“Si può leggere una notizia preoccupante su un quotidiano e prenderne atto oppure… si può cercare di fare qualcosa per cambiare la situazione”. Letta così sembra semplice e, forse, semplice lo è davvero: si potrebbe anche dire un gioco da ragazzi…
I ragazzi sono gli alunni della IIB della Primaria di Primo Grado di Mosso, un comune con meno di 1.700 abitanti in provincia di Biella.
Da lunedì 15 febbraio, probabilmente, le loro vite sono cambiate per sempre, non per qualcosa che è capitato ma per qualcosa che stanno facendo capitare, partendo dalla loro classe in orario di lezione e poco per volta in tutta Italia, con un benefico effetto domino.
Un paio di settimane fa il loro insegnante, Giuseppe Paschetto, fa lezione leggendo ai suoi alunni il giornale della domenica; un articolo, in particolare, cattura l’attenzione del gruppo: l’isola sarda di Budelli, “l’isola rosa” straordinario esempio di ecosistema all’interno della Riserva della Maddalena, tornerà all’asta dopo che il miliardario neozelandese che ha versato la caparra per il suo acquisto ha annunciato l’intenzione di ritirare la sua offerta. Cosa potrebbe accadere? La proprietà pubblica rischia di essere ancora una volta negata; nel 2013, infatti, era arrivato il magnate neozelandese, Michael Harte, ad acquistare l’isola a poco meno di 3 milioni di euro e renderla accessibile solo ai maxi yacht. Ma era subito scoppiata la polemica e il consiglio del parco aveva deciso di aumentare i vincoli e Budelli era diventata «zona di tutela integrale». Harte, nel tempo, ha rinunciato e ora l’isola rosa è di nuovo tornata all’asta, con il rischio che nuovamente l’ente parco della Maddalena non possa far valere il suo diritto di prelazione nella nuova asta.
Ma torniamo a Mosso, a circa 600km in linea d’aria, tanto dista Budelli, e all’idea semplice e geniale dei ragazzi della IIB: “compriamo noi Budelli!”.
“Abituati a progettare e comunicare con l’approccio di cooperative learning — hanno dichiarato i professori — i nostri fantastici alunni si sono messi all’opera e hanno ideato la campagna nazionale “Non si SBudelli l’Italia” per raccogliere 3 milioni di euro e mantenere di utilizzo pubblico Budelli.” La posta in gioco non è il possesso o l’uso diretto, quindi, ma la proprietà morale di un bene comune.
Negli scorsi 15 giorni questo sogno ha invaso le vite di tutti, a Mosso: interviste e articoli sui giornali italiani e stranieri (Russia, Inghilterra, Olanda, Francia, Slovenia), servizi televisivi nei Tg e in alcune trasmissioni nazionali, 7680 persone iscritte alla pagina Facebook della campagna, messaggi di sostegno e miriadi di richieste di informazioni per conoscere le modalità con cui si può effettuare una donazione e sostenere questa campagna di Crowdfunding civico.
Un’attenzione che piano piano si trasforma in mobilitazione, perché i ragazzi non scherzano e vogliono davvero comprare Budelli e farla diventare “l’isola dei ragazzi”: questo progetto fa parte del loro percorso curricolare, stanno imparando a gestire la comunicazione, a calcolare cifre elevate ma che arrivano direttamente dal mondo reale. Economia dei Beni Comuni e Tutela Pubblica degli ecosistemi, se fossero materie universitarie, ma apprese già alle Medie; una volta avremmo semplicemente detto Educazione Civica…
Il presupposto della loro campagna si basa su un ragionamento semplice: se ciascuno studente delle scuole italiane versasse 50 centesimi di euro, la cifra sarebbe raggiunta o, ancora, se ogni cittadino italiano donasse 5 centesimi il risultato non cambierebbe.
Tutti i particolari su questo sogno che può diventare realtà e il racconto quotidiano di come i ragazzi stanno gestendo il progetto si trovano nella pagina Non si s‑Budelli l’Italia!
In questi giorni stanno ultimando le procedure per aprire, sulla piattaforma di Crowdfunding “Produzioni dal Basso” la pagina della raccolta.
Il messaggio diffuso pochi giorni fa e diretto a tutti coloro che vogliono fare la loro parte è chiaro:
“Cari amici TENETEVI PRONTI! A inizio settimana in attesa di attivare la piattaforma di crowdfunding comunicheremo l’IBAN di un conto bancario in cui sarà possibile iniziare a versare i vostri contributi. Poi si può fare ALTRO: 1) Le scuole italiane dovrebbero essere tra i protagonisti della campagna: in ogni scuola si individui un responsabile (insegnante, classe…) con il compito di raccogliere fondi; 2) I cittadini possono attivare campagne di sensibilizzazione e iniziative di raccolta fondi nei propri paesi e nelle proprie città; 3) Chi ha un talento particolare (musica. arte, scienze, ecc.) lo può mettere a disposizione della campagna per produrre spot, performance, installazioni, flash mob, ecc.
La campagna “5 centesimi per abitante e ci compriamo Budelli” sarà monitorata comunicando quando gli abitanti di un certo Comune hanno raggiunto o superato l’obiettivo (ad es. per un paese di 1000 abitanti 50 €, per uno di 10000 abitanti 500 € e così via, somme non impossibili da raggiungere se l’impegno è capillare!), nei casi di comuni di piccole e medie dimensioni si tratta di obiettivi raggiungibili davvero nel giro di pochi giorni…
E allora attiviamoci per un AMBASCIATORE DI BUDELLI in ogni Comune italiano!”
Potrà sembrare una storia piccola, residuale, più dalle parti dell’utopia che altro. Ma se solo ci si ferma un istante di più, giusto il tempo per farsi coinvolgere dall’entusiasmo dei ragazzi che hanno così chiaro e semplice il percorso per tutelare il bene comune rappresentato dal patrimonio naturalistico dell’isola Budelli, tutto assume una dimensione più ampia: è l’Italia Possibile che si attiva, dal basso, con passione e convinzione nei propri mezzi, con l’aiuto di tanti.
Tra i tanti messaggi che in queste settimane sono arrivati a Mosso c’è anche quello di Paolo Maddalena, ex giudice costituzionale: “Questi ragazzi hanno colto in profondità lo spirito della Costituzione, quello che è l’essenza dell’appartenenza. Prima di tutto, dice la Costituzione, esiste la proprietà di popolo. Poi quella privata. Si tratta di un’iniziativa lodevole che va a fondo dei principi costituzionali. Gli studenti di Mosso hanno l’avallo della storia e della nostra Costituzione.”
E anche, visto che il sogno senza tempo dei beni davvero comuni incrocia in questo preciso momento storico un (non)dibattito nazionale sulla (non)tutela del mare, come scrive Civati “le ragazze e i ragazzi di Biella che vogliono salvare Budelli e trasformarla nell’isola dei ragazzi con tre milioni di euro sono la migliore risposta (culturalmente parlando) al governo che spreca 300 milioni per boicottare il referendum sulle trivelle”. Basta un centesimo di quello spreco e il sogno che da Mosso sta contagiando un po’ di mondo diventerebbe subito realtà. Per il Bene di tutti.