Cosa farà il premier nei due mesi abbondanti che ci separano dal voto referendario? “Spersonalizzerà” la campagna elettorale come gli è stato chiesto dal suo partito e come egli stesso ribadisce da alcune settimane.
E sapete come “spersonalizzerà”? Lo farà attraverso «tre, quattro appuntamenti al giorno, per due mesi (almeno 200 eventi), senza mai fermarsi, o quasi». Nei prossimi impegni, Gustavo Zagrebelsky o «magari persino [un dibattito] con Massimo D’Alema». Così scrive il Corriere oggi, in un retroscena che sembra essere costruito su fonti certe, pieno com’è di «dicono i suoi collaboratori», «dicono ancora nello staff del capo del governo».
E di una cosa è convinto il premier: «se il dibattito resta sul merito della riforma […] non può che uscirne bene».
Ora, soprassedendo sul fatto che — come dimostrato dal recente dibattito con Carlo Smuraglia — per “rimanere nel merito” Matteo Renzi intende “citare il titolo della legge”, una proposta ce l’avremmo anche noi: un dibattito serio, contingentato nei tempi, con un moderatore imparziale, divieto di slogan e fact checking. Si confronti con noi, Matteo Renzi. E si confronti nel merito. Non aspettiamo altro.