Migranti, Brignone: In piazza per risposte a vento di razzismo

“Una mobi­li­ta­zio­ne con­tro le poli­ti­che del gover­no, che con­ti­nua a cal­pe­sta­re i dirit­ti uma­ni. E in que­sto cli­ma sta cre­scen­do il ven­to di raz­zi­smo che ren­de irre­spi­ra­bi­le l’a­ria nel Pae­se. Ogni gior­no leg­gia­mo fat­ti inquie­tan­ti di discri­mi­na­zio­ni ver­so ‘lo stra­nie­ro’, che tal­vol­ta diven­ta­no deli­be­ra­te aggres­sio­ni. La piaz­za di Mila­no, oggi, è una rispo­sta for­te: c’è un’I­ta­lia che non vuo­le chiu­der­si e non vuo­le respin­ge­re seguen­do il model­lo-Sal­vi­ni. Nel Pae­se c’è chi è atten­to a tene­re insie­me la comu­ni­tà inve­ce di distrug­ger­la nascon­den­do­si die­tro lo slo­gan-fake ‘Pri­ma gli ita­lia­ni’ ”. Lo dichia­ra la segre­ta­ria di Pos­si­bi­le, Bea­tri­ce Bri­gno­ne, par­te­ci­pan­do alla mani­fe­sta­zio­ne di Mila­no, Peo­ple — pri­ma le per­so­ne

“Ma — aggiun­ge Bri­gno­ne — biso­gna anche fare un pas­so in avan­ti: per que­sto rilan­cia­mo le nostre pro­po­ste di rifor­ma del­le poli­ti­che migra­to­rie e di acco­glien­za, le ini­zia­ti­ve di con­tra­sto, con stru­men­ti legi­sla­ti­vi e cul­tu­ra­li, al raz­zi­smo e al ritor­no del fasci­smo. Le richie­ste di que­sta mani­fe­sta­zio­ne, come è avve­nu­to anche per altre in pas­sa­to, devo­no esse­re tra­sfe­ri­te in Par­la­men­to. Le nostre ci sono con un inten­to chia­ro: offri­re un’al­ter­na­ti­va alle peg­gio­ri destre di governo”. 

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Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

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500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

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Possibile per il Referendum sulla Cannabis

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Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

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I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.