Marina di Pisa: no all’intitolazione della rotatoria a Giuseppe Niccolai

In una comunità e in una Repubblica democratica, non può essere additato ad esempio per la cittadinanza l'operato politico e culturale di un fascista dichiarato quale Giuseppe Niccolai

[vc_row][vc_column][vc_column_text]E’ di que­sti gior­ni la deci­sio­ne del­l’am­mi­ni­stra­zio­ne Con­ti di inti­to­la­re tre rota­to­rie a Mari­na di Pisa alla memo­ria di tre noti per­so­nag­gi del­la sto­ria poli­ti­ca pisa­na. La deli­be­ra di Giun­ta ha accol­to una mozio­ne, appro­va­ta nel 2013, dal con­si­glio comu­na­le del­l’e­po­ca, a mag­gio­ran­za cen­tro­si­ni­stra. La mozio­ne, a pri­ma fir­ma del­l’al­lo­ra con­si­glie­re comu­na­le Filip­po Bedi­ni del Pdl (oggi asses­so­re all’Am­bien­te nel­la giun­ta di destra pisa­na, in quo­ta Fdi), pro­po­ne­va l’in­ti­to­la­zio­ne di tre stra­de a tre sto­ri­ci espo­nen­ti poli­ti­ci pisa­ni: Car­lo Ciuc­ci (Dc), Giu­sep­pe De Feli­ce (Pci) e Giu­sep­pe Nic­co­lai (Msi). Fu appro­va­ta con 12 voti a favo­re su 25 pre­sen­ti: vota­ro­no con­tro i con­si­glie­ri di Sel e Prc, men­tre 10 con­si­glie­ri (9 dei qua­li del Pd) si asten­ne­ro. Alla mozio­ne non è sta­to mai dato segui­to, fino appun­to alla deci­sio­ne di Giun­ta del­lo scor­so 18 otto­bre, che por­ta a com­pi­men­to il per­cor­so comin­cia­to ben sei anni fa.

Dure furo­no già allo­ra le rea­zio­ni. L’I­sti­tu­to Sto­ri­co del­la Resi­sten­za in Tosca­na defi­nì “assai gra­ve” la deci­sio­ne di inti­to­la­re una stra­da a Giu­sep­pe Nic­co­lai, “per­so­na e uomo poli­ti­co che, con i fat­ti e con le paro­le, ha sem­pre mani­fe­sta­to e riven­di­ca­to il suo orien­ta­men­to dichia­ra­ta­men­te fasci­sta, pri­ma e dopo la cadu­ta del regi­me”.

Si leg­ge infat­ti sul sito del Movi­men­to Socia­le Ita­lia­no: “Lau­rea­to in giu­ri­spru­den­za, è sta­to un gior­na­li­sta, un diri­gen­te indu­stria­le, ha fat­to par­te del­le orga­niz­za­zio­ni gio­va­ni­li fasci­ste, è sta­to un sol­da­to, un poli­ti­co, ma sopra­tut­to un fasci­sta che mai ha rin­ne­ga­to il pro­prio pas­sa­to ma che anzi ne ha sem­pre esal­ta­to le vir­tù” (Giu­sep­pe “Bep­pe” Nic­co­lai – Nozio­ni biografiche).

Giu­sep­pe Nic­co­lai da gio­va­ne stu­den­te par­te­ci­pò come volon­ta­rio alla cam­pa­gna del Nor­da­fri­ca, nel cor­so del­la Secon­da Guer­ra Mon­dia­le. Cat­tu­ra­to dagli ingle­si, ven­ne tenu­to pri­gio­nie­ro nel Fasci­st Cri­mi­nal Camp di Here­ford, nel Texas, fino al 1946, quan­do fu libe­ra­to a segui­to del­l’am­ni­stia fir­ma­ta da Togliatti.

“Qua­li che pos­sa­no esse­re le qua­li­tà e l’e­ven­tua­le coe­ren­za di un indi­vi­duo – pro­se­gue anco­ra la nota di allo­ra del­l’I­sti­tu­to Sto­ri­co del­la Resi­sten­za -, l’in­ti­to­la­zio­ne di una stra­da è un atto pub­bli­co con cui si addi­ta ad esem­pio e si con­sa­cra come par­te qua­li­fi­can­te del­la memo­ria civi­le un even­to, una per­so­na, un idea­le. In una comu­ni­tà e in una Repub­bli­ca demo­cra­ti­ca, non può esse­re addi­ta­to ad esem­pio per la cit­ta­di­nan­za l’o­pe­ra­to poli­ti­co e cul­tu­ra­le di un fasci­sta dichia­ra­to qua­le Giu­sep­pe Nic­co­lai”.

Fer­ma­men­te con­tra­ria all’in­ti­to­la­zio­ne si espres­se anche la Biblio­te­ca Fran­co Seran­ti­ni di Pisa, inti­to­la­ta alla memo­ria del­l’a­nar­chi­co mor­to nel car­ce­re Don Bosco di Pisa, a segui­to del­le per­cos­se rice­vu­te dal­la Poli­zia men­tre par­te­ci­pa­va ad una mani­fe­sta­zio­ne di pro­te­sta con­tro un comi­zio fasci­sta del­lo stes­so Niccolai.

Non meno coe­ren­te fu la sua atti­vi­tà par­la­men­ta­re, duran­te la qua­le Giu­sep­pe Nic­co­lai fir­mò, tra le altre, le pro­po­ste riguar­dan­ti l’e­sten­sio­ne dei bene­fi­ci di guer­ra a colo­ro che fece­ro par­te del­le for­ze arma­te del­la Repub­bli­ca Socia­le Ita­lia­na, il ripri­sti­no del­le deco­ra­zio­ni al valo­re mili­ta­re per i com­bat­ten­ti fasci­sti nel­la guer­ra di Spa­gna, il rin­no­vo del­le pen­sio­ni e degli asse­gni di guer­ra agli appar­te­nen­ti alla Mili­zia volon­ta­ria per la sicu­rez­za nazio­na­le, il cor­po di gen­dar­me­ria a ordi­na­men­to mili­ta­re che nel 1924 diven­ne for­za arma­ta fasci­sta, il ripri­sti­no del­la pena di mor­te, con la modi­fi­ca del­l’ar­ti­co­lo 27 del­la Costituzione.

“Cre­do fer­ma­men­te sia arri­va­ta l’o­ra di supe­ra­re cer­ti stec­ca­ti che non han­no più radi­ca­men­to nel sen­ti­re comu­ne”, dichia­ra­va nel 2013 il con­si­glie­re comu­na­le Filip­po Bedini.

“Con que­sto atto — ha aff­fer­ma­to l’at­tua­le vice­sin­da­ca con dele­ga al Patri­mo­nio, Raf­fael­la Bon­san­gue (For­za Ita­lia) — dia­mo ese­cu­zio­ne ad una deli­be­ra di Con­si­glio Comu­na­le già assun­ta in pre­ce­den­za. ( … ). Nei pros­si­mi gior­ni fis­se­re­mo le date di inau­gu­ra­zio­ne dei tre spa­zi pub­bli­ci che ver­ran­no inte­sta­ti a tre poli­ti­ci che han­no fat­to la sto­ria del­la città”.

Tut­ta­via, guar­da caso, la tem­pi­sti­ca dice che il 31 otto­bre cade il tren­ten­na­le del­la mor­te di Giu­sep­pe Nic­co­lai: si sta­rà cer­can­do di celebrarlo?

Come coa­li­zio­ne cit­ta­di­na Dirit­ti in comu­ne (Una cit­tà in comu­ne, Rifon­da­zio­ne comu­ni­sta, Pos­si­bi­le) ci chie­dia­mo, e chie­dia­mo alle per­so­ne che han­no vota­to la mozio­ne nel 2013 e l’atto di Giun­ta l’altro ieri: qua­le mes­sag­gio si vuo­le dare inti­to­lan­do una rota­to­ria a una per­so­na che ha pro­va­to per tut­ta la sua vita a difen­de­re il fasci­smo e a soste­ne­re che il fasci­smo non è sta­to un regi­me dit­ta­to­ria­le col­pe­vo­le dei peg­gio­ri cri­mi­ni? Per cosa dav­ve­ro deve esse­re ricor­da­to Nic­co­lai dai pisani?

Ci pare che l’in­ten­to ipo­cri­ta­men­te non dichia­ra­to in modo aper­to è anco­ra una vol­ta por­re sul­lo stes­so pia­no chi si è bat­tu­to (o si bat­te) con­tro il fasci­smo e chi lo ha soste­nu­to (o ne fa apo­lo­gia). Il che in sostan­za equi­va­le a svuo­ta­re di con­te­nu­to, a dele­git­ti­ma­re i valo­ri fon­dan­ti e costi­tu­zio­na­li dell’antifascismo.

E allo­ra vale la pena chiu­de­re con le paro­le del­l’I­sti­tu­to Sto­ri­co del­la Resi­sten­za di sei anni fa: “Le isti­tu­zio­ni e i par­ti­ti che in esse rap­pre­sen­ta­no la cit­tà dovreb­be­ro esse­re i pri­mi tuto­ri dei valo­ri demo­cra­ti­ci, ma sem­bra­no inve­ce smar­ri­re ogni cer­tez­za. Li richia­mia­mo vigo­ro­sa­men­te al loro ruo­lo e al loro com­pi­to, ricor­dan­do che essi sono per pri­mi chia­ma­ti a rispet­ta­re e far rispet­ta­re la Costi­tu­zio­ne demo­cra­ti­ca e repub­bli­ca­na, sca­tu­ri­ta dal­la lot­ta al fasci­smo e fon­da­ta su valo­ri che del fasci­smo furo­no e sono l’an­ti­te­si”.

Ema­nue­la Amendola[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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