[vc_row][vc_column][vc_column_text]«Per i molti, non per i pochi», recita lo slogan di Liberi E Uguali. E i molti, non dobbiamo mai dimenticarcelo, sono davvero molti. Lo sappiamo bene alle latitudini pedemontane, dove la sinistra ha da sempre fatto fatica, dove gli effetti dei cambiamenti globali hanno avuto ricadute importanti già negli scorsi decenni. Un “capitalismo molecolare”, come dice Aldo Bonomi, e un sentimento di abbandono, per certi versi, sul quale ha investito una retorica indipendentista e autonomista, spesso nel senso deteriore, che gioca in difesa, che si chiude all’Europa e al mondo, ora ancora di più, in nome del “sovranismo”.
Comincia così la lettera aperta di Giuseppe Civati, indirizzata all’Italia che rischia e lavora, che non si arrende ma che sfida i mercati internazionali.
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[L’ITALIA DEI MOLTI, L’ITALIA CHE PRODUCE]
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