Ricordate lo Sblocca-Italia? Era settembre del 2014 e il governo Renzi esibiva il suo bel decreto-legge per sbloccare i cantieri: in nome del mito della velocità e del progresso, l’arrembante presidente del consiglio era arrivato a stabilire che in sede di conferenza di servizi per la realizzazione di grandi opere, in caso di motivato dissenso espresso da un’amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale o del patrimonio storico-artistico ovvero alla tutela della salute e della pubblica incolumità, si semplificasse al massimo e si riducessero a metà i termini della procedura.
Anche il M5S si sollevò contro una misura che metteva in secondo piano le compatibilità ambientali di opere e infrastrutture fortemente impattanti sui territori ma una volta arrivato al governo, la componente gialla dell’esecutivo giallo-verde si accinge a partorire un mostro di non minore mostruosità del renzianissimo Sblocca-Italia.
Lo chiameremo lo Sblocca-Onestà perché il provvedimento che il consiglio dei ministri pentaleghista si accinge ad approvare allenta le rigidità attualmente previste per la valutazione delle offerte anomale, limita la pubblicità dei bandi (alla faccia della pubblicità e della trasparenza dell’azione amministrativa) ma soprattutto liberalizza i subappalti, cioè consente di presentare la lista delle imprese subappaltatrici ad aggiudicazione dell’appalto già avvenuta, spianando la strada agli appetiti delle mafie che già oggi si infiltravano negli appalti più golosi in presenza di una norma che obbligava a presentare detta lista prima dell’aggiudicazione.
A noi, che abbiamo a cuore l’ambiente e il territorio (e quindi abbiamo contestato radicalmente lo Sblocca-Italia renziano), stanno a cuore anche la legalità degli appalti pubblici ed il contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’economia (che lo Sblocca-Onestà rischia di favorire): quindi denunciamo con forza e disgusto l’ennesima piroetta pentastellata che fa strame del grillismo delle origini.