Di mafia ne parliamo, qui dove non se ne vuole sentir parlare

dobbiamo considerare che la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata è una partita che non può e non deve limitarsi alle sole organizzazioni malavitose, ma deve entrare nella profondità di tutte le attività che con esse hanno connessioni e sovrapposizioni

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Dice don Ciot­ti, pre­si­den­te di Libe­ra che da anni si occu­pa di mafie e cor­ru­zio­ne, che «in que­sto perio­do di cam­pa­gna elet­to­ra­le nes­su­no par­la di mafie e di cor­ru­zio­ne. Evi­den­te­men­te sono argo­men­ti che non atti­ra­no con­sen­so, sui qua­li è dif­fi­ci­le imba­sti­re le mira­bo­lan­ti pro­mes­se che sen­tia­mo ogni gior­no». Cono­sco Lui­gi Ciot­ti da anni, ne cono­sco­no e con­di­vi­do l’im­pe­gno e lo sosten­go in tut­te le sue ini­zia­ti­ve. Com­pren­do anche lo sco­ra­men­to di chi, aven­do dedi­ca­to alla lot­ta con­tro le mafie tut­ta la pro­pria vita (e sono in mol­ti, di asso­cia­zio­ni diver­se o sin­go­li), con­sta­ti che l’ar­go­men­to mafie sem­bra esse­re ter­ri­bil­men­te “sce­so” tra le prio­ri­tà poli­ti­che del Pae­se.

Eppu­re su mafie e cor­ru­zio­ne noi abbia­mo dedi­ca­to mol­te del­le nostre ener­gie e del nostro impe­gno. Come abbia­mo scrit­to già tem­po fa nel nostro Mani­fe­sto “dob­bia­mo con­si­de­ra­re che la lot­ta alla mafia e alla cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta è una par­ti­ta che non può e non deve limi­tar­si alle sole orga­niz­za­zio­ni mala­vi­to­se, ma deve entra­re nel­la pro­fon­di­tà di tut­te le atti­vi­tà che con esse han­no con­nes­sio­ni e sovrap­po­si­zio­ni. Pen­sia­mo a tut­ti i set­to­ri inte­res­sa­ti dal­la cor­ru­zio­ne, al traf­fi­co di stu­pe­fa­cen­ti, al gio­co d’azzardo (tut­te que­stio­ni su cui tor­ne­re­mo nei pros­si­mi para­gra­fi). Lad­do­ve c’è spa­zio per il malaf­fa­re, ci sono rica­du­te nega­ti­ve per tut­ti, che ine­vi­ta­bil­men­te col­pi­sco­no più dura­men­te e per pri­me le fasce del­la popo­la­zio­ne che si tro­va­no a rischio di esclu­sio­ne socia­le.” Per que­sto da tem­po abbia­mo aper­to un con­fron­to con il mon­do del­la scuo­la per capi­re come inse­ri­re lo stu­dio del­la cri­mi­na­li­tà orga­niz­za­ta (e dei suoi anti­cor­pi) nei pro­gram­mi sco­la­sti­ci, per que­sto da sem­pre rite­nia­mo fon­da­men­ta­le pro­teg­ge­re i testi­mo­ni di giu­sti­zia ma soprat­tut­to valo­riz­za­re le loro espe­rien­ze dan­do­gli luce e voce, per que­sto anche nel pro­gram­ma di Libe­ri e Ugua­li la lot­ta alle mafie e alla cor­ru­zio­ne occu­pa una posi­zio­ne fon­da­men­ta­le: di mafie ne par­lia­mo e ne voglia­mo con­ti­nua­re a par­la­re.

Con­fi­dan­do che in que­sto fra­cas­so elet­to­ra­le ci sia anche qual­cu­no che ascol­ti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.