Pochi giorni fa è stato pubblicato il rapporto 2022 dell’IPCC — l’organismo delle Nazioni Unite per la valutazione dei cambiamenti climatici — ed i risultati sono quanto mai chiari e allarmanti: il momento dell’azione è adesso. Possiamo e dobbiamo dimezzare le emissioni in atmosfera entro il 2030.
Il rapporto mette in luce i progressi, preoccupanti per quanto lenti, nella riduzione e rimozione delle emissioni inquinanti al livello globale.
I dati mostrano come, nonostante le raccomandazioni e le linee guida internazionali per la riduzione degli impatti, le emissioni totali nette di gas a effetto serra di origine antropica abbiano di fatto continuato a crescere tra il 2010 e il 2019. Evidenzia anzi come, per questo stesso periodo di riferimento, siano state addirittura più elevate che in qualsiasi fase precedente, sebbene con un tasso di incremento inferiore rispetto al decennio passato.
I cambiamenti climatici derivano, in larga parte, dagli impatti generati dalle attività dell’antropocene: sono diretta conseguenza di oltre un secolo di emissioni di gas serra, dell’uso insostenibile dell’energia da fonti fossili, del consumo di suolo scellerato, dello stile di vita e dei modelli di produzione e consumo degli esseri umani sul pianeta.
In particolare, la maggiore crescita delle emissioni assolute si è verificata nella CO2 da combustibili fossili, a dimostrazione del fatto che una transizione verso le fonti rinnovabili di energia è diventata un’urgenza non più rimandabile.
Azioni tempestive ed eque nell’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici sono fondamentali per lo sviluppo sostenibile. Tali azioni devono essere adattate al contesto di sviluppo umano di riferimento, tenendo conto le disuguaglianze sociali, e devono essere finalizzate alla realizzazione della giustizia climatica.
In assenza di azioni di mitigazione urgenti, efficaci ed eque, il cambiamento climatico si confermerà la principale minaccia per la salute e per i mezzi di sussistenza degli esseri umani in tutto il mondo, e questo vale anche per la salute degli ecosistemi e per la biodiversità.
Limitare il riscaldamento globale a circa 1,5°C richiede che le emissioni di gas serra raggiungano il picco al più tardi entro il 2025 e si riducano del 43% entro il 2030; allo stesso tempo, anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo. Anche se lo facciamo, è quasi inevitabile che si superi temporaneamente questa soglia di temperatura, ferma restando la possibilità di tornare al di sotto di essa entro la fine del secolo. Ma senza riduzioni immediate e profonde delle emissioni in tutti i settori, sarà impossibile.
L’unica guerra da fare è quella al riscaldamento globale, la mitigazione dei cambiamenti climatici è la grande sfida di questo secolo. Potremo vincerla soltanto evitando le distrazioni, sviluppando cultura ambientale e agendo in modo consapevole e responsabile su larghissima scala.
Tutta la documentazione dell’IPCC 2022 è pubblica e disponibile a questo link: https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg3/