Maestri a Di Battista: «sei come Salvini»

Nel pieno del delirio fascioleghista, Alessandro Di Battista se la prende con le magliette rosse. Pubblichiamo la risposta di Andrea Maestri.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Nel pie­no del deli­rio fascio­le­ghi­sta, Ales­san­dro Di Bat­ti­sta se la pren­de [qui] con le magliet­te ros­se. Pub­bli­chia­mo la rispo­sta di Andrea Maestri.

Ehi tu, che in Par­la­men­to euro­peo hai vota­to con­tro la rifor­ma di Dubli­no, che non hai sot­to­scrit­to la pdl di Pos­si­bi­le sul­la rifor­ma orga­ni­ca del Testo Uni­co sull’Immigrazione (che con­sen­ti­reb­be alle per­so­ne di ori­gi­ne stra­nie­ra di veni­re in Ita­lia sen­za paga­re traf­fi­can­ti di esse­ri uma­ni e rischia­re la vita), che hai chiu­so i por­ti (Toni­nel­li) facen­do aumen­ta­re i mor­ti in mare (com­pre­si i bam­bi­ni con le magliet­te ros­se), taci e vergognati.

Ti sei allea­to col fascio­le­ghi­smo più bece­ro che sta strac­cian­do la Costi­tu­zio­ne. Sei com­pli­ce e rispon­de­rai, coi tuoi allea­ti raz­zi­sti e xeno­fo­bi, dei cri­mi­ni con­tro l’umanità com­mes­si in Libia nei con­fron­ti di esse­ri uma­ni che avreb­be­ro dirit­to di asi­lo e il tuo gover­no respin­ge. Vio­lan­do il prin­ci­pio di non refou­le­ment del­la Con­ven­zio­ne di Gine­vra del 1951 e inau­gu­ran­do la fasci­stiz­za­zio­ne del siste­ma di tute­la dei dirit­ti uma­ni fon­da­men­ta­li.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1491269035420{margin-top: 20px !impor­tant;}”]

TITOLO

[/vc_column_text][vc_column_text]Testo articolo…[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.