L’indifferenza che genera violenza

Storie di ordinaria violenza e discriminazione, accadute nell’arco di pochi giorni e che raccontano in maniera agghiacciante il clima a cui sono soggette le persone LGBTI nel nostro Paese, e non solo

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Un Vesco­vo in una scuo­la di Pavia avver­te che i gay non saran­no mai feli­ci; un ragaz­zo ingle­se offe­so, pic­chia­to e deru­ba­to nel pie­no cen­tro di Bolo­gna nell’indifferenza dei pas­san­ti in quan­to gay; Geno­va, Firen­ze e la Pro­vin­cia di Tren­to nega­no il patro­ci­nio ai pros­si­mi Pri­de; una per­so­na tran­ses­sua­le ita­lia­na ed il suo com­pa­gno seque­stra­ti e pic­chia­ti all’aeroporto di Istanbul.

Sto­rie, pur­trop­po, di ordi­na­ria vio­len­za e discri­mi­na­zio­ne, acca­du­te nell’arco di pochi gior­ni e che rac­con­ta­no in manie­ra agghiac­cian­te il cli­ma a cui sono sog­get­te le per­so­ne LGBTI nel nostro Pae­se, e non solo. Discri­mi­na­zio­ni che assu­mo­no anche carat­te­ri isti­tu­zio­na­li come nel caso del­la man­ca­ta con­ces­sio­ne ai Pri­de, deru­bri­can­do la mani­fe­sta­zio­ne a qual­co­sa di non isti­tu­zio­na­le sen­za tene­re con­to che inve­ce rap­pre­sen­ta un momen­to di orgo­glio del­la comu­ni­tà, e di una fet­ta sem­pre più ampia di per­so­ne, attra­ver­so il qua­le affron­ta­re a testa alta una socie­tà, ed una poli­ti­ca, che trop­po spes­so con­ti­nua a con­si­de­rar­li cit­ta­di­ni di serie B. Come nel caso di Ros­si, Pre­si­den­te del­la Pro­vin­cia di Tren­to, che ritie­ne il pros­si­mo, pri­mo, Pri­de del Tren­ti­no: “un aspet­to più di fol­clo­re e di esi­bi­zio­ni­smo che sicu­ra­men­te non appor­ta alcun con­tri­bu­to alla cre­sci­ta e valo­riz­za­zio­ne del­la socie­tà tren­ti­na e del­la sua immagine”.

In que­sti anni abbia­mo sem­pre cam­mi­na­to al fian­co del movi­men­to LGBTI nel­la richie­sta di dirit­ti, liber­tà e sicu­rez­za, per costrui­re un obiet­ti­vo con­di­vi­so di una socie­tà più giu­sta che tute­li le mino­ran­ze rico­no­scen­do­le e dan­do a tut­te e tut­ti le stes­se pos­si­bi­li­tà di rea­liz­zar­si e con­cor­re­re alla pro­pria feli­ci­tà.

In que­sti anni ci sia­mo resi con­to che non pote­va basta­re un’azione poli­ti­ca e legi­sla­ti­va sul pia­no giu­ri­di­co, con l’estensione del­la Leg­ge Man­ci­no alle discri­mi­na­zio­ni per orien­ta­men­to ses­sua­le ed iden­ti­tà di gene­re, per­ché ser­vi­va un’azione stra­te­gi­ca più ampia, che fos­se cul­tu­ra­le e for­ma­ti­va, per col­pi­re l’ignoranza e l’odio e per scar­di­na­re l’indifferenza che è sem­pre più este­sa. La stes­sa indif­fe­ren­za che il ragaz­zo ingle­se a Bolo­gna ha toc­ca­to con mano. A Bolo­gna, cit­tà sim­bo­lo di aper­tu­ra, mul­ti­cul­tu­ra­li­tà e sede nazio­na­le del­la sto­ri­ca asso­cia­zio­ne Arci­gay. Sino­ni­mo che non pos­sia­mo abbas­sa­re mai la guar­dia, nem­me­no in quei luo­ghi che cre­dia­mo esse­re sto­ri­ca­men­te vici­ni ad alcu­ne istan­ze.

Per trop­po tem­po la poli­ti­ca ha fat­to fin­ta di nul­la, non occu­pan­do­si di con­tra­sta­re l’odio che cre­sce­va, ali­men­ta­to da una nar­ra­zio­ne tos­si­ca che face­va del diver­so il nemi­co ogget­ti­vo. Di dirit­ti, in que­sta ulti­ma cam­pa­gna elet­to­ra­le non abbia­mo mai sen­ti­to par­la­re, ma di posi­zio­ni rea­zio­na­rie come quel­la di can­cel­la­re le Unio­ni Civi­li se ne sono sus­se­gui­te tan­te. Affer­ma­zio­ni che ser­vo­no ad ali­men­ta­re un cli­ma di con­flit­to socia­le, basa­to su intol­le­ran­za e odio. A tut­to que­sto abbia­mo il dove­re di ante­por­re una stra­te­gia cul­tu­ra­le e poli­ti­ca insie­me a tut­ti i sog­get­ti che si stan­no mobi­li­tan­do su que­sti temi, a par­ti­re dal­le asso­cia­zio­ni LGBTI, alla rete nazio­na­le Edu­ca­re alle Dif­fe­ren­ze e al coor­di­na­men­to nazio­na­le Lai­ci­tà Scuo­la Salu­te, che ave­va lan­cia­to 7 pun­ti pro­gram­ma­ti­ci per le scor­se ele­zio­ni aper­te alla sot­to­scri­zio­ne del­le can­di­da­te e dei candidati.

Una sfi­da che deve unir­si alla lot­ta al ses­si­smo e alla que­stio­ne maschi­le che non può con­si­de­rar­si sle­ga­ta dal­le vio­len­ze con­tro le per­so­ne LGBTI in quan­to riguar­da le iden­ti­tà, e la liber­tà di esse­re e autodefinirsi.

Per que­sti moti­vi nei pros­si­mi mesi ripren­de­re­mo il lavo­ro di incon­tro, con­fron­to ed ela­bo­ra­zio­ne con­di­vi­sa con tut­te le real­tà che si occu­pa­no di que­sti temi, con­ti­nuan­do un per­cor­so che negli ulti­mi anni abbia­mo intrapreso.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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