Un giornale riporta oggi con una certa enfasi che “Possibile comincia dalle espulsioni”, riferendo di un nostro tesserato, cui ieri il Comitato Organizzativo ha revocato l’iscrizione. L’articolo omette di spiegare altro, e invece c’è molto di più da spiegare.
Intanto, non si tratta di un’espulsione, ma di semplice applicazione delle regole che erano già presenti nello Statuto provvisorio quando quella persona si è tesserata, e sono state confermate con l’approvazione dello Statuto di sabato. Noi in Possibile crediamo che il rispetto delle regole sia importante, crediamo debba esserlo anche per i nostri iscritti, e pensiamo infine dovrebbe esserlo per tutti.
In secondo luogo, Possibile con l’approvazione del nuovo Statuto diventa un partito, e partito deriva da “parte”: l’iscritto sceglie una parte, tipicamente, sceglierne due o più contemporaneamente non sarebbe indice di particolare serietà (esistono persone che sono, per esempio, contemporaneamente iscritte a Sel e al Pd? Pare difficile).
Terzo, su 4800 iscritti circa, il Comitato Organizzativo è intervenuto per applicare la norma sul doppio tesseramento due volte. Due volte su 4800, non esattamente un’epidemia di casi.
Quarto, nel caso specifico, il tesserato era stato sondato preliminarmente a proposito di questa sua incompatibilità, e aveva dichiarato di non voler proseguire la sua permanenza in Possibile. Strano che abbia cambiato idea quando è stato contattato dal giornale.
Quinto e ultimo, il Comitato Organizzativo non agisce come un organo di polizia indagando sugli iscritti e sulle loro affiliazioni, peraltro non ne sarebbe in grado. Ci si basa sulla buona fede dell’iscritto, salvo segnalazioni differenti e manifeste. Nel caso in esame, questa persona non risulta semplicemente “iscritta” a un altro partito, ma l’interessato risulta essere il coordinatore di un altro partito nella sua città, Firenze. Cosa un po’ diversa, anzi decisamente.