Maggiore autonomia delle regioni per abolire le regioni: tutte le giravolte grilline

Solo due anni fa Grillo voleva vincere le regionali per abolire le regioni. Prima volevano abolire le province. Ora sono autonomisti.

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1508506606283{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]«Dob­bia­mo vin­ce­re le regio­na­li per abo­li­re le regio­ni: è mera­vi­glio­so. Se non vin­cia­mo noi non le abo­li­ran­no mai». Paro­la di Bep­pe Gril­lo, cam­pa­gna elet­to­ra­le del 2015 (ascol­ta­te con le vostre orec­chie): abo­li­re!

Un pen­sie­ro che arri­va da lon­ta­no, come quan­do nel 2012 scri­ve­va un post inti­to­la­to «Le Regio­ni dei maia­li» (solo?) in cui soste­ne­va che «Le Regio­ni sono enti per nul­la auto­no­mi dai pote­ri limi­ta­ti qua­si esclu­si­va­men­te alla Sani­tà a cui vie­ne desti­na­ta la qua­si tota­li­tà del­le spe­se di bilan­cio, il resto va in strut­tu­re, sti­pen­di, mis­sio­ni, pro­mo­zio­ne, feste in costu­me, rim­bor­si spe­se». Ai tem­pi le Regio­ni era­no sta­te tra­vol­te dagli scan­da­li e sca­gliar­si con­tro di loro era mol­to sem­pli­ce. «A capo di que­sti enti c’è il Gover­na­to­re che taglia nastri di ospe­da­li inu­ti­li ed ha come uni­co pote­re quel­lo di inde­bi­ta­re la Regio­ne. […] Chi con­trol­la le spe­se del­le Regio­ni? La Cor­te dei Con­ti, i soler­ti gior­na­li­sti del­le noti­zie post data­te come è avve­nu­to nel Lazio, il Gover­no? Chi?» Le regio­ni «sono a tut­ti gli effet­ti inu­ti­li. Van­no ripen­sa­te com­ple­ta­men­te […] o eli­mi­na­te».

Un’opinione soste­nu­ta da un son­dag­gio fat­to sul mede­si­mo blog, che ina­spet­ta­ta­men­te (sì, ciao) resti­tuì un risul­ta­to per cui «la mag­gio­ran­za, il 51%, ritie­ne che le Regio­ni andreb­be­ro abo­li­te». Abo­li­re!

Un anno dopo non era­no inve­ce più di moda le pro­vin­ce, e allo­ra anda­va­no abo­li­te (abo­li­te!) anche que­ste: «Il Movi­men­to 5 Stel­le da sem­pre è per l’a­bo­li­zio­ne del­le Pro­vin­ce. Coe­ren­te­men­te da quan­do è nato, già con le pri­me liste civi­che 5 stel­le pre­sen­ta­te nel­l’a­pri­le 2008, non si pre­sen­ta per le ele­zio­ni di tale ente». «Abo­li­re subi­to le pro­vin­ce e rispar­mia­re 2 miliar­di», era il gri­do di battaglia.

Abo­li­re tut­to abo­li­re subito.

Arri­via­mo al 2017 e il Movi­men­to 5 Stel­le si risco­pre auto­no­mi­sta e regio­na­li­sta: «Abbia­mo da sem­pre denun­cia­to e com­bat­tu­to con­tro lo spre­co di risor­se pub­bli­che anche degli enti loca­li, ma per il M5S al stra­da da per­cor­re­re non è l’ac­cen­tra­men­to, ma por­ta­re le risor­se pub­bli­che il più vici­no pos­si­bi­le ai cit­ta­di­ni», scri­vo­no ora, invi­tan­do al voto posi­ti­vo ai refe­ren­dum leghi­sti e smen­ten­do le loro stes­se pre­ce­den­ti pre­se di posi­zio­ne. Riven­di­ca­no addi­rit­tu­ra la pro­po­sta come fari­na del loro sac­co.

«La Lom­bar­dia può pren­der­si ciò che meri­ta e saran­no i lom­bar­di a deci­de­re col refe­ren­dum», dice Dani­lo Toni­nel­li. Capi­to? La stes­sa Lom­bar­dia che, insie­me al Vene­to, vole­va­no abo­li­re due anni fa. E aggiun­ge: «Basta con le fal­se pro­mes­se auto­no­mi­ste del­la Lega. Qui c’è la con­cre­tez­za di chi, come il MoVi­men­to 5 Stel­le, vuo­le sem­pli­ce­men­te appli­ca­re la nostra Costi­tu­zio­ne». Chi cri­ti­ca le “fal­se pro­mes­se auto­no­mi­ste” del­la Lega solo due anni fa vole­va abo­li­re le regio­ni.

Ora, inve­ce, voglio­no che Maro­ni e Zaia abbia­no più com­pe­ten­ze sul­la «tute­la del­la salu­te» e «l’inquinamento dell’acqua», dice Fede­ri­co D’Incà, depu­ta­to Vene­to, una ter­ra let­te­ral­men­te deva­sta­ta da uno svi­lup­po urba­ni­sti­co scel­le­ra­to, sul qua­le la Regio­ne ha già ampie com­pe­ten­ze. Lo stes­so si dica per la Lombardia.

In Lom­bar­dia, inol­tre, gli han­no mes­so un tablet sot­to il naso e non ci han­no capi­to più nul­la, ma pro­prio nul­la. Riven­di­ca­no con orgo­glio il pri­mo voto elet­tro­ni­co del­la sto­ria repub­bli­ca­na, nono­stan­te sia costa­to 50 milio­ni di euro (tut­to il voto), di cui una ven­ti­na spe­si appo­si­ta­men­te per il voto elet­tro­ni­co, tra “voting machi­ne”, soft­ware, assi­sten­za e for­ma­zio­ne. E nono­stan­te a for­ni­re tut­to que­sto appa­ra­to sia un’azienda che le cro­na­che descri­vo­no come inaf­fi­da­bi­le, con tan­to di denun­ce da par­te di esper­ti di sicu­rez­za informatica.

Sono sem­pre quel­li che denun­cia­va­no i gover­na­to­ri che taglia­no nastri inu­ti­li. Que­sta vol­ta, però, caro gover­na­to­re Maro­ni, giù le mani dal nastro del tablet, che è di com­pe­ten­za a 5 stel­le.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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