to del PD dove par­la di refe­ren­dum inter­ni, dare ai cir­co­li gli stru­men­ti infor­ma­ti­ci per met­ter­li in rete, for­ni­re loro le cor­ret­te infor­ma­zio­ni. Sugli F35, ad esem­pio, argo­men­to su cui si è det­to tut­to e il con­tra­rio di tut­to, il Par­ti­to deve dare stru­men­ti per capir­ne i pro e i con­tro e con­fron­tar­si in un dibat­ti­to orga­niz­za­to.”

3Un’o­ra dopo sia­mo a Savo­na, dove Pip­po ripren­de il discor­so inter­rot­to a San­re­mo. Nel­la Sala Ros­sa del Comu­ne i posti a sede­re sono esau­ri­ti, quel­li in pie­di pure e la gen­te si accal­ca anche nel­la sala accan­to, alle­sti­ta con scher­mo e audio. Ci sono mol­ti Ammi­ni­stra­to­ri loca­li in sala; a loro Pip­po rivol­ge alcu­ni pen­sie­ri. Mi col­pi­sce un pun­to del suo discor­so savo­ne­se: “Se chie­de­te in giro qua­li sono le bat­ta­glie del PD, sfi­do a tro­va­re qual­cu­no che ve ne sap­pia dire una”. Ama­rez­za, ma anche voglia di gri­dar­le le pro­po­ste, quel­le vere che non si per­do­no nel­le lar­ghe inte­se, quel­le “degli 8 pun­ti di Ber­sa­ni, che pote­va tirar­li fuo­ri pri­ma del­le ele­zio­ni”, quel­le del­la mozio­ne Civa­ti. “Mi scu­so se vi fac­cio spre­ca­re tan­to toner per stam­par­la, ma dob­bia­mo dire cosa voglia­mo fare”.

Alla fine stret­te di mano, foto di rito, abbrac­ci, bat­tu­te; qual­cu­no lo segue nel tra­git­to alla mac­chi­na, per scam­bia­re un’ul­ti­ma opi­nio­ne con lui.

4Anche nel­la pic­co­la Aren­za­no la sala è gre­mi­ta. La visi­ta è bre­ve, ma inten­sa. È tal­men­te schiet­to Civa­ti che gli basta­no pochi spun­ti per lascia­re il segno. “Dob­bia­mo recu­pe­ra­re il nostro natu­ra­le allea­to — SEL” (igna­ro che pro­prio un asses­so­re regio­na­le SEL è in sala!) “Recu­pe­ra­re i tan­ti nostri elet­to­ri, che han­no pre­fe­ri­to Gril­lo. Dob­bia­mo rico­strui­re un PD da Pro­di a Rodo­tà.”

Ed ecco­ci di nuo­vo in mac­chi­na, scheg­ge impaz­zi­te ver­so l’ul­ti­ma tap­pa, sen­za cibo, acqua, sen­za soste in auto­grill. La gui­da bril­lan­te e sicu­ra del nostro auti­sta d’ec­ce­zio­ne — Luca Pasto­ri­no — ci por­ta fila­ti a La Spe­zia. Si scher­za, si ride, si man­da un comu­ni­ca­to per chia­ri­re quan­to det­to da Civa­ti ai gior­na­li­sti sul­le gran­di ope­re geno­ve­si, un pen­sie­ro di buon sen­so che invi­ta alla discus­sio­ne lai­ca e all’am­pia condivisione.

Non si ade­gua­no i savo­ne­si, che han­no tito­la­to così il loro incon­tro e non si ade­gua­no gli spez­zi­ni, che se lo sono stam­pa­to sul­le magliet­te, nel caso qual­cu­no dubi­tas­se. Non si ade­gua soprat­tut­to il nostro can­di­da­to, a una leg­ge elet­to­ra­le che anco­ra non c’è, “dopo il milio­ne e mez­zo di fir­me con­tro il Por­cel­lum, dopo il man­ca­to appog­gio alla mozio­ne Gia­chet­ti sul ritor­no al Mat­ta­rel­lum, dopo i mesi di lar­ghe inte­se che han­no pro­dot­to fin qui tan­te boz­ze Vio­lan­te-Qua­glia­rel­lo (ini­zio a pen­sa­re che abbia­no una rela­zio­ne!).”

5Civa­ti si appre­sta a con­clu­de­re lascian­do­ci un gran­de spun­to di rifles­sio­ne: “Se i pove­ri stan­no meglio, stan­no meglio anche i ric­chi”. Una fra­se che va drit­ta al cuo­re men­tre sto foto­gra­fan­do il pub­bli­co, teste pela­te o gri­ge accan­to a zaz­ze­re spet­ti­na­te e code di caval­lo sba­raz­zi­ne. Ai gio­va­ni Pip­po si rivol­ge spes­so, sen­za mai tra­scu­ra­re gli anzia­ni. Ci ha con­fes­sa­to che le vec­chiet­te han­no un debo­le per lui. E ne abbrac­cia una men­tre scor­ro­no le imma­gi­ni di un bel­lis­si­mo video pro­iet­ta­to come fina­le del­l’ul­ti­mo incon­tro del­la giornata.

È sta­ta una staf­fet­ta, il testi­mo­ne è Pip­po, il tra­guar­do è l’8 dicem­bre, cor­ria­mo tut­ti con lui per arri­va­re pri­mi. Con l’or­go­glio di esse­re una pic­co­la par­te di quel gat­to con gli sti­va­li che — come nel­la fia­ba — riser­ve­rà gran­di sorprese.

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