[vc_row][vc_column][vc_column_text]Francesco Cancellato ha scritto stamattina su Linkiesta l’ennesimo articolo sulla “sinistra che non c’è” (un genere letterario, ormai), stavolta con un focus particolare sulla questione migratoria (su cui Salvini sarebbe diventato forte solo perché incontrastato, secondo l’autore) e che probabilmente vedremo condiviso sulle bacheche di tanti, anche a sinistra, perché un po’ ci piace farci cogliere in fallo, anche quando non ce n’è ragione.
Nemmeno c’è bisogno di ribadire quanto questi articoli indignati in realtà abbiano l’unico effetto di contribuire a eliminare dal dibattito pubblico le forze che in realtà la sinistra provano a farla, anche a partire da questo tema. Quelle forze che si impegnano ogni giorno con i mezzi a loro disposizione per costruire e rafforzare quell’idea di società aperta in cui credono e che Cancellato lamenta essere scomparsa.
Con una potenza di fuoco ben diversa da quella di Cancellato (il suo post sarà visto e condiviso da migliaia di persone, e non c’è molto che si possa fare a riguardo) ribadiamo che “una sinistra c’è, basterebbe vederla”.
Scrive Cancellato: “Nessuno, ad esempio, ricorda che se tutti i migranti che sbarcano fanno richiesta di asilo politico è colpa di una legge demenziale, la Bossi-Fini, che non prevede altre modalità d’ingresso nel nostro Paese”.
Ma nella scorsa legislatura è stata presentata una proposta di riforma, nata da un tavolo di co-legislazione che per un anno ha lavorato a un testo coordinato da Andrea Maestri, nel silenzio generale.
“Nessuno che sottolinea il tentativo di equiparare i richiedenti asilo ai clandestini”. Ma un intero capitolo del libro #Antifa, scritto dal suo curatore, Stefano Catone, è dedicato proprio all’uso improprio della parola “clandestini”, e se ne parla in tutte le presentazioni, non certo particolarmente coperte dalla stampa, che invece riprende ogni parola e tweet e diretta Facebook di Salvini.
“Nessuno che, dati del Viminale alla mano, gli ricordi che non c’è nessun problema di ordine pubblico legato alla crescita esponenziale di chi sbarca chiedendo asilo politico e che, anzi, i reati da qualche anno a questa parte siano in forte calo”. Ma l’attenzione per i dati (anche quelli sull’ordine pubblico) è da sempre un’ossessione per Possibile, tanto che quando spariscono dai siti ufficiali, come successo con quelli sull’accoglienza, chiediamo a gran voce di ripristinarli. E Cancellato dovrebbe anche tenere conto del fatto che l’attività di fact-checking in un paese sano dovrebbero farla i giornali, non le forze politiche, e chiedere conto delle menzogne invece di amplificarle. Invece sono pochissimi, questo sì, a farlo, come dimostrano le preziose analisi di Valigia Blu, che deve in primo luogo smontare le bufale pubblicate e rimbalzate dai giornali.
“Nessuno che gli chiede conto di tutte quelle realtà — lo scrive oggi il Corriere della Sera — in cui gli stranieri sono sfruttati come braccianti agricoli in spregio a ogni regola e a ogni diritto umano, compito che gli spetterebbe, allo stesso modo, in quanto titolare di un ministero che deve battersi contro l’illegalità a trecentosessanta gradi”. Ma la lotta contro lo sfruttamento lavorativo delle persone rimaste imbrigliate nel sistema di illegalità creato dalla Bossi-Fini è stata sempre seguita con attenzione, e a dimostrarlo ci sono le parole di Marco Omizzolo, una persona che sul territorio ha fatto tantissimo negli ultimi anni, e che abbiamo sostenuto — ad esempio — durante lo sciopero dei braccianti Sikh del 2016.
Anche su altri aspetti della questione migratoria che Cancellato non cita nel suo articolo l’attenzione di Possibile e di molti e molte che condividono con noi la stessa idea di uguaglianza, giustizia e umanità è altissima. Basti ricordare la riforma del Trattato di Dublino, su cui Elly Schlein ha lavorato per anni da relatrice ombra nel Parlamento Europeo, e su cui solo due giorni fa era intervenuta proprio su Linkiesta per denunciare le mancanze del pessimo compromesso presentato dalla Bulgaria al Consiglio Europeo e denunciare l’ipocrisia dell’asse tra Salvini e Orban e il pericolo insito nella scelta del nuovo Ministro dell’Interno di rinunciare al tavolo dei negoziati, lasciando la situazione così com’è e di fatto cancellando il lavoro del Parlamento Europeo.
O la denuncia di ciò che è avvenuto e continua ad avvenire nei centri di detenzione e nel mercato schiavistico della Libia (tra la complicità e il silenzio dei potenti europei), al centro di “Voi sapete”, l’ultimo libro (che è anche una campagna) di Giuseppe Civati, che lo ha presentato in molte città impegnate nel prossimo turno di amministrative (Imola e Pisa, solo per fare due esempi).
Di tutto questo Cancellato non scrive una riga, forse perché ammettere le responsabilità del sistema mediatico di fronte alla scomparsa di un discorso di sinistra dal dibattito pubblico striderebbe con le sue argomentazioni.
Del resto, vale sempre questo: “ogni volta che scrivete «di questo non ne parla nessuno», ignorando chi invece ne parla, state facendo un pessimo servizio non certo a quella persona, ma a quell’argomento, di cui — anche grazie a voi — si continuerà a non parlare abbastanza. Però, vuoi mettere la soddisfazione?”.
Marco Vassalotti[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]