Macerata e le polemiche di cui non abbiamo bisogno

Ieri sono andata a Macerata a trovare i feriti dell’attentato terroristico di matrice fascista di sabato scorso.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ieri sono anda­ta a Mace­ra­ta a tro­va­re i feri­ti dell’atten­ta­to ter­ro­ri­sti­co di matri­ce fasci­sta di saba­to scor­so. Sono anda­ta con non poche per­ples­si­tà di risul­ta­re inop­por­tu­na, per­ples­si­tà che ho con­di­vi­so  con il segre­ta­rio del mio par­ti­to Pip­po Civa­ti e con i com­pa­gni di Libe­ri e Ugua­li che vivo­no vici­no a Mace­ra­ta e insie­me abbia­mo con­di­vi­so l’opportunità di anda­re in rap­pre­sen­tan­za di tut­ti, per espri­me­re la nostra vici­nan­za e con il desi­de­rio di strin­ge­re la mano a quel­le per­so­ne, per dire loro che non sono tut­ti come chi fomen­ta e pra­ti­ca odio e vio­len­za.

Come depu­ta­ta di que­sto ter­ri­to­rio mi sono inol­tre sen­ti­ta in dove­re di dire che que­sta è casa loro, come è casa mia. Che non ho alcun meri­to di esse­re nata qua, né loro alcu­na col­pa ad esse­re nati in un pae­se da cui fug­gi­re e che sono i ben­ve­nu­ti. Gli occhi pie­ni di ter­ro­re e smar­ri­men­to di quel ragaz­zo di 20 anni, l’unico a poter esse­re visi­ta­to per­ché in via di gua­ri­gio­ne, non li dimen­ti­che­rò facil­men­te, né la sua mano che strin­ge­va for­te la mia.

Non è vero che la poli­ti­ca non era pre­sen­te, non è vero che sono sta­ti lascia­ti soli. C’è da gior­ni un via vai con­ti­nuo all’ospedale e il diret­to­re sani­ta­rio ha chie­sto di fer­ma­re le visi­te, che stan­no crean­do mol­ti disa­gi all’ospedale e ai pazien­ti ricoverati.

Chi non è anda­to e dove­va anda­re for­se sono pro­prio quan­ti, da casa sedu­ti davan­ti una tastie­ra, han­no scrit­to e pun­ta­to il dito sen­za sape­re di cosa sta­va­no par­lan­do, come, peral­tro, se in que­sto momen­to di gran­dis­si­ma ten­sio­ne, ci fos­se biso­gno di altre pole­mi­che, di altri pol­ve­ro­ni, di altra cat­ti­va informazione.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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