Watch out, presta attenzione, esordisce la sigla che abbiamo scelto per questa campagna. Guarda fuori, you might get what you’re after, potresti ottenere quello che stai cercando. Ho prestato attenzione e c’erano degli scatti per terra, negativi venuti male alla camera obscura, di vecchi conoscenti che vecchi non sono: ti conoscono da sempre perché ti hanno visto crescere, e ti parlano senza il discorso diretto, le virgolette e tutto, col pilota automatico. Dicono ti ricordi la scorsa festa dell’Unità, i turni di guardia, la fotocopiatrice rotta in sezione, vero che stai con noi, lo vedi che vogliono buttare giù le porte, manco te lo chiedo che stai con noi. Ho guardato fuori e ho visto un giornale stropicciato del giorno prima, racconta Letizia e Teresa col loro bimbo Ernesto, i retrogradi di facebook che le insolentivano, una pubblicità con Francesca che beve l’acqua ed è bella dentro, o anche fuori, accanto a un barattolo di quelli che piacciono a me e una lattina per l’astronauta, l’amico, la stella della strada. Ho guardato fuori dalla finestra, più lontano, e ho visto volare nell’aria altre due foto, di pura gioia: erano quello che stavo cercando.
In una c’è un portiere grande e grosso, capace di tirare i rigori. Si chiama Chilavert, e difende i pali del Paraguay. Gioca un ottavo di finale di un campionato del mondo, contro la squadra padrona di casa, la Francia. Per gli attaccanti galletti, Chilavert si fa grande quanto tutta la porta, è inespugnabile per 117 minuti, e dopo ogni parata rassicura la sua difesa: «Nada, nada!», come a dire «non è successo niente». Si batte il petto e rende minuscola la palla, quasi da tennis, mentre la stringe al petto. Prende la rincorsa e rinvia, lontano, dando respiro ai difensori che gli si stringono attorno. «Nada, nada». Non è niente, non è successo niente. Non è successo ancora niente. Cuperlo direbbe che oggi c’è Youtube (oggi), e noi lo possiamo vedere come se fosse accaduto ieri e non quindici anni fa, rivedere, fermare l’immagine, mandare avanti il rotolo della storia, spostare l’accento nella frase: non è ancora successo niente. Non è successo niente, ancora.
La seconda immagine è un fotogramma, da una pellicola italiana, di un regista che presto o tardi verrà analizzato come si fa per Dino Risi, o per Monicelli. Loro sono Silvio Orlando e Laura Morante, coppia di fatto con bimba ‑di lei- a carico, in vacanza dove Ernesto è già grande e si chiama Ivan: Sandro Molino (il nome di Orlando nella finzione scenica) e Cecilia Sarcoli, che sarebbe la Morante, litigano spesso e volentieri, arrivando a rinfacciarsi perfino le astinenze sessuali. Delle tre volte che è successo in un anno, precisa l’attore, una è stata quando hanno eletto Bassolino a sindaco di Napoli. Dopo anni di malversazioni, lo spettro della figura più radicale sul campo, che vince e sbaraglia fuor di pronostico, diventa felice pretesto per riunire due persone che vivono sotto lo stesso tetto ma quasi senza più un motivo per farlo. Ci sono coppie che avranno dormito così stanotte, magari tardi, in qualche Italia o fino a Londra, per l’adrenalina euforizzante del confronto democratico a Sky? Ne dubito, ma non posso dirlo con certezza: in fondo, non è successo niente, no?
Il confronto PD: il pantheon di Civati
È successo che chi doveva difendersi ha tenuto la palla, chi doveva giocare in trasferta ha sbagliato financo la cravatta, e il terzo aveva una sola freccia, come Frangilli alle ultime Olimpiadi, e l’ha messa nel 10 o molto vicino, spostando il quadro per i giorni a venire. Adesso i media mainstream lo sanno: Civati fa sul serio, non è la squadra simpatia che gioca bene e poi abbozza. Perché manifestare tutta la differenza dagli altri due concorrenti, non fidarsi di Alfano et dona ferentem («a suo nome, le leggi ad personam per Berlusconi»), annunciare una campagna porta-a-porta da domani al giorno delle primarie, l’indagine interna con ogni parlamentare per scoprire i 101, sono segnali di un politico che sa cosa chiede la base elettorale a cui si rivolge, e di un candidato che vuole vincere la partita per diventare segretario nazionale del Partito Democratico. Analisti in studio e nelle redazioni, spettatori twittanti, sondaggi last minute hanno oscillato tra la sorpresa e la considerazione per questo outsider, outwatcher, arrivando a preconizzare erosioni negli altrui elettorati e cifre importanti, mentre mille persone si stanno unendo da ogni dove a scoprire che una possibilità c’è, che è sufficiente a Civati garantire, per una volta, analoga e pari opportunità d’espressione affinché mostri al Paese di che pasta è fatto, assieme al valore delle persone che nei mesi gli si sono radunate attorno. Adesso tocca a queste, amplificare al massimo tutte le chance che la settimana ci offre, e dovremo farlo guardando fuori dalle finestre, là dove aspettano parole credibili e persone di frontiera: la notte dell’Immacolata potremmo stringere palloni diventati minuscoli, calciarli lontano e andare a fare l’amore.