Lo strano caso dell’inceneritore di Vercelli

Abbia­mo un diret­to­re rimos­so, un ince­ne­ri­to­re spen­to, una socie­tà che fa affa­ri con i rifiu­ti e lo Sbloc­ca Ita­lia. E i nume­ri, anco­ra una vol­ta: nume­ri che dovreb­be­ro esse­re spie­ga­ti e cir­co­stan­zia­ti, nume­ri che pro­ven­go­no da una ricer­ca scien­ti­fi­ca uffi­cia­le, finan­zia­ta dal Mini­ste­ro del­la Salu­te, che il gover­no del­la Regio­ne Pie­mon­te non dovreb­be per­met­ter­si di ignorare.
Il diret­to­re è tal Gian­car­lo Cut­ti­ca dell’Arpa di Ver­cel­li. Il 6 Ago­sto è sta­to rimos­so dal pro­prio inca­ri­co, uffi­cial­men­te per ragio­ni di rior­ga­niz­za­zio­ne inter­na. Lo scor­so 29 Giu­gno ave­va tenu­to una con­fe­ren­za stam­pa, nel­la sua veste di diri­gen­te Arpa, insie­me al Comu­ne di Ver­cel­li, ai fini del­la divul­ga­zio­ne al pub­bli­co dei risul­ta­ti di una ricer­ca epi­de­mio­lo­gi­ca cor­re­la­ta alla pre­sen­za del­l’In­ce­ne­ri­to­re di Asi­glia­no, a sud del­la cit­tà, spen­to lo scor­so anno, dopo l’av­vio del­l’im­pian­to di Ger­bi­do nei pres­si di Tori­no. L’e­ven­to è sta­to così descrit­to sul sito di Arpa Pie­mon­te:
“30 Giu­gno 2015 — Sono sta­ti pre­sen­ta­ti ieri, in una con­fe­ren­za stam­pa al comu­ne di Ver­cel­li, i risul­ta­ti del­lo stu­dio epi­de­mio­lo­gi­co Arpa sul­la popo­la­zio­ne resi­den­te nei pres­si dell’inceneritore di Ver­cel­li. […] Nel 2014 è ini­zia­to uno stu­dio epi­de­mio­lo­gi­co sugli effet­ti sul­la salu­te dell’inceneritore, reso pos­si­bi­le gra­zie ad un pro­get­to CCM del Mini­ste­ro del­la salu­te. Lo stu­dio è sta­to coor­di­na­to dal Dipar­ti­men­to di Epi­de­mio­lo­gia e Salu­te ambien­ta­le dell’Arpa Pie­mon­te, in col­la­bo­ra­zio­ne con il Dipar­ti­men­to Arpa di Ver­cel­li, i Comu­ni di Ver­cel­li ed Asi­glia­no Ver­cel­le­se e l’Asl di Ver­cel­li (Ser­vi­zio di Igie­ne e Sani­tà Pubblica)”.
I risul­ta­ti, divul­ga­ti dal sito del­l’Ar­pa, sono disar­man­ti: il rischio rela­ti­vo di con­trar­re malat­tie per le popo­la­zio­ni espo­ste ai fumi di sca­ri­co del­l’in­ce­ne­ri­to­re di Asi­glia­no è deci­sa­men­te alto. In par­ti­co­la­re, si spe­ci­fi­ca che “per tut­ti i tumo­ri mali­gni si evi­den­zia­no rischi più alti tra gli espo­sti rispet­to ai non espo­sti (+60%), in par­ti­co­la­re per il tumo­re del colon-ret­to (+400%) e del pol­mo­ne (+180%)”.
Tre gli ele­men­ti di que­sto comu­ni­ca­to stam­pa che sono poten­zial­men­te esplo­si­vi: la novi­tà (abbia­mo nuo­vi risul­ta­ti e ve li abbia­mo spie­ga­ti “ieri”), la data del­lo stu­dio epi­de­mio­lo­gi­co (“ini­zia­to nel 2014”), la gra­vi­tà dei nume­ri (“+400%”).
E infat­ti l’e­co di que­ste risul­tan­ze non tar­da ad arrivare.
Pochi gior­ni dopo, il comu­ne di Asi­glia­no annun­cia di voler pro­muo­ve­re una class action con­tro la socie­tà che gesti­va l’in­ce­ne­ri­to­re (Veo­lia) e la socie­tà attua­le pro­prie­ta­ria (la mul­tiu­ti­li­ty Ate­na) men­tre la sin­da­ca di Ver­cel­li, Mau­ra For­te, annun­cia “a Ver­cel­li mai più un inceneritore”.
L’as­ses­so­re regio­na­le all’Am­bien­te, Val­mag­gia, chia­ma­to a rispon­de­re dei risul­ta­ti del­la ricer­ca in Con­si­glio Regio­na­le (8 Luglio), ha affer­ma­to in aula che “a segui­to di que­sta inda­gi­ne che ha for­ni­to dei dati per cer­ti ver­si pre­oc­cu­pan­ti, ma a vol­te anche dif­fi­ci­li da inter­pre­ta­re, si prov­ve­de­rà ad ulte­rio­ri ana­li­si ed appro­fon­di­men­ti e, soprat­tut­to, a valu­ta­re se sia neces­sa­rio un inter­ven­to di boni­fi­ca”, pre­ci­san­do che la respon­sa­bi­li­tà era del­la Pro­vin­cia di Ver­cel­li: “è la Pro­vin­cia che rila­scia le auto­riz­za­zio­ni ed è la stes­sa Pro­vin­cia che ha com­mis­sio­na­to sia l’AR­PA che l’A­SL per fare que­sto tipo di inda­gi­ne” (Rispo­sta ora­le a Inter­ro­ga­zio­ne n. 546).
Ma è l’As­ses­so­re alla Sani­tà, Sait­ta, ad espri­mer­si più dura­men­te con­tro Arpa, sot­to­li­nean­do come l’A­sl di Ver­cel­li non fos­se sta­ta coin­vol­ta: “Ho chie­sto ad ARPA una rela­zio­ne, che il diret­to­re regio­na­le mi tra­smet­te­rà lune­dì, pri­ma di tut­to sull’attività di con­trol­lo e moni­to­rag­gio del­l’im­pian­to negli anni pas­sa­ti per­ché l’agenzia regio­na­le ne era respon­sa­bi­le e mi chie­do per­ché non sia sta­ta svol­ta negli anni un’azione pre­ven­ti­va. Denun­cia­re oggi rischia di appa­ri­re tardivo”.
Il 6 Ago­sto la rimo­zio­ne di Cut­ti­ca, che vie­ne resa pub­bli­ca a fine mese. Non ser­ve spe­ci­fi­ca­re che è imme­dia­ta­men­te par­ti­ta la pole­mi­ca. Gior­na­li loca­li ipo­tiz­za­no che la rimo­zio­ne sia cor­re­la­ta alla divul­ga­zio­ne dei cata­stro­fi­ci dati epi­de­mio­lo­gi­ci e alla pos­si­bi­li­tà che Ver­cel­li deb­ba nuo­va­men­te ospi­ta­re un impian­to di ince­ne­ri­men­to dei rifiu­ti. A suf­fra­gio di tale ipo­te­si, vie­ne por­ta­to l’arti­co­lo 35 del­lo Sbloc­ca Ita­lia, il qua­le pre­ve­de dodi­ci nuo­vi ince­ne­ri­to­ri (con l’ag­gra­vio del­la pre­mi­nen­za del­l’inte­res­se nazio­na­le, aspet­to che fa deca­de­re i cosid­det­ti vin­co­li di baci­no), due dei qua­li in Pie­mon­te. Val­mag­gia deve così riba­di­re, per ben due vol­te a mez­zo stam­pa, che Ver­cel­li non ospi­te­rà un altro ince­ne­ri­to­re. E’ il 2 Set­tem­bre e l’as­ses­so­re incon­tra Mau­ra For­te per riba­di­re: “Mai più Ver­cel­li”. Il Nuo­vo Pia­no regio­na­le dei Rifiu­ti (anco­ra in discus­sio­ne in Com­mis­sio­ne Ambien­te) non pre­ve­de un secon­do impian­to. Ger­bi­do è già in gra­do — da solo — di ter­mo­va­lo­riz­za­re la pro­du­zio­ne di rifiu­ti del­la regio­ne. E rispet­to alla rimo­zio­ne, affer­ma: “è una situa­zio­ne di cui non ero al cor­ren­te […] non cono­sco i det­ta­gli di ogni real­tà locale”.
Tra­scu­ran­do il fat­to che Arpa Pie­mon­te è una Agen­zia, dota­ta sì di auto­no­mia, ma posta sot­to il con­trol­lo e la sor­ve­glian­za diret­ta del­la Pre­si­den­za del­la Regio­ne e che l’As­ses­so­re di diret­ta com­pe­ten­za dovreb­be esse­re infor­ma­to sul­la sosti­tu­zio­ne del Diret­to­re di un Dipar­ti­men­to Pro­vin­cia­le, venia­mo ad alcu­ni aspet­ti fat­tua­li che in que­sta rico­stru­zio­ne sono sfug­gi­ti ai più.
1) Lo Sbloc­ca Ita­lia asse­gna la pre­mi­nen­za all’interesse nazio­na­le, per­tan­to, stan­do a tale cri­te­rio, sono dero­ga­ti i vin­co­li di baci­no: gli ince­ne­ri­to­ri pos­so­no acco­glie­re rifiu­ti anche da fuo­ri regio­ne e vie­ne meno la cor­re­la­zio­ne con gli obiet­ti­vi posti dal Pia­no regio­na­le dei Rifiuti;
2) La socie­tà Ate­na – pro­prie­ta­ria del sito — è nel miri­no di Iren (gesto­re dei ter­mo­va­lo­riz­za­to­ri in buo­na par­te del­l’E­mi­lia Roma­gna), che già la con­trol­la al 40%. L’azienda mul­tiu­ti­li­ty inten­de espan­der­si in Pie­mon­te e i rumors han­no fat­to cre­sce­re il tito­lo in Bor­sa. L’operazione ver­reb­be con­clu­sa entro fine anno, con una rica­pi­ta­liz­za­zio­ne di Atena;
3) Il nuo­vo Pia­no regio­na­le dei rifiu­ti del Pie­mon­te ha obiet­ti­vi debo­li: secon­do Legam­bien­te, gli obiet­ti­vi che il Pia­no si pone al 2020 rispet­to alla ridu­zio­ne dei rifiu­ti e alla rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta sono dav­ve­ro mise­ri: “La pro­po­sta par­la infat­ti di una ridu­zio­ne del 5% dei rifiu­ti tota­li pro­dot­ti rispet­to al 2010, per arri­va­re ad un valo­re pro-capi­te di pro­du­zio­ne pari a 455 kg, para­dos­sal­men­te 5 kg in più rispet­to al dato già rag­giun­to a fine 2013” (Comu­ni­ca­to Stam­pa Legam­bien­te del 23 Luglio 2015);
4) Sait­ta sostie­ne che l’Asl di Ver­cel­li non è sta­ta coin­vol­ta nel­la divul­ga­zio­ne dei dati del­la ricer­ca epi­de­mio­lo­gi­ca, ma la mede­si­ma figu­ra fra gli enti coin­vol­ti nel­la Rela­zio­ne fina­le del­la stes­sa, inti­to­la­ta Pro­get­to SESPIR — Sor­ve­glian­za epi­de­mio­lo­gi­ca sul­lo sta­to di salu­te del­la popo­la­zio­ne resi­den­te intor­no agli impian­ti di trat­ta­men­to rifiu­ti, finan­zia­ta dal Mini­ste­ro del­la Salu­te nell’ambito del CCM, Cen­tro Nazio­na­le per la pre­ven­zio­ne ed il con­trol­lo del­le Malattie;
5) Inol­tre, non è vero che lo stu­dio è sta­to con­clu­so nel 2014, come scri­ve Arpa nel comu­ni­ca­to stam­pa. Lo stu­dio SESPIR è sta­to con­clu­so nel Dicem­bre 2013 e le risul­tan­ze – com­pren­si­ve del­la nota spe­se — sono sta­te invia­te al Mini­ste­ro del­la Salu­te il 10 Gen­na­io 2014;
6) Non è nem­me­no vero che le (dram­ma­ti­che) risul­tan­ze sia­no sta­te divul­ga­te solo a fine Giu­gno 2015. Il nome di Ennio Cadum, medi­co diri­gen­te di Arpa e suo refe­ren­te nel pro­get­to SESPIR, com­pa­re fra i rela­to­ri al con­ve­gno “SALUTE E RIFIUTI: RICERCA, SANITA’ PUBBLICA E COMUNICAZIONE Risul­ta­ti dei Pro­get­ti CCM 2010”, tenu­to­si a Roma, pres­so la sede del Mini­ste­ro del­la Salu­te, il 6 Feb­bra­io 2014;
7) La Ricer­ca si è meri­ta­ta men­zio­ne su Epi­de­mio­lo­gia e Pre­ven­zio­ne, Rivi­sta dell’Associazione ita­lia­na di Epi­de­mio­lo­gia. Nell’abstract è scrit­to che “nel­lo sce­na­rio di base (ovve­ro quel­lo attua­le) sono sta­ti sti­ma­ti 1–2 casi annui di tumo­re attri­bui­bi­li agli impian­ti (ince­ne­ri­to­ri, disca­ri­che e impian­ti di trat­ta­men­to mec­ca­niz­za­to), 26 casi/anno di esi­ti nega­ti­vi del­la gra­vi­dan­za (inclu­so bas­so peso alla nasci­ta e mal­for­ma­zio­ni), 102 per­so­ne con sin­to­mi respi­ra­to­ri, e cir­ca 1.000 per­so­ne affet­te da fasti­dio (annoyan­ce) pro­vo­ca­to dal­le emis­sio­ni odo­ri­ge­ne degli impianti”;
8) La ricer­ca ave­va altre­sì lo sco­po di veri­fi­ca­re l’idoneità del­le poli­ti­che regio­na­li in mate­ria di rifiu­ti, e la meto­do­lo­gia pro­po­sta è sta­ta giu­di­ca­ta ido­nea allo sco­po. Per­tan­to, il cosid­det­to sce­na­rio Green (ridu­zio­ne dei rifiu­ti, ridu­zio­ne del nume­ro di impian­ti e con­se­guen­te ridu­zio­ne del­la popo­la­zio­ne espo­sta agli impian­ti), se appli­ca­to, deter­mi­ne­reb­be un miglio­ra­men­to del­la situa­zio­ne epi­de­mio­lo­gi­ca dell’80%;
9) Va da sé che, i nume­ri divul­ga­ti da Arpa nel comu­ni­ca­to del 30 Giu­gno, non sono veri­fi­ca­bi­li nei docu­men­ti uffi­cia­li di SESPIR in quan­to, nel­la Rela­zio­ne con­clu­si­va, è pub­bli­ca­ta la sola tabel­la del­la valu­ta­zio­ne sul­la mor­bi­li­tà. Resta il fat­to che, l’esposizione ai fumi dell’impianto di ince­ne­ri­men­to di Ver­cel­li — è scrit­to nel­la tabel­la rias­sun­ti­va dei risul­ta­ti — deter­mi­na un Indi­ce di Rischio (RR) di con­trar­re tumo­ri al Colon-Ret­to e al Fega­to rispet­ti­va­men­te mag­gio­re del 15% e del 17% in rela­zio­ne ai non esposti;
10) I ricer­ca­to­ri han­no spe­ci­fi­ca­to i limi­ti di que­sta ana­li­si, lega­ti spe­cial­men­te alla pos­si­bi­li­tà che, nel cor­so del tem­po, l’impianto di Ver­cel­li sia sta­to reso man mano più sicu­ro e meno inquinante.
In con­clu­sio­ne: non è ammis­si­bi­le che i ver­ti­ci regio­na­li pie­mon­te­si sia­no let­te­ral­men­te ‘cadu­ti dal­le nuvo­le’ sul­le risul­tan­ze di una ricer­ca — con­clu­sa da un anno e mez­zo — alla qua­le ha par­te­ci­pa­to atti­va­men­te una Agen­zia sot­to il con­trol­lo del­la sua stes­sa Pre­si­den­za. Non è ammis­si­bi­le che, dinan­zi ad una cor­re­la­zio­ne diret­ta fra malat­tia e ince­ne­ri­to­ri (seb­be­ne non nei nume­ri indi­ca­ti da Arpa nel suo comu­ni­ca­to stam­pa), sia per­se­gui­ta una poli­ti­ca di gestio­ne dei rifiu­ti che pro­ce­de nel sen­so oppo­sto alla dife­sa del­la salu­te pub­bli­ca. Il Nuo­vo Pia­no Regio­na­le dei Rifiu­ti non è affat­to un argi­ne con­tro le nuo­ve nor­me del­lo Sbloc­ca Ita­lia. Se il gover­no riter­rà stra­te­gi­co inse­ri­re un secon­do impian­to di ‘ter­mo­va­lo­riz­za­zio­ne’ in Pie­mon­te, ha gli stru­men­ti per far­lo. Ed è altret­tan­to scon­ta­to che le loca­li­tà inte­res­sa­te abbia­no, sin da ora, offer­to resi­sten­za a tali pro­spet­ti­ve. Per­si­no l’uso stru­men­ta­le di una ricer­ca scien­ti­fi­ca è arma leci­ta.

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